        Bisogna pronunciarlo bene, perch&eacute; nuovo nome cui i vertici del Marchio tengono molto: Kawasaki World SBK Team. Diventa realt&agrave; il sogno di Manuel Puccetti, previa investitura ufficiale della sua squadra, tinta di verde da anni, finalmente e meritata oggi vera e propria formazione Factory. Garrett Gerloff e Jeremy Alcoba i piloti scelti. Alcune novit&agrave; dei test MotoGP si vedono, altre... no Puccetti Racing, ascesa impressionante... mica finita qui Bisognerebbe scrivere un libro per raccontare la storia agonistico-sportiva di Manuel Puccetti. Per il momento, limitiamoci ad alcuni passi presi non a caso. Era un pilota il giovane reggiano, rischiava e si divertiva il giusto, facendosi affiancare da compagni di box, ehm, di tenda di volta in volta. Cambiati diversi costruttori e tecnologie, una svolta arriv&ograve; nel 2007: il legame assieme alla Kawasaki strinse n nodo saldissimo, che dura tutt'ora. Titoli tricolori, europei e mondiali. Da Stefano Cruciani a Franco Morbidelli, sino a Kenan Sofuoglu. Il Sultano trov&ograve; seconda casa nell'hospitality Puccetti Racing, cresciuta al pari dei risultati ottenuti. Allori 2015 e 2016, affermazione nella Stock 600 di un certo Toprak Razgatlioglu, poi portato alla vittoria nella massima categoria derivata di serie. L'asse turco-emiliano era e ha cambiato la mentalit&agrave; del paddock. Correre, regalando spettacolo. L'attivit&agrave; manageriale di Manuel si &egrave; contraddistinta in ogni ambito, come spiegato dalla bellissima hospitality che accoglie s&igrave; chi vestito di verde &egrave;, ma non solo: &egrave; facile trovare maglie blu, rosse, bianche, gialle... altro che il caravan con la tendina stile "Woodstock" da dove nacque tutto. Ovvero, il vero seme del sogno.  Ufficiale in SBK: Puccetti e le Ninja reggio-giapponesi Citando in ordine sparso nomi quali Leon Haslam, Yari Montella, Lucas Mahias, Kyle Ryde, Diego Giugovaz, Esteve Rabat, Can Oncu, Ferruccio Lamborghini, Phillip Oettl, Bahattin Sofuoglu, Hector Barbera, Randy Krummenacher, Sylvain Guintoli, Michael Canducci, Sheridain Morais e Mirko Giansanti, evinciamo ancor meglio quanto il Puccetti Racing abbia dato e ancora stia dando al sistema a due ruote.&nbsp; Infatti, chi vi ha figurato ricorda la squadra con grosso affetto e, apprendendo della meritata investitura e rinominare il progetto Kawasaki World SBK Team, scommettiamo che uno spontaneo sorriso e il pensiero "Io c'ero, ho contibuito" nasce spontaneo. Massima cilindrata derivata di serie e media. Doppio impegno per la formazione Factory, che ha nelle Ninja ZX-10RR e ZX-6R "armi" rinnovate e affilate, direttamente seguite dai vertici europei e giapponesi della Casa madre. Garrett Gerloff e Jeremy Alcoba sono pronti alla sfida.&nbsp;  Kawasaki World SBK e Kawasaki World SSP per Puccetti Stagione 2025 lanciata da "Ruote da Sogno", location che un nome pi&ugrave; calzante alla situazione non potrebbe avere. All'evento erano presente cariche di Kawasaki Italia, Kawasaki Europa e Kawasaki Giappone. Pi&ugrave; di cos&igrave;, impossibile sarebbe chiedere. Ecco le parole da comunicato stampa ufficiale diramato oggi. Sig. Shigemi Tanaka - Managing Director of Kawasaki Motors Europe: "Siamo lieti che le nostre moto Ninja nella stagione 2025 gareggeranno sia in WorldSBK che nel WorldSSP con nuovi piloti per ogni classe, schierati dal Puccetti Kawasaki Racing Team, che ha una comprovata esperienza di successi con Kawasaki in due decenni". Steve Guttridge - Race Planning Manager, Kawasaki Motors Europe: "Kawasaki &egrave; entusiasta di aiutare Manuel Puccetti a realizzare la sua ambizione di lunga data di portare Garrett Gerloff sulla griglia del WorldSBK all'interno di una struttura ufficiale Kawasaki e sulla Ninja ZX-10RR, mentre torna nel felice terreno di caccia del WorldSSP con la formidabile combinazione della Ninja ZX-6R da 636 cc e del nuovo acquisto Jeremy Alcoba. Il 2025 sar&agrave; entusiasmante!" Manuel Puccetti &ndash; Team Principal: &ldquo;Sono felice ed orgoglioso di presentare il nostro team 2025 di fronte ai rappresentanti di Kawasaki Italia, Kawasaki Europa e Kawasaki Giappone, nonch&eacute; ai nostri sponsor, confermando il nostro nuovo ruolo di team Ninja ufficiale del produttore di Akashi. Questo &egrave; un momento storico per noi, che porta grande responsabilit&agrave; e motivazione. Abbiamo tutto ci&ograve; che ci serve per poter lottare per il podio in Superbike e in Supersport, dove abbiamo una nuova moto che ha gi&agrave; mostrato un ottimo potenziale durante i test.&rdquo; Garrett Gerloff, Superbike: &ldquo;Dopo i test e la presentazione, non vedo l'ora che inizi la stagione 2025. I test sono stati importanti e positivi, ma non vedo l'ora di mettermi al lavoro e correre, lottando con gli altri piloti. In questo momento, mi sento molto a mio agio con la Ninja ZX-10RR e con il team, ma scopriremo il nostro vero potenziale solo quando gareggeremo in pista. Sono sicuro che potremo lottare per le prime posiziobi. Voglio ringraziare il team e la Kawasaki per tutto il lavoro che hanno fatto e continuano a fare per mettermi nella migliore condizione posizione." Jeremy Alcoba, Supersport: "Da quando ho deciso di unirmi al progetto Kawasaki in Supersport, &egrave; stato chiaro che il nostro obiettivo &egrave; quello di puntare alla vittoria del campionato. Faccio parte di un team molto competitivo e ho una moto che durante i test invernali ha mostrato un grande potenziale. Sono rimasto impressionato dal motore della Ninja ZX-6R e non vedo l'ora di misurarmi con i miei avversari. Questa &egrave; una moto nuova e quindi abbiamo ancora del lavoro da svolgere, e lo faremo durante i primi round. Una cosa &egrave; certa: far&ograve; del mio meglio per salire costantemente sul podio. Sul gradino pi&ugrave; alto."             

Titoli nazionali, i mondiali di Sofuoglu e il lancio di Razgatlioglu: la formazione reggiana &egrave; sempre pi&ugrave; legata alla Casa di Akashi e pronta a stupire ancora

Da sogno a realtà: Puccetti nuovo ufficiale Kawasaki World SBK Team

        A cavallo tra novembre e dicembre, Jerez ha ospitato la prima edizione dei FIM Intercontinental Games, la sfida a squadre tra sei formazioni, rappresentative dei Continenti: 48 i piloti coinvolti, otto per formazione, met&agrave; nella Supersport 300 con le Yamaha R3 e met&agrave; nella Supersport con le R7, con almeno una donna per team. L&rsquo;Europa ha avuto la meglio con 14 lunghezze di vantaggio sull&rsquo;Asia, grazie ai 46 punti di Elia Bartolini in Supersport, ai 44 di Tomas Alonso e ai 40 di Alessandro Di Persio. Hanno portato punti importanti ai vincitori anche Enzo De La Vega, Josephine Bruno, Gonzalo Sanchez Melendez, Roberta Ponziani e Valentin Folger. Si tratta per lo pi&ugrave; di giovanissimi ed emergenti, non certo nomi noti al grande pubblico. C&rsquo;erano invece piloti leggendari, negli anni Settanta e Ottanta, a dare vita alle avvincenti gare del Transatlantic Trophy, la sfida a squadre che inizialmente vedeva opposti britannici e statunitensi. Dal 1984, con l&rsquo;indebolimento della scuola inglese padrona di casa, la squadra d&rsquo;Oltremanica si allarg&ograve; ai Paesi del Commonwealth, ospitando l&rsquo;australiano Wayne Gardner e il neozelandese Graeme Crosby. L'iride di Tomac | Quella (S)Volta Che Il Transatlantic Trophy  Nel 1988 la competizione cambi&ograve; nome in Eurolantic Challenge e le squadre in campo divennero quattro, due britanniche, una americana e un&rsquo;europea capitanata dallo svedese Anders Anderson: gli altri capitani erano Bubba Shobert per gli Stati Uniti (che beneficiavano anche di quattro canadesi), Ron Haslam per UK 1 e Roger Marshall per UK 2. Il team europeo schierava nomi di secondo piano come i tedeschi Peter Rubatto e Michael Galinski, i finlandesi Jari Suhonen ed Esko Kuparinen, il belga Paul Ramon, l&rsquo;austriaco Hans Lindner e persino l&rsquo;australiano Graeme McGregor. Poca cosa rispetto all&rsquo;inizio degli anni Ottanta, quando l&rsquo;interesse era notevole, cos&igrave; come gli ingaggi. A fare la storia dell&rsquo;edizione 1980, disputata dal 4 al 7 aprile su tre tracciati britannici, fu il diciottenne Freddie Spencer. A Brands Hatch fu il migliore in qualifica e si aggiudic&ograve; entrambe le manche: Kenny Roberts fu terzo in Gara 1 e secondo in Gara 2, davanti a Randy Mamola. Gli USA monopolizzarono il podio anche di Gara 2 a Mallory Park e di Gara 1 a Oulton Park e vinsero tutte e sei le manche: tre Roberts, due Spencer e una Mamola, l&rsquo;unico yankee a servirsi di una Suzuki 653 che altern&ograve; a una 500, mentre le altre stelle optarono per la Yamaha 750. Gli ospiti, vincitori gi&agrave; l&rsquo;anno prima malgrado i tre successi di Barry Sheene, trionfarono con 442 punti, +72 sui rivali. E i tre fenomeni capeggiarono la classifica individuale: 92 punti Roberts, 76 Spencer e 74 Mamola. Ancora pi&ugrave; impressionante lo squadrone che gli USA presentarono nel weekend di Pasqua del 1984, con i primi quattro del Mondiale 500 dell&rsquo;anno precedente: Roberts ed Eddie Lawson con le Yamaha TZR 500, Wayne Rainey con la TZ 500, Spencer (nella foto di copertina) e Mamola con le Honda NS 500, Mike Baldwin e Wes Cooley con le Honda RS 500: la versione motociclistica del Brasile calcistico del 1970 che schierava cinque numeri 10 guidati da Pel&egrave;. Nove le gare corse, a Donington, ma Rainey le salt&ograve; per un infortunio in prova mentre Spencer cadde dopo aver vinto due manche fratturandosi entrambi i piedi. Anche Ron Haslam fin&igrave; a terra e cos&igrave; la Honda viet&ograve; ai suoi piloti le gare extra-calendario. Mamola colse tre successi e Roberts l&rsquo;ultimo round con gli USA che quasi doppiarono i padroni di casa: 259 punti a 136. Anche con alcuni membri a mezzo servizio, quella squadra era ingiocabile. MotoGP, Bagnaia battuto ma con pi&ugrave; GP vinti | Quella (S)Volta Che       

A inizio anni &lsquo;80 la manifestazione consent&igrave;cagli Stati Uniti di schierare una squadra imbattibile: Roberts, Spencer, Lawson, Mamola e Rainey...

Il team dei marziani al Transatlantic Trophy | Quella (S)Volta Che

        Nel 2023, Tommy Bridewell vinse il titolo British Superbike per soltanto mezzo punto dopo un epico duello con Glenn Irwin, culminato con un testa a testa decisivo nell&rsquo;ultimo appuntamento a Brands Hatch. Quest&rsquo;anno, lo stesso Bridewell ha perso il numero 1 in maniera analoga, al termine della manche decisiva sul tracciato alle porte di Londra, dove Kyle Ryde &egrave; stato incoronato campione per la prima volta vincendo per un singolo punto. &Egrave; la conferma di quanto sia incerto e combattuto il campionato britannico Superbike, in grande salute e sempre pi&ugrave; amato sia dagli appassionati che dai piloti grazie a un cocktail di circuiti &ldquo;pazzi&rdquo;, un sistema di punteggio unico nel suo genere e moto senza aiuti elettronici che permettono ai migliori interpreti di fare la differenza. Passa alla prossima pagina CIV 2025, Sportbike e Production Bike: che numeri le nuove classi! &nbsp; BSB, thriller d'Oltremanica  Il tentativo di difesa del titolo, Bridewell l&rsquo;ha vissuto dopo un passaggio epocale, lasciando il Team PBM Ducati per passare a Honda Racing UK. Una scelta che sembrava non dovesse permettergli di lottare per il campionato, ma dopo un inizio difficile nel primo round di Navarra, Tommy ha trovato la quadra inserendosi nella bagarre al vertice assieme alla Ducati di Glenn Irwin e, soprattutto, alle Yamaha del Team Grilla OMG Racing del futuro pilota Motocorsa nel Mondiale Ryan Vickers &ndash; che nonostante due infortuni ha vinto la bellezza di sette manche &ndash; e del nuovo campione Ryde. A fare la differenza per l&rsquo;inglese dai trascorsi nel mondiale Supersport &egrave; stata la costanza di rendimento: a fronte di nove vittorie, Kyle ha raccolto un solo &ldquo;zero&rdquo; nel round di Oulton Park disputato a maggio, e nel resto della stagione ha sempre ottenuto il massimo possibile anche nei momenti pi&ugrave; complicati, raccogliendo quei punti necessari per beffare Bridewell al termine dell&rsquo;ultima, epica gara dell&rsquo;anno a Brands Hatch, cos&igrave; spettacolare da essere definita come la migliore di sempre anche dall&rsquo;ex pilota e commentatore del campionato, James Whitham. &ldquo;Nella gara decisiva per l&rsquo;assegnazione del titolo, ci sono stati 21 scambi di posizione tra me e Bridewell e credo sia stata non soltanto la corsa pi&ugrave; emozionante, ma anche quella pi&ugrave; divertente di tutta la mia carriera&rdquo; ci ha raccontato Ryde in esclusiva durante il weekend di Jerez de la Frontera in cui ha corso come wild card nel mondiale SBK. "Il prossimo anno cercher&ograve; di difendere il titolo e abbandoner&ograve; il mio 77 per prendere il numero 1. Gli ultimi due campioni che l&rsquo;hanno utilizzato (Tarran Mackenzie e Bridewell, nde) non sono riusciti a tenerlo, quello sar&agrave; il mio obiettivo anche se il livello nel 2025 sar&agrave; ancora una volta estremamente alto". Lo stesso Irwin, terzo a fine stagione nonostante uno spaventoso incidente a Thruxton che ha segnato la seconda parte dell&rsquo;anno, &egrave; stato tra i grandi protagonisti sia in pista che su strada confermandosi imbattuto alla North West 200. A fine anno, poi, ha annunciato il ritiro dalle road races proprio per concentrarsi sul BSB, dove rimarr&agrave; con il Team PBM Ducati per le prossime due annate. Ottimo anche il 2024 di Danny Kent &ndash; campione del mondo Moto3 nel 2015 &ndash; che con la Yamaha McAMS ha centrato il primo successo nella serie d&rsquo;Oltremanica chiudendo quarto nella classifica generale, mentre i grandi delusi non possono che essere i piloti BMW.  Passa alla prossima pagina &nbsp; BSB: cosa aspettarsi nel 2025  Se nel Mondiale di categoria Toprak Razgatlioglu ha dominato la scena, nel BSB le M1000 RR hanno faticato pi&ugrave; del previsto pur essendo portate in pista da top rider come Leon Haslam, il due volte campione Josh Brookes, il re del Tourist Trophy Peter Hickman e l&rsquo;ex Moto2 Rory Skinner. Quest&rsquo;ultimo, cos&igrave; come Haslam, nel 2025 passer&agrave; alla Ducati mentre Brookes guider&agrave; una Honda. &ldquo;Hicky&rdquo; rester&agrave; invece con il marchio tedesco e al suo fianco nel Team FHO Racing avr&agrave; il campione della Superstock 1000 &ndash; e vincitore del Senior TT e del GP Macao &ndash; Davey Todd. Al di l&agrave; dei risultati sportivi, ci&ograve; che rende avvincente il BSB &ndash; con migliaia di spettatori sugli spalti a ogni round &ndash; &egrave; il regolamento unico al Mondo, sia per quel che riguarda il sistema di punteggio, che dal punto di vista tecnico. I punti non vengono assegnati in maniera continua, ma variano in base ai round: i primi otto appuntamenti compongono la Main Season e i vincitori delle manche ottengono 18 punti, i secondi classificati 16 e cos&igrave; via. I successivi round fanno invece parte dello Showdown e il vincitore di manche guadagna 25 punti, eccezion fatta per il round conclusivo &ndash; denominato &ldquo;Showdown Finale&rdquo; &ndash; in cui chi trionfa prende addirittura 35 punti, il secondo classificato 30 e il terzo 27. Un&rsquo;idea a prima vista complessa ma che si sta rivelando funzionante per tenere aperti i giochi fino alla fine. A ci&ograve; si aggiunge il particolare regolamento tecnico che prevede moto senza aiuti elettronici, in grado di livellare le prestazioni dei vari modelli &ndash; non a caso, quest&rsquo;anno hanno vinto Yamaha, Honda, Ducati, BMW e Kawasaki &ndash; e mettere in evidenza la competitivit&agrave; dei piloti (nove diversi vincitori). Inoltre, da quest&rsquo;anno &egrave; stata introdotta la sottocategoria Pathway, una via di mezzo tra BSB e Superstock volta a rimpolpare la griglia. Qui, a vincere &egrave; stata l&rsquo;Aprilia con Lewis Rollo, a podio anche nella classifica assoluta in occasione del round di Snetterton e spesso nelle posizioni di alta classifica in sella alla RSV4 schierata dal Team IN Competition. Il 2025 avr&agrave; un&rsquo;importante novit&agrave; anche nel calendario. Niente ritorno in Spagna, con Navarra che ospiter&agrave; soltanto i test prestagionali, ma ci sar&agrave; comunque un round al di fuori del Regno Unito con il gradito rientro di Assen, che ospiter&agrave; il primo appuntamento dello Showdown di fine stagione tornando nel panorama d&rsquo;Oltremanica dopo cinque anni. La stagione si prospetta nuovamente equilibrata. Detto di Ryde, sempre in sella alla Yamaha R1, al suo fianco il Team Grilla OMG Racing schierer&agrave; un altro sicuro protagonista quale Bradley Ray, gi&agrave; campione nel 2022, al rientro nel BSB dopo un biennio nel mondiale SBK, ma non soltanto. Bridewell e Andrew Irwin continueranno con lo squadrone Honda Racing UK e, dopo un anno di apprendistato con la CBR, il numero 46 ambir&agrave; a riprendersi il trono, cos&igrave; come le tre sopracitate Ducati di Glenn Irwin, Haslam e Skinner e un rinnovato team ufficiale Kawasaki con l&rsquo;ex SBK Christian Iddon. I presupposti per un&rsquo;altra grande stagione all&rsquo;insegna dell&rsquo;equilibrio fino all&rsquo;ultima gara, insomma, ci sono tutti. CIV, il Sisma Racing Team debutta nella Superbike       

I risultati dell'ultimo biennio sono l&rsquo;essenza di un campionato spettacolare grazie al format della classifica e al regolamento tecnico&nbsp;

BSB, che successo! Tutti i segreti della SBK britannica

        La prima stagione del mondiale femminile, il WorldWCR, si &egrave; conclusa con un'epica ultima manche a Jerez de la Frontera in cui a conquistare il titolo iridato &egrave; stata Ana Carrasco. La pilota spagnola ha cos&igrave; scritto un importante capitolo di storia delle due ruote, come gi&agrave; accaduto nel 2018 quando si laure&ograve; campionessa del mondo in Supersport 300, e all'EICMA &egrave; passata a trovarci allo stand raccontandoci nel dettaglio questa grande impresa ottenuta con la Yamaha del team Evan Bros. BSB: Ducati prepara l'assalto al titolo 2025 con Haslam e Irwin Carrasco: &ldquo;Il titolo all'ultima gara? Ho gestito bene la situazione&rdquo;  &ldquo;E' stato fantastico diventare la prima campionessa nella storia del mondiale femminile, ma lo &egrave; stato anche e soprattutto tornare a vincere dopo anni difficilissimi e fortemente segnati dagli infortuni&rdquo;, ci ha detto Ana. &ldquo;A Jerez sapevo che in Gara 2 avrei avuto bisogno di un quarto posto per chiudere i giochi e ho usato la testa puntando a quel risultato restando sempre in controllo, ma uno dei momenti pi&ugrave; belli dell'anno &egrave; stato anche il weekend di Estoril visto che ho vinto sul circuito in cui nel 2020 ho avuto il peggior incidente della mia carriera&rdquo;. Per saperne di pi&ugrave; sulla trionfale stagione di Ana Carrasco e di ci&ograve; che le riserver&agrave; il futuro, ecco la nostra videointervista completa.         

Ana &egrave; diventata la prima campionessa del mondiale femminile: &ldquo;Mi sono sentita sempre in controllo. Vincere il titolo &egrave; stato fantastico, cos&igrave; come il trionfo all'Estoril&rdquo;

WorldWCR, Carrasco: “Tornare a vincere dopo anni difficili è stato magico” | EICMA 2024

        Il 2024 di Jopsehine Bruno &egrave; stato a dir poco trionfale, visto che la giovanissima (classe 2008) ragazza tricolore si &egrave; laureata campionessa nella seconda edizione del CIV Femminile dominando il campionato con la Kawasaki Ninja 400 del team Gradara Corse. Inoltre, &ldquo;Joy&rdquo; ha preso parte anche alla Women's European Championship riuscendo ad essere protagonista anche a livello internazionale con la medesima squadra, cogliendo una vittoria nel round conclusivo a Imola. BSB: Ducati prepara l'assalto al titolo 2025 con Haslam e Irwin Bruno: &ldquo;Peccato per il round di Rijeka, ma &egrave; stato un anno fantastico&rdquo;  &ldquo;La mia stagione &egrave; andata molto bene, sono felicissima perch&eacute; ho vinto il titolo nel CIV Femminile ma sono stata una delle grandi protagoniste anche nel WEC (Women's European Championship, ndr)&rdquo;, ci ha raccontato la giovanissima e talentuosa pilota tricolore, direttamente dal nostro stand all'EICMA. &ldquo;Mi spiace non essere riuscita a giocarmi il campionato europeo fino all'ultimo per via della rottura del motore nel round di Rijeka, ma &egrave; stato comunque un anno fantastico&rdquo;. Per saperne di pi&ugrave; sull'ottimo 2024 vissuto da Josephine Bruno, ma anche e soprattutto sulle prospettive future, ecco la nostra videointervista.        

Vincitrice del titolo nel CIV Femminile e grande protagonista anche nell'Europeo, Josephine ci ha fatto un bilancio della propria annata: ecco cosa ci ha detto in esclusiva

CIVF, “Joy” Bruno: “Felice di essere stata veloce anche nel WEC” | EICMA 2024

        Nuovi colori, stesse ambizioni: nel 2025, Roberta Ponziani correr&agrave; nuovamente nel mondiale femminile WorldWCR passando al team Klint Forward Racing, squadra con cui quest'anno Maria Herrera ha chiuso come vice campionessa. La forte ragazza abruzzese, che quest'anno ha chiuso al quinto posto con un podio all'attivo riuscendo in numerose occasioni a tener testa alle quattro spagnole &ldquo;mattatrici&rdquo; del campionato, avr&agrave; tutte le carte in regola per confermarsi tra le assolute protagoniste in sella alla Yamaha R7. BSB: Ducati prepara l'assalto al titolo 2025 con Haslam e Irwin Ponziani: &ldquo;Mi sono confrontata con ragazze di grandissima esperienza&rdquo;  Roberta &egrave; passata a trovarci al nostro stand all'EICMA, raccontandoci della stagione iridata da poco conclusa e non solo: &ldquo;Per me &egrave; stato il primo anno da pilota del mondiale e mi sono confrontata con ragazze di grande esperienza internazionale, riuscendo a crescere molto durante la stagione. Per il 2025 l'obiettivo sar&agrave; quello di migliorarmi ulteriormente lottando per la vittoria e, correndo per un team come Forward che vanta tanti anni nel panorama mondiale, penso di essere nel posto giusto per poter essere protagonista&rdquo;. Per saperne di pi&ugrave; sulla stagione vissuta da Roberta Ponziani nel mondiale femminile e sulle aspettative per un 2025 che si preannuncia davvero intenso, ecco la nostra videointervista completa.        

Roberta, grande protagonista del mondiale femminile, difender&agrave; i colori del team Forward nel 2025. E' passata a trovarci al nostro stand: ecco cosa ci ha raccontato

WorldWCR, Ponziani: “Forward? Il team giusto per essere protagonista” | EICMA 2024

        Tempo di annunci decisamente rilevanti per quel che riguarda la prossima stagione del British Superbike e, in particolare, per il marchio Ducati. La Casa italiana sar&agrave; infatti presente in griglia nel 2025 con due veri e propri top rider che punteranno senza mezzi termini al titolo della massima serie britannica, ovvero Leon Haslam ed il &ldquo;confermatissimo&rdquo; Glenn Irwin, al via rispettivamente con il team Moto Rapido e con PBM. CIV, presentata la nuova Suzuki GSX-8R Cup: in palio c'&egrave; Daytona  Haslam in Ducati per tornare protagonista  Leon Haslam &egrave; un pilota che non ha certo bisogno di presentazioni, essendo ormai un veterano del panorama nazionale ed internazionale con trascorsi nel Motomondiale e in SBK (in cui &egrave; anche diventato vice campione del mondo nel 2010). Gi&agrave; vincitore del BSB nel 2018, &ldquo;Pocket Rocket&rdquo; difender&agrave; i colori del team Moto Rapido Ducati prendendo il posto di Christian Iddon, con il chiaro obiettivo di tornare protagonista dopo un'annata decisamente pi&ugrave; complicata del previsto con la BMW, con cui non &egrave; riuscito ad esprimersi al meglio contrariamente a quanto accaduto nel 2023. EICMA 2024: Aprilia svela la nuovs RS 660 Trofeo Irwin e PBM insieme per altri due anni  Il secondo annuncio riguardante il marchio di Borgo Panigale &egrave; stato quello di Glenn Irwin, che come facilmente prevedibile ha rinnovato il proprio contratto con il team Hager PBM per altre due stagioni continuando cos&igrave; ad inseguire quel titolo britannico Superbike gi&agrave; sfiorato in numerose occasioni (e in particolare nel 2023, quando gli sfugg&igrave; per solo mezzo punto dopo un epico confronto con Tommy Bridewell). Va inoltre ricordato che il centauro di Carrickfergus avr&agrave; nel BSB il proprio unico impegno da ora in avanti, avendo annunciato il ritiro dalle corse su strada poche settimane fa. SBK, Lowes: "La nuova Bimota? Una vera moto da corsa" | EICMA 2024       

&ldquo;Pocket Rocket&rdquo; ed il pilota nordirlandese correranno nella serie britannica con le Panigale V4 R, rispettivamente con i colori dei team Moto Rapido e PBM

BSB: Ducati prepara l'assalto al titolo 2025 con Haslam e Irwin

        A Toprak Razgatlioglu &egrave; bastata Gara 1 per chiudere i giochi e laurearsi Campione del Mondo SBK, quello 2024 &egrave; il secondo titolo iridato per il turco ma il primo per BMW Motorrad che dopo aver debuttato nel mondiale SBK 15 anni fa &egrave; riuscita a centrare il titolo iridato. SBK, la stagione da titolo di Razgatlioglu: i momenti pi&ugrave; iconici  BMW ingresso complicato, abbandono precoce Era il 30 novembre 2007 quando BMW con un comunicato annunciava il suo impegno nel mondiale Superbike a partire dalla stagione 2009, 6168 giorni dopo BMW Motorrad a Jerez ha conquistato il tanto agognato titolo mondiale piloti grazie a Toprak Razgatlioglu. Un viaggio iniziato come detto nel 2007 quando la casa di monaco annunci&ograve; un modello 4 cilindri in linea da 1000cc per partecipare al mondiale SBK. Le prime immagini della futura BMW S 1000 RR arrivano il 24 aprile 2008 nel corso dell&rsquo;estate 2008 vengono messi sotto contratto da prima Ruben Xaus e poche settimane pi&ugrave; tardi Troy Corser. La stagione di debutto non fu brillante, Troy Corser centr&ograve; un quinto piazzamento a Brno come miglior piazzamento terminando la stagione al tredicesimo posto con soli 96 punti mentre Ruben Xaus chiude addirittura in diciassettesima posizione finale. La BMW S 1000 RR &egrave; una moto acerba e BMW non ha l&rsquo;esperienza necessaria per riuscire a ben figurare nella stagione di debutto. Per colmare questa mancanza di esperienza BMW strapp&ograve; a Ducati una delle colonne portanti del box ufficiale di Borgo Panigale: Davide Tardozzi. L&rsquo;arrivo del manager ravennate doveva portare BMW a colmare negli anni successivi la mancanza di esperienza, divergenze tra Tardozzi ed il management bavarese portarono per&ograve; alla separazione gi&agrave; al termine della prima stagione in SBK. Nel 2011 BMW cambia entrambi i piloti ingaggiando Leon Haslam e Marco Melandi con quest&rsquo;ultimo che a Donington Park il 13 maggio 2012 centra il primo storico successo della casa di monaco in SBK. Quella del 2012 &egrave; stata probabilmente la miglior stagione di BMW almeno fino ad oggi con Marco Melandri che grazie a cinque successi (tra cui una doppietta a Brno) a appena tre round dal termine della stagione si trovava in testa al mondiale con 18,5 punti di vantaggio su Max Biaggi. Due scivolate al Nurburgring ma soprattutto il doppio zero di Portimao - dove cadde a inizio gara obbligando l&rsquo;esposizione della bandiera rossa e non prese parte n&eacute; alla ripartenza di Gara 1 che alla successiva Gara 2 per le conseguenze dell&rsquo;incidente - &nbsp;lo tagliarono per&ograve; fuori dalla corsa per il titolo che lo vide a fine stagione terminare al terzo posto in campionato a soli 30 punti da Max Biaggi con 4 pesanti &ldquo;zero&rdquo; nelle ultime 6 manche. Al termine della stagione 2013 che vide Chaz Davies affiancare Melandri nel team ufficiale, BMW decise di disimpegnarsi in forma ufficiale dal mondiale SBK, negli anni successivi diverse S 1000 RR restarono in griglia schierate dal team Toth, BMW Motorrad Italia e dal team Althea.  Dal debutto in Stock al successo in BMW: i momenti chiave della carriera di Toprak Dal ritorno nel 2019 fino al titolo SBK BMW fa il suo ritorno in forma ufficiale in SBK nel 2019 appoggiandosi alla struttura inglese di Shaun Muir, che tutt&rsquo;ora &egrave; parte integrante del team. Il ritorno in gara con Markus Reiterberger e Tom Sykes con quest&rsquo;ultimo che a Misano Adriatico centra il secondo gradino del podio regalando a BMW un podio che mancava dal 2013. A fine stagione Sykes sar&agrave; ottavo in campionato mentre il tedesco, bandiera BMW solo quattordicesimo venendo sostituito per il 2020 da Euguene Laverty. La stagione &ldquo;accorciata&rdquo; a causa della pandemia non aiuta BMW e soprattutto il nord irlandese che fa peggio di Reiti venendo sostituito a sua volta al termine della stagione da Michael Van der Mark in uscita dal team ufficiale Yamaha che nel frattempo si era assicurata le prestazioni di Toprak Razgatlioglu. La scelta di puntare sul pilota olandese paga e VDM a Portimao centra il successo nella Superpole Race regalando a BMW una vittoria che mancava dal quasi 10 anni. Nel 2022 la casa di Monaco di Baviera ingaggia Scott Redding che, anche complice due gravi infortuni di Van der Mark a inizio stagione &egrave; il miglior pilota BMW alla fine della stagione terminando il campionato in ottava posizione anche grazie a tre podi. Nella passata stagione l&rsquo;olandese &egrave; ancora vittima di un grave infortunio a met&agrave; stagione che lo costringe a saltare quattro round su dodici ed al termine della stagione la miglior M 1000 RR - modello che dalla stagione precedente ha sostituito la S 1000 RR &ndash; &egrave; quella privata di Garrett Gerloff, dodicesimo con Scott Redding solo quattordicesimo. BMW nel corso dell&rsquo;estate 2023 decide di fare all in ingaggiando Toprak Razgatlioglu ed affiancandolo a Van der Mark, gi&agrave; suo compagno in Yamaha ufficiale e pilota col quale il turco si trova molto bene. La scommessa paga subito e nonostante i dubbi dell&rsquo;inverno ed una rottura a Phillip Island, una volta che la SBK &egrave; rientrata in Europa il turco &egrave; diventato quasi imbattibile conquistando 15 successi in 18 manche &ndash; di cui 13 consecutivi, stabilendo un nuovo record &ndash; e involandosi verso la conquista del titolo. A Magny-Course nel corso del primo giro lanciato delle FP2 il turco cade e sbatte violentemente contro le barriere poste per impedire che le moto attraversino la pista. Le immagini dell&rsquo;impatto sono violente ma miracolosamente Toprak si rialza da solo sui propri piedi e lascia la pista. Il verdetto nella serata &egrave; per&ograve; duro, pneumotorace traumatico che lo costringe ai box sia nella tappa francese che nella successiva a Cremona. Toprak torna ad Aragon dove con tre secondi posti torna ad allungare in campionato su Nicol&ograve; Bulega e con i due successi di Estoril si avvicina a chiudere i giochi conquistando infine il titolo al termine di Gara 1 di Jerez e facendo festeggiare non solo la Turchia ma anche BMW. &nbsp;  WorldWCR Jerez: Herrera batte Carrasco in Gara 1, out Sara Sanchez       

La casa di Monaco di Baviera grazie a Razgatlioglu conquista il primo titolo piloti in Superbike, un percorso non privo di imprevisti e delusioni

Un viaggio lungo 15 stagioni: Toprak porta BMW al primo mondiale SBK

        Ryan Vickers e il team Grilla OMG Racing Yamaha con cui &egrave; impegnato quest'anno nel British Superbike (e con cui correr&agrave; da wild card a Jerez) hanno comunicato che le loro strade si separeranno a fine stagione. Mentre la squadra di punta della Casa di Iwata per la serie d'oltremanica dovrebbe puntare sul rientrante Bradley Ray al suo posto, il quale affiancherebbe cos&igrave; la new entry Joe Talbot e il confermato Kyle Ryde, per Ryan si sono aperte le porte del mondiale Superbike. SBK, nuova idea per Iannone: un team privato con Feel Racing Vickers in SBK con la Ducati Motocorsa  A quanto pare, il centauro britannico sar&agrave; impegnato a tempo pieno nella prossima stagione con la Ducati Panigale V4 R del team Motocorsa, con cui effettuer&agrave; il debutto &ldquo;vero e proprio&rdquo; dopo aver corso nella serie iridata come sostituto di Leon Haslam nel 2022 a Most con una Kawasaki. Si tratter&agrave; anche della sua prima esperienza con Ducati dopo aver gareggiato per diverse stagioni con Yamaha nel campionato britannico, dove al momento ha conquistato nove successi tra cui quelli dei weekend perfetti di Navarra e Brands Hatch di quest'anno in cui &egrave; rimasto imbattuto. La sua carriera con le Superbike &egrave; iniziata per&ograve; con Kawasaki, con cui ha effettuato il passaggio alle 1000 direttamente dalla Stock 600, per poi gareggiare con FHO Racing BMW prima di trovare in Yamaha la propria dimensione nell'ultimo biennio. Quest'anno &egrave; attualmente sesto in campionato nel BSB pur avendo saltato due round per infortunio, con sette successi ottenuti: un ottimo biglietto da visita che ha convinto la compagine capitanata da Lorenzo Mauri a puntare su di lui per il prossimo anno. SBK, BMW "trema": nessuna certezza sul rientro di Razgatlioglu        

La squadra capitanata da Lorenzo Mauri saluter&agrave; Michael Ruben Rinaldi e punter&agrave; sul giovane talento britannico, grande protagonista della serie d'oltremanica

SBK, Motocorsa “pesca” dal BSB: arriva Ryan Vickers nel 2025

        Avvicinarsi alla fine della stagione del British Superbike significa una sola cosa: l'arrivo dello Showdown. Da un paio d'anni non si tratta pi&ugrave; di uno &ldquo;show&rdquo; riservato soltanto ai primi sei/otto del campionato, ma di un cambiamento nel sistema di punteggio valevole per tutti i piloti in griglia con l'obiettivo di rendere maggiormente rilevanti gli appuntamenti conclusivi. Il primo di questi si &egrave; svolto lo scorso weekend sul tracciato di Oulton Park, in cui sono state effettivamente rimescolate le carte in tavola: ecco cos'&egrave; successo. SBK: Rea out a Cremona, al suo posto ci sar&agrave; Canepa Ryde vince Gara 1 dopo una gran lotta, Bridewell out  La prima gara del weekend si &egrave; aperta con un immediato colpo di scena, visto che nelle battute inizili della contesa Tommy Bridewell &egrave; caduto ponendo fine anzitempo alla propria manche. Un &ldquo;regalo&rdquo; sfruttato nel migliore dei modi dal diretto rivale Kyle Ryde, che in sella alla Yamaha R1 del team OMG Racing ha conquistato una fantastica vittoria che gli ha permesso di prendere momentaneamente la leadership della classifica di campionato. Il trionfo del numero 77 &egrave; arrivato al termine di una corsa davvero ricca di bagarre, con ben cinque piloti in piena lotta per le posizioni da podio fino alla tornata conclusiva. Alla fine, alle spalle di Ryde ha chiuso Glenn Irwin con la Ducati del team Hager PBM, seguito da Lee Jackson, Josh Brookes (il quale ha anche annunciato che nel 2025 non continuer&agrave; con il team FHO Racing) e Ryan Vickers, tutti racchiusi in poco pi&ugrave; di un secondo sotto la bandiera a scacchi. Gira pagina per la Sprint Race e Gara 3 &nbsp; Irwin s'impone nella Sprint Race bagnata   La Sprint Race ha rischiato la cancellazione per via di numerosi rinvii causati da un meteo a dir poco inclemente che sembrava non dar tregua all'organizzazione della serie d'oltremanica. Fortunatamente, seppur con un programma rivisto rispetto a quanto inizialmente previsto e con soli dieci giri da percorrere, i piloti sono riusciti a scendere in pista e, in condizioni di bagnato, a spuntarla &egrave; stato un ottimo Glenn Irwin. Il ducatista &egrave; cos&igrave; tornato al successo dopo un digiuno durato diversi round (non saliva sul gradino pi&ugrave; alto del podio da Snetterton, a inizio luglio) potendo dedicare la vittoria all'ex Team Owner Paul Bird a circa un anno dalla scomparsa. Alle sue spalle hanno poi chiuso Danny Kent e Leon Haslam, a lungo in lotta per la vittoria prima di un &ldquo;lungo&rdquo; all'ultimo giro che l'ha costretto ad accontentarsi della terza piazza. Quarto posto per Tommy Bridewell, mentre Kyle Ryde ha chiuso solo 13&deg;. SBK Cremona: Fritz sostituto di Aegerter, Delbianco wild card con Motoxracing Ancora Ryde in Gara 3, Bridewell resta leader   A poche ore di distanza dalla Sprint Race, Kyle Ryde si &egrave; riscattato immediatamente andando a vincere Gara 2, conquistando cos&igrave; anche il premio di &ldquo;Rider of the Weekend&rdquo; come gi&agrave; successo anche a Cadwell Park. L'inglese ha vinto davanti a Tommy Bridewell, il quale pu&ograve; comunque ritenersi soddisfatto visto che ha lasciato Oulton Park da leader di campionato, e al &ldquo;solito&rdquo; Storm Stacey, sempre davvero competitivo in condizioni complicate. A completare la Top 5 di una corsa disputata in due parti per via della caduta (senza grosse conseguenze fisiche) di Lewis Rollo troviamo poi Max Cook e Danny Kent, mentre Glenn Irwin si &egrave; dovuto accontentare della nona piazza alle spalle del fratello Andrew. Il centauro di Carrickfergus &egrave; comunque ancora in piena lotta per il titolo con Bridewell e Ryde, contro cui si confronter&agrave; nuovamente a Donington Park tra due settimane nel penultimo round del 2024. SBK: HRC e Honda Racing UK pronte a collaborare nel round di Cremona       

Il pilota Yamaha ed il portacolori Ducati PBM si sono spartiti le vittorie nel terzultimo round stagionale. Gioie e dolori per Bridewell: ecco come sono andate le gare

BSB, Oulton Park: Ryde e Irwin brillano nel primo atto dello Showdown

        Dal British Superbike al mondiale di categoria: sia Kyle Ryde che Ryan Vickers, assoluti protagonisti della massima serie britannica, chiuderanno la stagione con una wild card nel round in programma a fine ottobre a Jerez de la Frontera, andando a guidare le Yamaha R1 del team Grilla OMG Racing con cui sono solitamente impegnati nel BSB, ma con specifiche regolamentari Superbike, elettronica Magneti Marelli e supporto diretto da parte di Yamaha Motor Europe. Entrambi faranno cos&igrave; il loro ritorno nel paddock iridato come chiusura di un anno decisamente positivo fino a questo momento, in cui hanno centrato undici vittorie ed altri nove podi. Per Vickers, l'ultima apparizione risale al 2022, quando sostitu&igrave; Leon Haslam nel round di Most con la Kawasaki Pedercini, mentre Ryde (reduce da un incredibile weekend a Cadwell Park) vanta numerose apparizioni nel mondiale Supersport, con anche un podio all'attivo ottenuto a Donington Park nel 2015. Per entrambi quella mondiale sar&agrave; una bella vetrina in cui mettere in mostra il loro talento anche a livello internazionale. CIV: Bartolini e il Lucky Racing Team, un'avventura dal finale perfetto Le parole di Ryde e Vickers  &ldquo;E' stato fantastico sapere che il team effettuer&agrave; una wild card nel mondiale Superbike a Jerez&rdquo;, ha detto un Kyle Ryde visibilmente entusiasta. &ldquo;Sar&agrave; una fantastica opportunit&agrave;, anche perch&eacute; adoro il circuito di Jerez, lo conosco bene e ci ho girato anche con una Yamaha R6 negli scorsi mesi, ma gareggiarci con una R1 in configurazione SBK sar&agrave; qualcosa di incredibile. Il team sta gi&agrave; lavorando per arrivare pronto a questo appuntamento e non posso far altro che ringraziare il Team Manager Paul Curran ed il team Owner Alan Gardner per aver deciso di darci questa magnifica chance&rdquo;. Della medesima opinione, ovviamente, anche Ryan Vickers: &ldquo;Sono emozionato all'idea di correre a Jerez de la Frontera in un round del mondiale Superbike, specialmente perch&eacute; lo far&ograve; con il mio team e una moto che conosco alla grande, seppur con specifiche tecniche SBK diverse da quelle utilizzate nel BSB. Sar&agrave; interessante scoprire a che livello siamo io e Kyle in confronto ai piloti della serie iridata e non vedo l'ora di tornare in quel paddock&rdquo;. SBK: Bautista e il team ufficiale Ducati ancora insieme nel 2025       

Kyle Ryde e Ryan Vickers, assoluti protagonisti del campionato britannico, disputeranno il round conclusivo della serie iridata in sella alle Yamaha R1

Dal BSB al mondiale SBK: il team OMG Racing “al completo” a Jerez

        C&rsquo;era un odore pungente, nel casco di Ron Haslam, il giorno in cui colse il miglior risultato nel Motomondiale. Pioveva, ad Assen, e sul lato interno della sua visiera era stata passata una patina di detersivo liquido per i piatti. Combinata al nastro americano che si era appiccicato fra il naso e la mentoniera, la mossa rappresentava una soluzione antiappannamento per nulla scientifica, ma nel 1985 si faceva cos&igrave;. In Olanda l&rsquo;allora ventinovenne si schier&ograve; in seconda fila, nelle narici un mix di aromi chimici di cui presto non si sarebbe curato pi&ugrave;, focalizzandosi sulla gara. In griglia era fiducioso, perch&eacute; nei precedenti tre anni si era affermato come un maestro delle partenze: il pi&ugrave; efficace di tutti nel mettersi davanti e tirare il gruppo della classe regina nei primi giri, anche se poi perdeva immancabilmente terreno e veniva risucchiato. A met&agrave; anni &rsquo;80 si partiva ancora a spinta, il motore spento e la prima ingranata, tutta la forza nelle gambe, la leva della frizione da mollare al momento giusto, con l&rsquo;esatta dose di gas. Pronti via, le gocce di pioggia a puntinare il cupolino. E subito una piccola sorpresa, perch&eacute; a mettersi davanti fu Randy Mamola, sottraendo per una volta a Rocket Ron il ruolo di lepre. Venti giri pi&ugrave; tardi la vittoria and&ograve; allo statunitense, mentre l&rsquo;inglese raccolse l&rsquo;unico argento di una carriera che conferma una delle pi&ugrave; affascinanti dinamiche del tifo sportivo, in cui vincere non &egrave; la sola strada per farsi amare dal pubblico. Pi&ugrave; che per i crudi risultati, Haslam ha saputo catturare l&rsquo;attenzione con il look, lo stile di guida, la dedizione e i lampi di prestazione. Chioma da rockettaro e basette che manco Elvis, port&ograve; in pista prototipi audaci negli azzardi tecnici e nel design: su tutti le Elf, finanziate dal colosso francese del petrolio e pronte a snobbare la tradizione per sposare la sperimentazione, come la forcella anteriore sostituita da soluzioni tecniche che sembravano provenire dalla NASA. Il britannico ha vestito sia i panni del pilota che quelli del collaudatore (anche della Norton-Wankel), in una parabola da oltre 100 GP decollata con la Honda e transitata pure nelle orbite Suzuki e Cagiva. Nei box dei marchi giapponesi fece i conti con compagni di marca scomodi, Freddie Spencer e Kevin Schwantz, riferimenti assoluti capaci di creare pi&ugrave; di un grattacapo a un pilota che fra stimoli e frustrazioni &egrave; stato spesso fedele a una teoria di base: quando le cose vanno bene, basta lasciarle andare. Toccando niente. Senza cercare troppi perch&eacute;.  Passa alla prossima pagina SBK, Carl Fogarty: "Ero amato perch&eacute; la gente si rivedeva in me" &nbsp; Storie Sprint, Ron Haslam: l'intervista  La tua gara migliore &egrave; stata quella di Assen, con il secondo posto dietro Mamola sul bagnato? &ldquo;Non credo. Bisogna riavvolgere il nastro di quasi un anno, fino al GP Svezia del 1984. L&igrave;, fin dalle prove, mi veniva tutto facile. Voglio dire, sebbene non mi sembrasse di fare nulla di speciale, e senza cambiamenti radicali sulla moto, ero molto veloce. Siglai la pole e in gara scappai con facilit&agrave;: dopo una decina di giri avevo fatto il vuoto, dietro di me gli inseguitori avevano un ritardo che corrispondeva pi&ugrave; o meno all&rsquo;intero rettilineo principale. Ma la temperatura della mia Honda inizi&ograve; a salire e di conseguenza perse potenza. Dovetti alzare bandiera bianca&rdquo;. Tanta rabbia? &ldquo;Direi piuttosto delusione, perch&eacute; mentre guidavo pensavo proprio che sarebbe stata la volta buona. Non feci scenate: gli uomini della Honda, ai box, erano tristi quanto me. Si scusarono pi&ugrave; e pi&ugrave; volte&rdquo;. Venivi da un terzo posto e, dopo quell&rsquo;inciampo, mostrando comunque di che stoffa eri fatto, ne conquistasti un altro: eri in forma. &ldquo;Quei due podi arrivarono a Silverstone, la mia gara di casa, e al Mugello. Ero in palla e stavo migliorando, considerando che eravamo a fine stagione e nei round precedenti raramente ero sceso sotto la quinta posizione. Quando inizi&ograve; il 1985, rinvigorito dai risultati, pensavo non soltanto di essere pronto per ottenere la prima vittoria, ma anche di lottare per il titolo&rdquo;. Invece? &ldquo;Non and&ograve; cos&igrave; e non so esattamente il motivo. Essere il compagno di marca del pi&ugrave; in forma del momento, Spencer, di certo aveva un impatto. Nell&rsquo;85 fece doppietta vincendo il campionato sia in 250 che in 500, l&rsquo;unico a conquistare due titoli nel Motomondiale nello stesso anno in quelle categorie. La sua superiorit&agrave; non mi ha mai demotivato, per&ograve;. Ogni mattina, a casa, mi svegliavo e pensavo a come allenarmi in palestra per assecondare le mie esigenze fisiche, per esempio rafforzare le braccia o lavorare sul fitness generale. Era l&rsquo;atteggiamento di uno che vuole dare battaglia, questo, non di un rinunciatario&rdquo;. Di Spencer cosa ti impressionava? &ldquo;La naturalezza. Probabilmente provava la stessa sensazione che avevo avvertito io in Svezia quando stavo dominando e mi veniva tutto facile. Secondo me conferma una teoria: quando le cose girano per il verso giusto, basta lasciarle andare. La cosa pi&ugrave; impressionante di Freddie riguardava il controllo del freno anteriore nell&rsquo;ultimissima parte dell&rsquo;ingresso in curva, quando hai ancora la leva in mano. Aveva una sensibilit&agrave; senza pari, mai vista in nessun altro. A volte riusciva a lasciare delle tracce nere sull&rsquo;asfalto con la gomma davanti, tanto era efficace e al limite. &Egrave; una cosa super rischiosa da fare, perch&eacute; se non sei perfetto finisci a terra di colpo, senza avvertimenti&rdquo;. Passa alla prossima pagina &nbsp; Ron Haslam: i rivali, le moto, le partenze  Voi due avete corso sia con la NS 500 a tre cilindri che con la NSR, che montava un V4. &ldquo;Gi&agrave;, ma la prima versione della quadricilindrica non era nata nel modo giusto. Nel tentativo di abbassare il baricentro, il serbatoio era stato collocato sotto al motore, mentre le marmitte passavano sopra. Era pi&ugrave; potente della V3, ma in termini di maneggevolezza, velocit&agrave; in curva e guidabilit&agrave;, era peggiore&rdquo;. Nel 1985, al Mugello, uno dei tuoi soliti start: scattasti come una scheggia dalla seconda fila passando in mezzo ai due ufficiali Yamaha, pochi centimetri fra le estremit&agrave; dei vostri semimanubri, da una parte e dall&rsquo;altra. Eri cos&igrave; bravo e costante che dopo un po&rsquo; inizi&ograve; ad apparire come un copione gi&agrave; visto: scattavi in testa, ma poi perdevi terreno. &ldquo;Credo che le ragioni vadano ricercate nei miei inizi. Quando avevo cominciato a correre, all&rsquo;et&agrave; di 15 anni, guidavo una Norton Commando 750. Era una bicilindrica a quattro tempi molto pesante. Probabilmente mi ero abituato al peggio e con le 500 due tempi avevo vita facile&rdquo;. Ti scoraggiavi, quando dopo qualche giro gli avversari ti riprendevano? &ldquo;Partire bene &egrave; positivo, ma ti mette anche in una situazione di svantaggio. Sulla tua schiena spunta un bersaglio gigante. Sei nel mirino di tutti. Inoltre, offri agli altri un riferimento: inseguendoti e studiandoti possono capire qualcosa di utile per essere pi&ugrave; veloci&rdquo;. Il 29 marzo 1987 ci fu la prima partenza con il motore acceso, dopo lo stop alla soluzione precedente. In molti si domandarono se Haslam sarebbe partito davanti anche cos&igrave;. &ldquo;Risposta affermativa. Scattai dalla seconda fila e andai in testa&raquo;. In quella gara, a Suzuka, correvi con i colori della Elf, che di prassi schierava un suo prototipo, ma eri in sella a un&rsquo;altra moto. &laquo;Era il mio secondo anno, nell&rsquo;ambito di quel progetto. La nuova 500 non era pronta e per contratto, nel frattempo, potevo gareggiare con una Honda. Nelle prime otto gare non feci mai peggio di quinto, con due podi. Ma poi quelli della Elf decisero di chiudere l&rsquo;anno con la loro moto e i risultati calarono. Finii l&rsquo;annata in quarta piazza&rdquo;. La Elf era una moto decisamente strana da vedere: le forme pulite e filanti, ma soprattutto la presenza di un forcellone all&rsquo;anteriore, anche monobraccio, e un generale rifiuto di ci&ograve; che era convenzionale. &ldquo;Era un mezzo radicalmente diverso da tutto il resto. Fra Honda e Yamaha c&rsquo;erano differenze, ma il concetto di base era lo stesso. Nella Elf, invece, era tutto stravolto. Di bello c&rsquo;era che le possibilit&agrave; di regolazione, nella messa a punto, erano veramente ampie. E ci&ograve; era molto stimolante per chi come me collaudava, perch&eacute; era pi&ugrave; facile capire dove c&rsquo;era del potenziale&rdquo;. Cosa funzionava meglio? &ldquo;Penso che il forcellone monobraccio posteriore sia stata la soluzione pi&ugrave; azzeccata. Nonostante fosse un concetto nuovo, funzion&ograve; come quello tradizionale in poco tempo. Forse non era meglio, ma nemmeno peggio. E aveva potenziale&rdquo;. La principale pecca? &ldquo;Il forcellone all&rsquo;anteriore: era troppo pesante&rdquo;.  Passa alla prossima pagina &nbsp; Ron Haslam, Schwantz, i fratelli  Nel 1989 andasti alla Suzuki accanto a Schwantz, che quell&rsquo;anno era in gran spolvero: ottenne sei vittorie in 15 gare, mai peggio di secondo quando vide la bandiera a scacchi. &ldquo;Dopo aver corso con una moto unica come la Elf, avevo bisogno di tempo per adattarmi. La RGV era fatta su misura per Kevin, cucita attorno a lui, per valorizzarne le caratteristiche di guida. Voleva una moto con cui tenersi stretto in inserimento, voltare secco e accelerare forte. Le traiettorie normali, che idealmente ti vedrebbero entrare largo, poi stringere cercando la corda e uscire, non rendevano. Impiegai tutta la stagione per capirlo. Con la Suzuki dovevo entrare stretto e sfruttare la capacit&agrave; della RGV di girare di colpo, in poco spazio. Ne ebbi la conferma nelle fasi iniziali di una delle ultime gare, quando superai quattro piloti in una curva sola. Il primo all&rsquo;esterno, il secondo all&rsquo;interno, il terzo all&rsquo;esterno e l&rsquo;ultimo ancora all&rsquo;interno. In vista del 1990, galvanizzato perch&eacute; mi ero parecchio avvicinato a Kevin, pensavo di poter fare bene. Ma non mi rinnovarono&rdquo;. In questo caso hai fornito una spiegazione puntuale e ragionata: davvero quando le cose andavano bene non cercavi il motivo? &ldquo;&Egrave; cos&igrave;. Ma attenzione: non voglio dire che guidavo come al solito e non c&rsquo;erano ragioni. Quella era soltanto la mia impressione. In realt&agrave;, quando sei estremamente a tuo agio probabilmente ti comporti in modo diverso. Ma non te ne accorgi. &Egrave; l&igrave; il punto&rdquo;. Hai perso due fratelli nelle competizioni, uno in moto e l&rsquo;altro con il sidecar. Hai anche gareggiato e vinto al Tourist Trophy, la corsa stradale pi&ugrave; celebrata, ma anche fra le pi&ugrave; rischiose. Il motociclismo era uno sport pieno di insidie ai tuoi tempi: questo aspetto ti influenzava? &ldquo;Agli alti livelli, non credo che i piloti sentano il pericolo. Per quanto mi riguarda, credevo cos&igrave; tanto in me stesso, cio&egrave; nell&rsquo;essere capace di non commettere errori, che pensavo di avere effettivamente questa abilit&agrave;. Ripensandoci adesso, le cose stavano diversamente. Ma il lato pericoloso delle corse, semplicemente, io non lo vedevo. Era una questione di fiducia. Credi in te stesso e pensi che non sbaglierai mai&rdquo;. MotoGP, Di Giannantonio: "Dall'Igna &egrave; un genio. Gli sono grato"       

L'intervista per "Storie Sprint": "Vi racconto tutto. Honda, Suzuki, Schwantz, la Elf con il forcellone anteriore, le partenze a spinta"

Ron Haslam: "Persi due fratelli in gara, ma io non vedevo il pericolo"

        Complici le incombenti Olimpiadi di Parigi (26 luglio-11 agosto), la classica giapponese del Mondiale Endurance &egrave; stata anticipata nel fine settimana del 18-21 luglio, in concomitanza con il round SBK di Most. Mai cos&igrave; importante come quest&rsquo;anno la 8h di Suzuka visto il minimo scarto (appena un punto) a questo punto del Mondiale tra gli attuali leader di classifica Yoshimura SERT (senza Black infortunato e con la new entry Albert Arenas al suo posto) e i campioni in carica di YART, in rampa di lancio dopo la vittoria alla 8h di Spa di inizio giugno ed i buonissimi test di Suzuka della seconda met&agrave; di giugno chiusi alle spalle della Ducati V4R del team Kagayama. Pur essendo in calendario come terzo appuntamento stagionale, la 8h di Suzuka mantiene ancora il suo fascino e la sua tradizione di essere prettamente EWC (ci sono le Stock ma sono tutte squadre giapponesi, ad eccezione di Wojcik 777, National Motos Honda e Team Etoile, giapponese ma deb del Mondiale) ma non per tutte le squadre iscritte al Mondiale. Solo 11 sono i permanent team del Mondiale presenti a Suzuka: Motobox Kremer e KM99 ci saranno come lo scorso anno, new entry Tati Team Beringer Honda, Wojcik 777 Honda (con Gino Rea che torna due anni dopo il bruttissimo incidente), Team Etoile BMW, Honda National Motos. Cambi di line up, debutti ed assenze importanti  Vista la concomitanza del round di Most del Mondiale SBK Team HRC schierer&agrave; il trio inedito Zarco-Nagoe-Takahashi per difendere il titolo conquistato lo scorso anno.&nbsp;Ritorna quindi la tradizione dei piloti MotoGP presenti a Suzuka.&nbsp; Cambio di line up per il team Yoshimura SERT Suzuki che al posto dell&rsquo;infortunato Gregg Black (l&rsquo;anglo-francese si &egrave; rotto il polso nei test ufficiali) ha chiamato dalla Moto2 lo spagnolo Albert Arenas. Debutto nella &ldquo;Gara delle Gare&rdquo; anche per un altro prospetto della Middle Class del Motomondiale, ovvero Barry Baltus che guider&agrave; anche lui una Suzuki, quella del team AutoRace Ube insieme a West e Tsuda. Prima presenza a Suzuka anche per il team Kagayama Ducati (nonostante sia impegnato nella JSB1000) con Mizuno, Syahrin (vecchia conoscenza di Motomondiale ed SBK) e Waters, cos&igrave; come il Suzuki CN Challenge di Shinich Sahara, oltre ai team Honda di quest&rsquo;anno del Mondiale ovvero Tati Team Beringer e Wojcik 777. Non &egrave; un vero e proprio debutto ma &egrave; a Suzuka per la prima volta con una BMW Sylvain Guintoli, arruolato dalla Casa bavarese come tester per la M1000RR SBK e nuovo pilota del team Endurance al posto di Guarnoni.  Sfida nella sfida YART-Yoshimura SERT  La vittoria della 8h di Spa dello scorso giugno ha portato i campioni in carica di YART ad un solo punto di ritardo da Yoshimura SERT, rendendo decisamente interessante la gara di domenica per le due compagini in lotta per il titolo. Non solo la lotta per la corona iridata del Mondiale (difenderla nel caso di YART, ritrovarla in quello di Yoshimura SERT), ma anche la gara in s&eacute;, alla luce dei crono fatti segnare nei test di giugno, nei quali ha prevalso la squadra di Mandy Kainz (alla ricerca del risultato mancante a Suzuka) ma la gara, come sempre &egrave; un&rsquo;altra storia. Naturalmente i favoriti d&rsquo;obbligo per la gara restano i piloti di Team HRC, un po&rsquo; per il blasone di Honda e un po&rsquo; per difendere la doppietta 2022-2023. Anche se i crono dei test non sono stati certo idilliaci (2&rsquo;06 alto contro il 2&rsquo;05 basso di Kagayama Ducati e YART)  Un po&rsquo; di Italia anche in Giappone  La colonia azzurra al via della 8h di Suzuka &egrave; abbastanza folta: insieme a Niccol&ograve; Canepa, iridato in carica con YART, ci sono deb di lusso come Gamarino (Kawasaki Webike Trickstar), Manfredi (Frontier BMW, il team di Noboru Ueda), Rolfo (Team Etoile BMW), Baiocco (Tatara Aprilia) Ducati &egrave; presente con la sola V4R affidata al team di Kagayama, cos&igrave; come Aprilia con il Team Tatara nella National Superstock. Vecchie e nuove conoscenze di Motomondiale e SBK  Il bello della 8h di Suzuka &egrave; quello di vedere al via delle vere e proprie icone del motociclismo giapponese, sia in pista che al muretto box. In pista ci sono gli evergreen Yanagawa (53 anni), Sekiguchi, Kiyonari mentre al muretto box ci sono Noboru Ueda (Frontier BMW) e Ukyo Kagayama (team Kagayama Ducati)&nbsp; Arrivano dall&rsquo;attuale paddock del Motomondiale Zarco (Team HRC), Arenas (Yoshimura SERT), Baltus (AutoRace Ube Suzuki), ci sono anche Nozane e Taiga Hada oggi nel FIM JuniorGP Moto2, Kunii, Aji e Mika Perez. Mentre dal paddock del Mondiale Superbike c&rsquo;&egrave; solo Yuta Okaya, presente anche l&rsquo;anno scorso. Numeri in vista di Suzuka e dati 2023  Ecco un po&rsquo; di numeri che raccontano l&rsquo;imminente 8h di Suzuka, terzo appuntamento del Mondiale Endurance 2024 46: team iscritti alla 8h di Suzuka&nbsp; 11: permanent team del Mondiale Endurance 31: team EWC 14: team National Superstock 1:&nbsp;&nbsp; team Experimental (#0 Suzuki CN Challenge) 7: costruttori (Honda, Yamaha, Kawasaki, Suzuki, BMW, Aprilia, Ducati) Il record della pista in qualifica &egrave; di Team HRC con Tetsuta Nagashima in 2&rsquo;04&rdquo;934 del 2022 mentre quello in gara risale ancora al 2019 ed &egrave; di Kawasaki Team Green con Jonathan Rea in 2&rsquo;06&rdquo;805. 216 sono i giri condotti in testa da Team HRC nell&rsquo;edizione dello scorso anno. Ultimi vincitori: 2023: Team HRC (Tetsuta Nagashima, Takumi Takahash, Xavi Vierge) 216 giri 2022: Team HRC (Tetsuta Nagashima, Takumi Takahashi, Iker Lecuona) 214 giri&nbsp; 2019: Kawasaki Racing Team Suzuka 8H (Jonathan Rea, Leon Haslam, Toprak Razgatliog?lu) 216 giri 2018: Yamaha Factory Racing Team (Katsuyuki Nakasuga, Alex Lowes, Michael van der Mark) 199 giri 2017: Yamaha Factory Racing Team (Katsuyuki Nakasuga, Alex Lowes, Michael van der Mark) 216 giri 2016: Yamaha Factory Racing Team(Katsuyuki Nakasuga, Alex Lowes, Pol Espargaro?) 218 giri Highlights del 2023&nbsp; Direttamente dal canale YouTube del Mondiale Endurance le fasi salienti della gara dello scorso anno vinta da Team HRC   EWC 8h Suzuka Orari&nbsp;       

Nel fine settimana, dopo un mese di assenza seguito alla 8h di Spa, torna la classica per eccellenza del Mondiale Endurance, la gara sul tracciato giapponese

EWC, 8h di Suzuka: “triello” per la vittoria finale tra Team HRC, YART e Ducati Kagayama

        Il round di Misano disputato a met&agrave; giugno aveva mostrato dei valori in campo ben precisi per quanto riguarda i protagonisti del mondiale Supersport, con Adrian Huertas al top in ogni sessione e vincitore di entrambe le manche, con il solo Yari Montella in grado di tenere almeno in parte il passo dello spagnolo del team Ducati Aruba e le Yamaha di Stefano Manzi e Valentin Debise ad inseguire. Questo weekend si torner&agrave; in azione per l'appuntamento d'oltremanica sul tracciato britannico di Donington Park, che presentando caratteristiche diametralmente opposte a quelle del circuito romagnolo potrebbe rimescolare le carte in gioco pur vedendo ancora i due ducatisti sopracitati come grandi favoriti. SBK, Lowes contro Lowes: chi far&agrave; meglio a Donington Park? Manzi in cerca di riscatto, ma occhio alle MV... e a Oncu  Lo scorso anno il sopracitato Stefano Manzi &egrave; stato uno dei migliori interpreti di Donington e punter&agrave; al riscatto per riavvicinarsi alla leadership della classifica di campionato, proprio come Marcel Schroetter, reduce dall'esperienza in Moto2 e pronto a tornare in sella alla MV Agusta F3,e Federico Caricasulo, a sua volta sulla MV, che nell'ultimo periodo si &egrave; cimentato anche in Superbike nel contesto dell'IDM. Impossibile poi non annoverare tra i possibili protagonisti anche Can Oncu con la Kawasaki del team Puccetti, il quale sta vivendo una stagione decisamente pi&ugrave; complicata del previsto, ma a Donington quest'anno ha gi&agrave; corso (e vinto) in occasione della tappa del BSB, proprio come il &ldquo;padrone di casa&rdquo; Tom Booth-Amos. E a proposito di British Supersport, ci saranno anche due wild card in griglia provenienti dalla serie d'oltremanica, ovvero TJ Toms ed Eugene McManus (quest'ultimo con il team ROKiT Haslam Racing), i quali cercheranno di tenere testa ai migliori piloti delle derivate di serie sul loro tracciato di casa nelle due gare che scatteranno sabato e domenica alle 16:20 italiane. SSP300, dall'Alpe Adria al mondiale: Daniel Turecek wild card a Most       

A circa un mese di distanza dal round di Misano i piloti della Supersport torneranno in azione sul circuito britannico con lo spagnolo leader e gli italiani sicuri protagonisti

La SSP arriva a Donington Park: riparte la caccia alla Ducati di Huertas

        Tra le numerose ragazze del panorama motociclistico tricolore, una di quelle da tenere d'occhio &egrave; certamente Denise Dal Zotto. Portacolori del team Motoxracing sia nel CIV Femminile che nella Women's European Championship, la giovane pilota veneta &egrave; reduce da un'importante parentesi a livello internazionale avendo gareggiato nel contesto del BSB (British Superbike) nello scorso biennio e si sta inserendo ormai con grande costanza nelle posizioni di vertice di entrambi i campionati in cui gareggia quest'anno con la Yamaha R3 della squadra capitanata da Sandro Carusi. Per questo, le abbiamo chiesto qualcosa in pi&ugrave; a proposito del suo particolare passato, in cui ha anche fatto parte dell'Academy di Leon Haslam e del team FHO Racing di Faye Ho, e degli obiettivi futuri a breve e lungo termine, compreso un eventuale approdo al mondiale femminile WorldWCR; ecco cosa ci ha raccontato in esclusiva. BSB Snetterton: Irwin vince la "Race of Aces", Colombi brilla in Sportbike Dal Zotto: &ldquo;Stagione positiva, sto migliorando ad ogni round&rdquo;   Denise, come sta andando questa tua prima stagione nel CIV Femminile e nell'Europeo? &ldquo;Sta andando abbastanza bene. Il primo round di Misano &egrave; stato complicato visto che dovevo adattarmi a tanti aspetti e ho faticato pi&ugrave; del previsto ritrovandomi molto indietro, ma i round successivi sono stati positivi e sono riuscita anche a salire sul gradino pi&ugrave; alto del podio migliorando le mie prestazioni ad ogni uscita in pista fino a trovarmi a lottare con le migliori sia nel CIV Femminile che nell'Europeo&rdquo;. Quanto sono diversi i campionati in cui stai correndo ora, rispetto al BSB da cui arrivi? &ldquo;Molto. Innanzitutto, adattarmi alla Yamaha R3 dopo due anni di Kawasaki non &egrave; stato semplice e inoltre qui utilizziamo le Dunlop mentre nel BSB le Pirelli. I circuiti britannici sono molto particolari, richiedono un approccio diverso rispetto a quelli italiani o dell'Europa continentale e anche il pubblico e l'ambiente in generale sono differenti, ma come detto mi sto adattando a questo nuovo contesto&rdquo;. In passato hai fatto parte dell'Academy di Leon Haslam: com'&egrave; stato? &ldquo;E' stato particolare, ma bello. Leon &egrave; un pazzo, in senso buono chiaramente, e correre nel suo team &egrave; stato utile per la mia crescita, cos&igrave; come lo &egrave; stata l'esperienza nel team FHO Racing di Faye Ho (squadra protagonista anche e soprattutto nelle corse su strada con Peter Hickman e Josh Brookes, ndr) con cui ho corso nel 2023 con altre ragazze come compagne di squadra&rdquo;. WEC Brno: Silvia Comincioli, il primo podio della "mamma racing" &ldquo;Il panorama femminile sta crescendo, &egrave; bello farne parte&rdquo;   Che obiettivo ti poni da qui a fine stagione? &ldquo;Per quanto riguarda il CIV Femminile, credo che lottare per il titolo fino alla fine possa essere un obiettivo realistico visto che al momento non siamo distanti da Joy (Josephine Bruno, ndr), mentre nell'Europeo punto ad avvicinarmi il pi&ugrave; possibile a Natalia Rivera, che in questo momento rappresenta un vero e proprio punto di riferimento per tutte le avversarie essendo davvero velocissima&rdquo;. Cosa ne pensi del nuovo mondiale femminile? &ldquo;Credo che la sua introduzione rappresenti un passo in avanti molto importante per il movimento motociclistico femminile, che ormai &egrave; una vera e propria realt&agrave; in crescita da diversi anni e di cui sono fiera di far parte. Vedere le pilote correre nel paddock della Superbike pu&ograve; far avvicinare anche nuovi appassionati che prima non seguivano, o addirittura non conoscevano, questa realt&agrave;&rdquo;. In futuro punti ad un approdo nel WorldWCR? &ldquo;Sicuramente sarebbe bello se riuscissi ad arrivare anche io al mondiale, ma non mi voglio sbilanciare per il momento. Qui mi trovo bene e il team Motoxracing con cui corro &egrave; impegnato anche l&igrave;, perci&ograve; mai dire mai, ma quel che &egrave; certo &egrave; che insieme al mio manager terremo in considerazione ogni opzione interessante per il prosieguo della mia carriera&rdquo;. La SBK sbarca a Donington: orari e programmazione Sky e TV8       

La pilota del team Motoxracing sta vivendo una stagione 2024 da protagonista. Le abbiamo chiesto qualcosa in pi&ugrave; sulla sua particolare carriera: ecco cosa ci ha raccontato

Denise Dal Zotto: dal BSB al doppio impegno tra CIV e WEC | Esclusiva

        Dopo un mese dalla tripletta in casa Ducati di Toprak Razgatlioglu e la ridda di voci sul suo passaggio in MotoGP nel 2025 (poi tutto rientrato e rimandato eventualmente al 2026-2027), la Superbike riparte da dove tutto ha avuto inizio la sua storia, ovvero Donington Park Il tracciato situato nelle Midlands Orientali, con la sua configurazione di 4020 metri, &egrave; stato presente sin dalla prima edizione del Mondiale datata 1988. Con quella di quest&rsquo;anno sono 28 le edizioni dello UK Round, quasi sempre presente salvo dal 2002 al 2006, nel 2010 e nel 2020 causa pandemia.&nbsp; Storia e caratteristiche del tracciato di Donington Park  Come la maggior parte dei circuiti inglesi, anche il primo layout di Donington Park risale agli anni 30. Costruito ed inaugurato nel 1931 per ospitare essenzialmente gare motociclistiche nel periodo precedente la Seconda Guerra Mondiale. Durante la guerra, il tracciato viene chiuso ed abbandonato per essere poi recuperato solamente negli anni 70 dall&rsquo;imprenditore inglese Tom Wheatcroft. Le gare tornano a Donington soltanto nel 1977 e dal 1987 il tracciato delle Midlands &egrave; tappa fissa di Motomondiale e Mondiale Superbike. Nella sua configurazione attuale, il tracciato di Donington Park misura poco pi&ugrave; di 4 km (4020 metri per la precisione) e consta di 12 curve, 7 a destra e 5 a sinistra. E&rsquo; un tracciato misto-veloce con saliscendi e curve veloci oltre ad un paio di brusche frenate.&nbsp; I tratti caratteristici del tracciato inglese  Donington Park nel corso degli anni non ha subito grossi stravolgimenti al layout originale del 1931, di fatto &egrave; stato modificato solo il tratto finale (dalla S intitolata a Carl Fogarty al tornante prima del rettilineo principale) per essere idoneo ad ospitare il Motomondiale. I punti di frenata pi&ugrave; difficili sono: Redgate, la prima curva dopo il rettilineo; Old Hairpin, curva a destra difficile perch&eacute; si arriva dalla discesa delle Craner Curves; McLean&rsquo;s, prima delle due destre, facile perdere l&rsquo;anteriore in ingresso; S Fogarty, lanciati dall&rsquo;uscita della Coppice &egrave; facile sbagliare il punto di ingresso della prima curva; Melbourne Hairpin, luogo di lunghi e contatti; Goddards, idem come il Melbourne Hairpin (ne sanno qualcosa Melandri, Rea ed Haslam nel 2012) Il tracciato inglese, per la sua conformazione, non offre tantissimi punti dove tentare un sorpasso. Dove si pu&ograve; provare un attacco quindi? Redgate, anche se il rettilineo &egrave; corto si pu&ograve; attaccare in ingresso; McLean&rsquo;s, si sono visti tanti attacchi in questa destra cieca prima della Coppice; S Fogarty sfruttando la scia sul rettilineo in uscita dalla Coppice; Melbourne Hairpin, ma il rischio &egrave; l&rsquo;incrocio di traiettoria; tentativo da ultimo giro alla Goddard con il rischio di fare patatrac. Incidenti e numeri da circo a Donington Park  Incidenti&nbsp; Pensando a Donington Park, gli incidenti pi&ugrave; famosi sono essenzialmente due: quello di Troy Bayliss del 2007 e quello del 2012 con protagonisti Melandri, Haslam e Rea.&nbsp; 1 giugno 2007. Gran Premio d&rsquo;Europa, terzo round della stagione. Siamo al quinto giro di gara-1, Troy Bayliss &egrave; in testa davanti a Toseland quando la sua 999F07 lo sbalza via alla Coppice facendolo rotolare nella ghiaia. L&rsquo;australiano esce malconcio dalla caduta ma vuole a tutti i costi disputare la seconda gara. Si fa amputare una falange del mignolo pur di correre ma i medici lo fermano dallo schierarsi in griglia per gara-2 avendo anche delle contusioni nelle parti basse per aver sbattuto sul serbatoio. 13 maggio 2012. Gran Premio d&rsquo;Europa, quinto round della stagione. Siamo all&rsquo;ultimo giro di gara-2, in testa ci sono le BMW di Haslam e Melandri seguite da Rea e Biaggi. Alla Goddards Rea cerca il solito attacco da ultimo giro ma sfortunatamente tocca Haslam che va a carambolare su Melandri (in stile Jerez 2018 con Dovizioso, Lorenzo e Pedrosa). Vittoria per Rea davanti a Biaggi con Haslam ultimo e Melandri ritirato. Numeri da circo Pensando ai numeri da circo sul tracciato di Donington, l&rsquo;unico esempio &egrave; quello del giapponese Kiyonari sul bagnato nel 2008 con la sua CBR perennemente di traverso Statistiche e record di Donington Park  Il tracciato delle Midlands Orientali &egrave; presente nel calendario del Mondiale Superbike fin dalla sua prima edizione nel 1988. Quest&rsquo;anno taglia il traguardo delle 28 edizioni. Nel 1988 &egrave; doppietta italiana con Davide Tardozzi vincitore di gara-1 su Bimota e Marco Lucchinelli vincitore di gara-2 con la Ducati L&rsquo;edizione dello scorso anno invece ha visto la doppietta di Alvaro Bautista nelle due gare lunghe, con Toprak Razgatlioglu che si &egrave; aggiudicato la Superpole Race. Orari SBK Donington       

Ecco tutto quello che c&rsquo;&egrave; da sapere sul tracciato inglese, dove nel fine settimana del 12-14 luglio si svolger&agrave; il quinto appuntamento del Mondiale

Donington Park: l’analisi delle criticità per la SBK

        Bandiere nere, bandiere rosse, pioggia torrenziale, prime vittorie ed un nuovo leader di campionato: nel round di Knockhill del British Superbike &egrave; successo davvero di tutto. Dopo la pausa per il Tourist Trophy, i piloti sono infatti tornati in azione per il quarto appuntamento stagionale della massima serie d'oltremanica sul &ldquo;pazzo&rdquo; e brevissimo circuito scozzese (con tempi sul giro inferiori al minuto): andiamo a vedere cos'&egrave; successo nelle tre manche. Romano Fenati torna in azione: in gara al Mugello nel CIV SBK Gara 1: Bridewell centra il primo successo con la Honda  La prima corsa in programma ha visto un Tommy Bridewell in grande spolvero in sella alla CBR1000RR-R Fireblade SP del team Honda Racing UK. Il campione in carica ha salutato il resto del gruppo per andare a centrare con quasi tre secondi di vantaggio il primo trionfo con la supersportiva della Casa di Tokyo. Il numero 1 &egrave; salito sul gradino pi&ugrave; alto del podio precedendo sotto la bandiera a scacchi l'ex-Moto2 Rory Skinner con la BMW ed Andrew Irwin, a sua volta al primo podio stagionale con la Honda. A proposito di Irwin, per&ograve;, il protagonista in negativo della corsa &egrave; stato Glenn, ormai ex leader della classifica di campionato, il quale ha accusato un problema tecnico nel corso della contesa dovendosi ritirare. Tuttavia, non essendosi accorto del fumo che fuoriusciva dalla moto, il centauro di Carrickfergus ha continuato a girare per diversi giri prima ignorando la bandiera nera con il disco arancio. Un'ingenuit&agrave; che l'ha costretto a partire ultimo in Gara 2, dove ha nuovamente fatto parlare di s&eacute;. Gira pagina per Gara 2 e Gara 3 &nbsp; Vittoria &ldquo;in casa&rdquo; per Rory Skinner in Gara 2   La seconda manche &egrave; stata un assolo di Rory Skinner con la BMW M 1000 RR del team Cheshire Mouldings by TAS Racing, con cui sotto ad un vero e proprio diluvio ha centrato il successo sulla pista di casa con circa cinque secondi di margine su Christian Iddon e Tommy Bridewell, rispettivamente secondo a terzo al traguardo dopo una emozionante bagarre ricca di sorpassi nell'iconico tornantino finale in salita. Come detto, per&ograve;, ancora una volta &egrave; stato Glenn Irwin il coprotagonista della corsa. Costretto a partire dall'ultima casella in griglia per via della penalit&agrave; di Gara 1, il portacolori del team Hager PBM Ducati ha dato vita ad una furiosa rimonta che gli ha permesso di recuperare dalle ventisettesima piazza all'ottava, con sorpassi al limite e parecchi rischi nonostante le condizioni proibitive del tracciato. SBKK, Rea alle corde: "Difficile non iniziare a dubitare di me stesso" Iddon s'impone in Gara 3 con la Ducati  A proposito di Ducati, la terza e conclusiva gara del weekend ha visto Christian Iddon portare al top la Panigale V4 R del team Oxford Racing diventando cos&igrave; il settimo vincitore diverso di questa stagione (pur essendo soltanto al quarto round!) davanti ad un nuovamente competitivo Tommy Bridewell e al campione del mondo Moto3 del 2015 Danny Kent, a podio con la McAMS Yamaha. Tuttavia, la corsa &egrave; stata interrotta in anticipo con una bandiera rossa per via della brutta caduta di Leon Haslam, il quale ha riportato diverse contusioni ma, fortunatamente, nulla di estremamente serio. Concluso il round di Knockhill, &egrave; Tommy Bridewell il nuovo leader della classifica di campionato, con undici lunghezze di margine su Glenn Irwin (nono in Gara 3) e sedici su Danny Kent. Il prossimo appuntamento sar&agrave; su un tracciato estremamente diverso, ovvero Snetterton nella sua configurazione &ldquo;300&rdquo;, dove si correr&agrave; nel fine settimana del 5-7 luglio.        

Il campione in carica ha centrato il primo successo con la Honda in un round segnato dal meteo. Vittorie anche per Skinner e Iddon, gare difficili per Irwin

BSB: Bridewell nuovo leader dopo un weekend “pazzo” a Knockhill

        Quando mancano poche settimane al via della seconda gara stagionale del mondiale EWC a Spa con la competizione che passa da 24 a 8 ore di gara, dal paddock del motomondiale di Barcellona arriva la conferma del primo nome proveniente dalla MotoGP alla 8 ore di Suzuka in programma per luglio. MARQUEZ &Egrave; ORMAI UNA CERTEZZA: "MONDIALE A DUE, MA IO TENTO DI AGGANCIARMI" La MotoGP torna a Suzuka Nelle ultime stagioni la concomitanza tra la &ldquo;gara delle gare&rdquo; e il motomondiale aveva impedito ai piloti della MotoGP di prendere parte alla classica giapponese. A coprire le assenze dei piloti della top class ci avevano pensato, egregiamente, i loro colleghi della SBK con Xavi Vierge e Iker Lecuona vincitori nelle ultime due edizioni sulla Honda #33 del team HRC. Prima della pandemia fu Kawasaki ad imporsi con Jonathan Rea, Leon Haslam e Torpak Razgatlioglu che interruppe la striscia di successi di Yamaha che con Alex Lowes e Michael Van der Mark aveva vinto le edizioni 2017 e 2018. Per tornare a trovare un pilota MotoGP vincitore a Suzuka bisogna tornare al biennio 2015-2016 quando sulla Yamaha #21 corse Pol Espargaro affiancato nel successo del 2015 anche da Bradley Smith suo compagno di squadra in Tech3 nel motomondiale. Andando pi&ugrave; indietro nel tempo indimenticabile il successo di Valentino Rossi in equipaggio con Colin Edwards del 2001 o quelli di Daijiro Kato nel 2000 e 2002. L&rsquo;ultimo pilota MotoGP a correre a Suzuka fu proprio uno dei piloti di Lucio Cecchinello, Takaaki Nakagami che nel 2018 corse con la RedBull Honda with Japan Post #33, squadra ufficiale HRC schierata a Suzuka.  EWC, 8H DI SPA: ORARI E PROGRAMMAZIONE Zarco a Suzuka per vincere Honda arriva da due edizioni della 8 ore di Suzuka vinte da dominatrice praticamente incontrastata, l&rsquo;assenza degli equipaggio ufficiali Kawasaki e Yamaha che hanno lasciato ai team che disputano regolarmente l&rsquo;EWC il ruolo di prime guide e l&rsquo;ingente impegno economico profuso per tornare a vincere nella propria gara di casa hanno reso la CBR1000RR-R in salsa giapponese praticamente imbattibile, sia sul giro singolo che in gara. Per questo con un pilota dalla grande esperienza come Johann Zarco in sella immaginare che la casa dell&rsquo;ala dorata possa prendere il terzo successo consecutivo sul circuito dell&rsquo;otto volante &egrave; tutt&rsquo;altro che impossibile. Il francese potrebbe sfruttare la pausa venutasi a creare per il rinvio della gara del Kazakistan per volare in Giappone ed effettuare i primi test sulla CBR1000RR-R gommata Bridgestone. La speranza degli appassionati &egrave; che Zarco sia solo il primo dei piloti MotoGP annunciati per la prossima 8 ore di Suzuka.        

Il passaggio in Honda con il team LCR lo ha tolto dalla lotta per podi e vittorie nella top class, l&rsquo;opportunit&agrave; nell&rsquo;EWC &egrave; dunque ghiotta

Dalla MotoGP alla 8 ore di Suzuka: Zarco vuole tornare a vincere

        Dopo un round di Oulton Park monopolizzato dal rosso Ducati grazie alla grande tripletta di Glenn Irwin, rimasto poi imbattuto anche alla North West 200 la scorsa settimana, il terzo appuntamento stagionale del British Superbike andato in scena sull'iconico tracciato di Donington Park &egrave; stato decisamente pi&ugrave; incerto. I colpi di scena sono iniziati gi&agrave; nelle sessioni di prove, visto che al termine del venerd&igrave; due grandi protagonisti quali Rory Skinner e Peter Hickman hanno alzato bandiera bianca per problemi fisici. L'ex-Moto2 per via della brutta caduta di Oulton Park, da cui sta ancora recuperando, mentre &ldquo;Hicky&rdquo; (in accordo con il team FHO Racing) ha optato per non prendere rischi visto l'imminente inizio del Tourist Trophy in cui punter&agrave; alla vittoria. Seppur con due top riders in meno, andiamo a vedere cos'&egrave; successo nelle tre gare. FIM JuniorGP, Barcellona: vincono Rios e Carpe, podio per Morosi Trionfo di Ryde in Gara 1, paura per Iddon   Gara 1, disputata nella giornata di sabato, ha visto partire dalla pole position Ryan Vickers, la cui corsa &egrave; durata per&ograve; soltanto una manciata di giri per via di una scivolata al Melbourne Hairpin. A lottare per il gradino pi&ugrave; alto del podio sono stati Kyle Ryde e Tommy Bridewell, con il pilota del team Grilla OMG Racing che ha avuto la meglio sul campione in carica in una manche interrotta al quindicesimo dei venti giri previsti per via di una brutta caduta di Christian Iddon. Il ducatista &egrave; caduto rovinosamente mentre era in piena lotta per il podio, venendo portato immediatamente al centro medico per accertamenti (fortunatamente senza grossi problemi fisici). A salire sul gradino pi&ugrave; basso del podio &egrave; stato invece Leon Haslam con la BMW, il quale ha preceduto Danny Kent e Glenn Irwin, che interrompe cos&igrave; la propria striscia di sei vittorie consecutive tra BSB e North West 200 in sella alla Ducati Panigale V4 R del team Hager PBM. Gira pagina per la Sprint Race e Gara 3 &nbsp; Irwin torna al successo nella Sprint Race, infortunio per Vickers   E' bastata una sola gara di assenza dalla Top 3, per rivedere Glenn Irwin sul gradino pi&ugrave; alto del podio. Il pilota del team Hager PBM Ducati ha infatti centrato il successo (il settimo nelle ultime otto gare tra pista e strada) nella Sprint Race battendo un ritrovato Leon Haslam con la BMW del l'Haslam ROKiT Racing ed un nuovamente veloce Tommy Bridewell con la CBR1000RR-R del team Honda Racing UK. A chiudere la Top 5 troviamo le due Yamaha R1 di Danny Kent e Kyle Ryde, rispettivamente quarto e quinto sotto la bandiera a scacchi, con Christian Iddon sesto dopo il ritorno in azione in seguito alla caduta di Gara 1. Purtroppo, Ryan Vickers &egrave; nuovamente caduto al Melbourne Hairpin come nella prima manche, rimediando un infortunio al torace e alla spalla sinistra, concludendo cos&igrave; in anticipo il fine settimana. WorldWCR, Ponziani protagonista nei test: "Anche meglio delle aspettative" Trionfo a sorpresa di O'Halloran in Gara 3   La terza ed ultima manche del weekend &egrave; stata senza ombra di dubbio la pi&ugrave; emozionante, con una fantastica lotta a quattro per la vittoria fino all'ultimo giro. A centrare il successo &egrave; stato l'australiano Jason O'Halloran, al primo trionfo con i colori del team Completely Motorbikes Kawasaki, il quale ha battuto un Tommy Bridewell ancora una volta a podio e nominato &ldquo;Rider of the Weekend&rdquo; per la prima volta in stagione. Sul gradino pi&ugrave; basso del podio &egrave; salito invece Danny Kent con i colori McAMS Yamaha; il campione del mondo Moto3 del 2015 ha avuto la meglio all'ultima curva sulla Ducati di Glenn Irwin, il quale (sempre leader di campionato) ha chiuso un quartetto di testa formato da quattro moto diverse. Un risultato che conferma ulteriormente il grande equilibrio della serie d'oltremanica, che torner&agrave; in azione dopo il Tourist Trophy con il round scozzese di Knockhill, in programma nel fine settimana del 14-16 giugno.        

A conquistare le vittorie nel terzo appuntamento della stagione sono stati Ryde, Irwin e O'Halloran, in un weekend ricco di colpi di scena. Brutto infortunio per Vickers

BSB: grandi battaglie a Donington Park, con Irwin sempre più leader

        Dopo un inizio di stagione atipico sul circuito spagnolo di Navarra, i piloti del British Superbike sono tornati in patria per il secondo round, che come di consueto si &egrave; svolto sul tracciato di Oulton Park nel fine settimana del Bank Holiday, con gare in programma tra la domenica e il luned&igrave;. Con il ritorno in terra britannica, a giovarne &egrave; stato soprattutto Glenn Irwin, grande protagonista con la Ducati Panigale V4 R de team PBM, ma non sono mancate le sorprese, oltre ai momenti da fiato sospeso. Nel warm up che ha preceduto la Sprint Race, infatti, Rory Skinner &egrave; caduto rovinosamente perdendo conoscenza e, nell'impatto, il casco si &egrave; sfilato dalla testa dello scozzese. Per fortuna, il centauro dai trascorsi in Moto2 se l'&egrave; cavata dopo essere stato portato in ospedale per accertamenti, ma non ha preso parte alle gare del luned&igrave;. Andiamo per&ograve; a vedere come sono andate le tre corse disputate sul circuito del Cheshire. BSB, Colombi re di Oulton Park: vittoria al debutto nella Sportbike con Aprilia Gara 1: Irwin torna alla vittoria  Contrariamente rispetto alla passata stagione, la prima gara in programma non &egrave; stata la Sprint, bens&igrave; Gara 1 con i &ldquo;classici&rdquo; 18 giri. Una corsa che ha visto un Glenn Irwin in grande spolvero con la Ducati Panigale V4 R, con cui ha ottenuto il successo (il primo da quando il team PBM &egrave; gestito dai figli del compianto Paul Bird) davanti ad un'altra Ducati, ovvero quella di un ottimo Christian Iddon con i colori del team Moto Rapido, e alla Yamaha R1 di Kyle Ryde. Buona quarta posizione per il campione in carica Tommy Bridewell, tornato altamente competitivo con la CBR1000RR-R Fireblade SP del team ufficiale Honda Racing UK, alle spalle del quale hanno chiuso Ryan Vickers e Danny Kent, veloci ma meno incisivi rispetto al round inaugurale disputato a Navarra. Da segnalare inoltre la decima piazza di Leon Haslam con la BMW del ROKiT Haslam Racing. Gira pagina per la Sprint Race e Gara 3 &nbsp; Ancora Irwin nella Sprint Race   Nei dodici giri della Sprint Race, la quale ha aperto il programma di un intenso luned&igrave; di Bank Holiday per i piloti del BSB, &egrave; stato nuovamente Glenn Irwin con la PBM Ducati a salire sul gradino pi&ugrave; alto del podio. Il centauro di Carrickfergus, vice campione 2023, ha resistito agli attacchi di un serratissimo gruppo di testa tagliando il traguardo davanti all'ex compagno di squadra Tommy Bridewell e ad un nuovamente competitivo Christian Iddon, autore anche del giro veloce che vale la partenza dalla prima casella nella corsa successiva. Quarta piazza ad un soffio dal podio per il campione del mondo Moto3 del 2015, Danny Kent, che con la Yamaha McAMS ha preceduto Kyle Ryde ed un buon Jason O'Halloran, ancora alle prese con l'adattamento ad una Kawasaki Ninja ZX-10RR competitiva, ma ben diversa rispetto alla R1 guidata per diversi anni. Solo nono Ryan Vickers, meno incisivo rispetto a quanto accaduto in Spagna. CIVS, Deruta: Matarazzo e Salvadori si spartiscono i primi due round della stagione Gara 3: tripletta di Irwin, passo falso per Ryde  Nuova gara, stesso epilogo: anche in Gara 3, &egrave; stato un imbattibile Glenn Irwin a centrare la vittoria con la Ducati dopo un intenso duello con Christian Iddon, a podio in tutte e tre le gare come non accadeva dal 2021. Top 3 completata da un buon Ryan Vickers, con Danny Kent e Leon Haslam rispettivamente in quarta e quinta piazza, mentre si &egrave; verificato anche il primo passo falso della stagione per Kyle Ryde, ritiratosi dopo una manciata di giri dopo essere rientrato ai box perdendo cos&igrave; punti preziosi dallo stesso Irwin, che lascia Oulton Park da leader di campionato. Inoltre, il pilota di Carrickfergus sar&agrave; impegnato a partire da mercoled&igrave; al Triangle Circuit per la North West 200, dove proprio con la Panigale V4 R punter&agrave; a migliorare la striscia di otto vittorie consecutive nella celebre corsa stradale, per poi tornare in azione nel fine settimana successivo a Donington Park per difendere la leadership in classifica. X-Trial, poker per Toni Bou: fa sua la vittoria anche a Ginevra       

Il portacolori PBM &egrave; salito sul gradino pi&ugrave; alto del podio in tutte e tre le manche prendendosi anche la vetta della classifica di campionato: ecco come sono andate le gare

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