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4 set 2025
Durante la lunga pausa estiva del mondiale Superbike, la notizia più importante è stata chiaramente quella riguardante Jonathan Rea visto che il sei volte campione del mondo ha deciso di ritirarsi al termine della stagione in corso. Una decisione presa dopo il round del Balaton Park e, soprattutto, condizionata dai tanti infortuni rimediati nelle ultime difficili annate con Yamaha. A Magny-Cours il nordirlandese ha parlato in una conferenza dedicata svelando diversi retroscena, ponendosi anche un ultimo obiettivo prima della fine del campionato: ecco le sue parole.
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“Ho deciso di ritirarmi immediatamente dopo il round del Balaton, parlandone con mia moglie davanti ad un bicchiere di vino”, ha raccontato Rea in conferenza. “E' stata una combinazione di diversi fattori e gli infortuni hanno influito parecchio, perché negli ultimi due anni ho avuto dei brutti incidenti che mi hanno tolto parecchia confidenza. In particolare la caduta di quest'anno a Phillip Island ha avuto un ruolo fondamentale, perché quando sono tornato non ero più lo stesso e a Most, quando sono caduto ancora nelle prove libere, rialzandomi ho pensato “ma cosa sto facendo?” rendendomi conto di non emozionarmi più come prima gareggiando. Resto convinto che annunciare il ritiro sia stata la decisione corretta”.
“Quando ho registrato il video dell'annuncio, ho deciso di staccare tutto completamente mettendo il telefono in modalità aereo e di andare a fare un giro in bici. Una volta tornato, ho trovato mio padre che mi ha abbracciato dicendomi che avevo fatto la scelta giusta ed è stato molto emozionante vedere il suo orgoglio sapendo tutto ciò che ha fatto per me da quando ho cominciato a correre”, ha poi ammesso Johnny spendendo anche qualche parola per il suo più grande rivale. “Se dovessi indicare un avversario in particolare, direi Chaz Davies perché è stato il pilota con cui ho lottato di più nei miei anni d'oro ed è riuscito a farmi tirar fuori il meglio sia in pista che fuori. E poi dico anche Toprak Razgatlioglu, ovviamente”.
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“Nel corso della mia carriera ho vissuto sia momenti difficili che momenti fantastici e ho vinto molto più di quanto avrei mai potuto pensare, perciò se mi guardo indietro non posso che essere soddisfatto per ciò che ho ottenuto in questo paddock”, prosegue senza nascondere l'emozione. “Ogni sportivo sa che durante la propria carriera si vive alla grande ma si fanno anche tantissimi sacrifici. Io non sono Peter Pan e, ora che ho una moglie fantastica e dei figli, ho capito che per me non vale più la pena di passare meno tempo insieme a loro. Magari farò ancora qualche gara nazionale di motocross, ma non voglio più parlare di contratti e di futuro come fa un pilota professionista, ho chiuso un capitolo e non ho fretta di sapere cosa mi riserverà il prossimo anche se in qualche modo resterò comunque all'interno del paddock”.
Il numero 65 è pero ancora concentrato sul finale di stagione, in cui non vuole accontentarsi: “Adesso che ho annunciato il ritiro il mio approccio nelle ultime gare non cambierà, perché quando ti metti la tuta e tiri giù la visiera del casco entri in un'altra dimensione. L'unica differenza è che mi sono tolto un peso e non dovrò arrabbiarmi se le cose non andranno come previsto, puntando soltanto ad ottenere il massimo risultato possibile. Quest'anno non sono ancora salito sul podio, perciò penso che quello potrebbe essere un buon obiettivo da raggiungere entro fine anno per chiudere al meglio sia la mia carriera che la mia difficile avventura con Yamaha. Magari farò anche un casco speciale per l'ultimo round, ma storicamente, a parte quello usato a Donington per omaggiare Joey Dunlop, li ho sempre distrutti perciò... non saprei”.
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