MotoGP Barcellona, Bagnaia: "Sono caduto poco? Preferivo cadere di più ma vincere 11 gare!"

Il tre volte iridato si prepara al round catalano forte dei miglioramenti tecnici derivati dall'ultimo GP di Balaton che gli consentono di guardare al futuro con fiducia
MotoGP Barcellona, Bagnaia: "Sono caduto poco? Preferivo cadere di più ma vincere 11 gare!"
© Luca Gorini

Francesco AllevatoFrancesco Allevato

4 set 2025

Pecco Bagnaia arriva a Barcellona con uno spirito leggermente diverso rispetto al recente periodo, sensazioni positive merito delle modifiche tecniche attuate in Ungheria che sembrano aver portato un miglioramento significativo: "L'intervento che abbiamo fatto sulla moto è stato di meno di due centimetri, ma era il momento giusto per provare qualcosa di diverso, visto che eravamo al punto più basso della stagione, finalmente ho sentito di nuovo la moto come mia, ero contento. Il problema principale era in frenata: in ingresso curva l’anteriore ondeggiava, non riuscivo a controllarlo né a gestire la velocità, e la moto smetteva di girare. Quello che è cambiato molto è stato proprio il comportamento in staccata. La differenza più grande l’ho avvertita in ingresso curva, perché finalmente riuscivo a fermare la moto anche con angolo".

Pecco Bagnaia: "Mossa un pò disperata"

Uno step tecnico importante e, a detta dello stesso Bagnaia, necessario e un pò disperato: "Penso che quello che abbiamo fatto in Ungheria possa aiutare anche qui, ma per capire davvero se la direzione è quella giusta sarà meglio aspettare Misano. Si può dire che sia stata una mossa un po’ disperata, ma sono spesso proprio quelle a fare la differenza più grande. Io arrivo in tutti i ciruciti super consapevole del nostro potenziale, poi iniziamo il week-end ed iniziano le difficoltà, arrivo sempre subito al limite e poi faccio fatica ad andare oltre".

Bagnaia e Barcellona: "Se non fossi caduto nella Sprint, avrei vinto il mondiale nel 2024"

Dopo i miglioramenti avvertiti in Ungheria, il pilota arriva al week-end catalano con fiducia ma anche con dubbi legittimi sul reale valore delle novità, ripensando alle difficoltà recenti e ai rimpianti che hanno segnato la scorsa stagione. "C’è però ancora da capire se stiamo davvero intraprendendo una strada completamente nuova oppure no. Sono passi che riguardano in parte il lavoro fatto in passato, in parte un ritorno a soluzioni già adottate negli anni scorsi. Barcellona è stata la pista che più di tutte mi ha fatto capire quanto sia fondamentale portare a termine le gare: l’anno scorso, se non fossi caduto all’ultimo giro mentre ero in testa, non avrei perso 12 punti e avrei vinto il Mondiale. Ho sbagliato poco? Forse sì, ma avrei preferito cadere di più e vincere 11 gare".

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