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Francesco Allevato
12 lug 2025
Gara 1 di Donington consegna nuovamente un Danilo Petrucci in forma e competitivo, l'unico, al momento, in grado di avvicinarsi ai due riferimenti assoluti della massima serie, Nicolò Bulega e Toprak Razgatlioglu. Il ternano, terzo in gara per la settima volta in stagione, al termine della corsa ha espresso la sua soddisfazione per il risultato ottenuto: "Questa mattina la prima gomma da qualifica era buona, ma con la seconda non ho avuto le stesse sensazioni e non sono riuscito a migliorare. Sono partito indietro, ma sapevo di avere un buon passo. È stata una gara di strategia: io e Niccolò eravamo gli unici con la SC0 al posteriore, mentre tutti gli altri avevano la gomma X. Loro avevano più trazione all'inizio, ma poi hanno cominciato a perdere. In certi punti riuscivo ad avvicinarmi, anche di più rispetto alle altre gare, alla fine credo di aver ottenuto il massimo. Sono contento per il terzo posto, abbiamo fatto una bella gara, avevo un buon ritmo e abbiamo raccolto punti importanti".
Petrucci ha analizzato le difficoltà incontrate in gara e, per domani, punta a una partenza migliore: "Io e Niccolò faticavamo tanto in accelerazione e in frenata. La nostra moto scivola molto dietro e rende difficile frenare forte, tutto il carico va sull’anteriore. Era facile cadere, soprattutto con il caldo. Ma abbiamo fatto il massimo, quando non si è al top bisogna giocare in difesa. L’obiettivo per domani è partire almeno dalla seconda fila, sarà fondamentale guadagnare qualche posizione in griglia per essere più sicuri in gara due. Sarà dura, ma siamo pronti".
Nel confronto dei dati con Nicolò Bulega, Petrucci è consapevole di non essere troppo lontano dal connazionale, sebbene il pilota ufficiale Ducati faccia ancora una differenza ben evidente, rispetto a tutti i compagni di marca: "A Misano Bulega era su un altro livello nelle curve in cui non c'è carico sull’anteriore. In frenata siamo simili, ma lui è velocissimo dove non si frena, ha un’agilità impressionante".
Petrucci ha poi continuato: "Anche a Donington è molto bravo a fermare la moto, rialzarla e uscire forte. Io cerco di essere veloce in percorrenza, ma non sempre paga, sono differenze minime, due-tre decimi a giro, ma fanno la differenza. A volte esco più forte da una curva, ma alla fine del rettilineo sono più lento. Il gap motoristico c’è, ma piccolo. A Misano il motore contava per due-tre decimi, ma io ne perdevo otto: il resto era tutto merito suo. Nicolò usa il 100% del potenziale, io sono al 90-95%. È lui a fare la differenza". Il ternano ha poi concluso: "A volte è come una coperta corta: se migliori in frenata, perdi in accelerazione, e viceversa. Non abbiamo ancora capito come fare un vero step avanti. Un piccolo aiuto servirebbe, ma guardando i dati di Niccolò, ho sempre qualcosa da imparare. È positivo avere un riferimento così forte".
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