Il pilota Ducati in Australia ha messo in scena la "settimana più bella della sua vita", esprimendo tutto il suo nuovo potenziale
Lo straripante avvio di inizio stagione di Nicolò Bulega, autore di una fantastica tripletta sul circuito di Philip Island, porta con sé un'innumerevole dose di temi oltre che di autostima per l'italiano. Per tutto il weekend di gara, così come per la verità anche nei test invernali, Bulega è sembrato nettamente il più rapido di tutta la compagnia cantante Ducati e non solo. Non è un caso che il primo sigillo dell'anno porta la sua firma in tutte e tre le manche disputate, e, sebbene sia senz'altro coadiuvato da una Ducati in grandissimo stato di forma, è altrettanto vero che il pilota sembra aver raggiunto una maturità mentale e tecnica ancor più alta rispetto a quella già mostrata nella scorsa stagione in cui da rookie aveva sorpreso tutti vincendo in ben sei occasioni.
Ad aver convinto particolarmente della prestazione del romagnolo è, tanto la modalità con la quale è riuscito a imporsi sui suoi rivali, quanto la situazione di controllo mostrata in tutte le uscite. Se l'anno scorso peccava di una fisiologica inesperienza che l'ha portato più volte a doversi accontentare, complice anche lo strapotere di Toprak in sella alla BMW, quest'anno sembra essere tutta un'altra storia. Quest'avvio di stagione è stato da lui stesso definito come il miglior weekend della sua vita e non potrebbe essere altrimenti per un pilota che a questo punto non può più nascondersi dal suo reale obiettivo, il titolo.
Dopo essersi preso la leadership del box Ducati avendo ampiamente battuto sia Bautista che gli altri compagni di marca, Bulega proverà a ripetersi nei prossimi round con l'intento di consolidare, più che la classifica (siamo solo all'inizio), le convinzioni acquisite di essere tra i top rider più forti della categoria. Già in Supersport Bulega aveva mostrato una capacità d'adattamento destinata a sbocciare definitivamente al secondo anno (coronato in quel caso con il titolo), uno scenario che potrebbe ripetersi anche in Superbike e che in Australia ha messo le basi in maniera apparentemente salda.
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