Voto quasi scontato per il turco, mentre finiscono dietro alla lavagna Rea, Redding e non solo. Lecuona il migliore in Honda, Petrucci brilla, Bautista non entusiasma
Un’altra stagione è passata agli archivi per il mondiale Superbike. Tra sorprese, vittorie esaltanti ed altrettanto fragorose cadute, in senso figurato e non, il 2024 delle derivate resterà certamente nelle memoria di tanti. A cominciare ovviamente da Toprak Razgatlioglu e BMW, ma anche di Andrea Iannone, tornato alle competizioni con successo, oppure di un Danilo Petrucci capace di firmare la prima tripletta.
Ma anche di Alvaro Bautista, che certamente vorrà imparare dagli errori, o Scott Redding, mai così in difficoltà dal giorno del suo approdo in Superbike. Tanti dunque gli spunti di questa stagione tra promossi, rimandati e bocciati.
Alvaro Bautista 6.5: per un pilota normale un’annata con tre vittorie e molteplici podi sarebbe da ricordare, ma non per il campione uscente. Troppi gli errori durante la stagione per Alvaro, che in un paio di occasione – ad esempio Portimao – si lascia ingolosire dalla possibilità di assaltare la vittoria e finisce a terra. La velocità non è quella del 2023, ma i troppi passaggi a vuoto – leader nella classifica relativa alle cadute insieme a Sam Lowes - vanificano la corsa al titolo prima e quella al secondo posto poi.
Iker Lecuona 6.5: inizia la stagione nel peggiore dei modi, con un primo infortunio già nei test di Phillip Island, che compromette la prima parte di 2024. Con il passare delle settimane però lo spagnolo e la CBR crescono all’unisono, dando vita ad un finale di stagione entusiasmante: un podio e nove piazzamenti in top ten per Iker negli ultimi quattro round che, nonostante i tre punti in meno del compagno di squadra Vierge, lo rendono il portacolori Honda più spumeggiante della stagione.
Danilo Petrucci 8: inizia la stagione con un podio immediato, che lascia presagire qualcosa di molto interessante. Poi però la sfortuna si mette di traverso, ed un infortunio in allenamento rischia di compromettere tutto il 2024 già alla vigilia del terzo round: Danilo però si dimostra a dir poco stoico e le top ten di Misano al rientro valgono quasi come la favolosa tripletta di Cremona. Qui il portacolori Barni vive il weekend perfetto, che lo catapulta definitivamente tra i migliori. Un peccato l’assenza dal podio negli ultimi tre appuntamenti, ma la stagione resta da ricordare.
Nicolò Bulega 9: alzi la mano chi prima di Phillip Island, dove vince al debutto facendo raccolta di record, avrebbe pronosticato una stagione del genere. Veloce, costante e concentrato, Nicolò si abbatte sulla categoria come un uragano, pur mantenendo sempre il suo stile pacato. Nella seconda parte di stagione crede forse meno del dovuto alla possibilità di rimontare Razgatlioglu in classifica generale, ma il duello vinto in Portogallo è una gemma, come la sua annata.
Alex Lowes 7.5: l’inglese disputa un 2024 a due facce: la prima parte è da incorniciare, con una costanza nuova per l’inglese e tanta velocità, come confermato dai sette podi – con due vittorie in sei round. In seguito si perde un po’ e torna in parte il Lowes di sempre, salvo poi ritrovarsi proprio nell’ultimo ballo di Jerez. Un peccato aver perso il terzo posto – apparso davvero alla portata - a causa di qualche round di appannamento, ma per il 2025 Bimota può davvero credere in lui.
Sam Lowes 4.5: considerate le aspettative di addetti ai lavori e non solo, la stagione di Sam è davvero di quelle da dimenticare. Quasi mai veloce come sperato, l’inglese incappa soprattutto in un numero altissimo – 17 – di cadute, con conseguenti infortuni che compromettono il percorso. La speranza è quella di vedere il vero Sam nel 2025.
Michael Rinaldi 5: spiace, ma il binomio tutto italiano formato da Michael e Motocorsa stecca clamorosamente la stagione. Nonostante qualche bagliore di luce al debutto – il 6° posto di Phillip Island resterà il miglior piazzamento di stagione – appare chiaro sin da subito come le cose non funzionino, con conseguenti tensioni e difficoltà, e la tanto attesa svolta non arriva mai.
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