Kawasaki Ninja Trophy ZX-4RR, la cavalcata di Thomas Brianti

"Cinque anni dopo il titolo italiano, ho vinto il neonato trofeo pur saltando la prima gara: niente male. E sul 2025..."

Kawasaki Ninja Trophy ZX-4RR, la cavalcata di Thomas Brianti
© GpAgency

Christian CaramiaChristian Caramia

20 gen 2025

Non è finita finché non è finita. Così recitava il più famoso degli aforismi della leggenda del baseball Yogi Berra ed è ciò che deve aver pensato anche Thomas Brianti, protagonista l’anno scorso di un ritorno alle competizioni da incorniciare dopo un periodo di stop che sembrava aver messo fine alla sua parabola sportiva.

Nativo di Parma, classe 2003, Brianti era salito alla ribalta nel 2019, quando si aggiudicò il titolo CIV nella Supersport 300, prima di vivere due annate poco fortunate nella medesima categoria nel contesto mondiale, con il conseguente allontanamento dalle corse. L’occasione per prendersi la rivincita è arrivata con la decisione di partecipare al Kawasaki Ninja Trophy ZX-4RR, il monomarca della Casa di Akashi inserito 12 mesi fa nel contesto del Campionato Italiano Velocità. Una scelta che si è rivelata vincente: con i colori MCR Corse, Brianti ha iniziato la propria stagione con un round di ritardo, saltando l’apertura di Misano, ma l’inizio a handicap non ha inficiato il risultato finale perché, da Vallelunga in poi, quella di Thomas è stata una cavalcata trionfale fino ad aggiudicarsi il titolo con tre punti di vantaggio su Diego Goretti.

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Brianti, ritorno e vittoria


La mia stagione è stata particolare, in realtà non doveva nemmeno iniziare – il racconto di Brianti – a gennaio stavo pensando al ritiro. Anzi, più che rifletterci, lo avevo già annunciato alle persone a me più vicine. Due mesi dopo ho ricevuto una chiamata dai ragazzi di Kawasaki-Italia, i quali mi proponevano di partecipare al neonato Trofeo. Fino a quel momento mi ero dedicato soltanto alla palestra e ai pesi, ero arrivato a pesare 85 kg di soli muscoli…”.

E poi cosa è successo?

“Ho ripreso ad allenarmi per le gare soltanto due settimane prima di Vallelunga, l’appuntamento che ha segnato il mio debutto stagionale. Ricordo bene quel weekend: ho iniziato i turni di libere in sordina, trovando poi una confidenza sempre maggiore. In gara ho beffato Samuele Treccani all’ultimo giro, bagnando il rientro con una vittoria. Tornare così è stato magnifico: ho fatto ricredere chi non riponeva speranze sul sottoscritto”.

Da lì in avanti, è stato un susseguirsi di soddisfazioni.

“Successivamente ho vinto tutte le manche tranne quella di Misano 2. Il titolo è una grande rivincita personale e un’enorme soddisfazione anche per il team, che ha spinto al massimo assieme a me. Mi sono trovato benissimo con tutti gli uomini della struttura: siamo entrati in sintonia, diventando una famiglia”.

Brianti: lo stop, il futuro


Riavvolgiamo il nastro: cosa è successo prima del tuo stop?

“Nel 2019 vinsi il titolo italiano della Supersport 300 con il Team ProDina, anche se iniziai la stagione con tre “zero” in quattro gare. Vinsi l’alloro tricolore al termine di una grande rimonta: un po’ come nel 2024, questa volta però ero più consapevole dei miei mezzi. Nel 2020 arrivai al Mondiale, ma la situazione peggiorò drasticamente l’anno dopo. Nel 2022 sono passato al National Trophy 600, però la differenza di cubatura e peso rispetto alla 300 si è rivelata notevole: il feeling è arrivato soltanto a fine stagione. Troppo tardi”.

E dopo?

“Sono rimasto a casa. In quel periodo di stop ho sempre sperato di tornare alle corse, ma l’assenza di budget e sponsor mi ha portato a mollare la presa. Per questo mi sono dedicato ai miei hobby, cioè la palestra e i pesi, facendo prima il gommista e poi il caldaista come lavoro. Però i miei genitori mi hanno spinto a non mollare mai, seppur mantenendo i piedi per terra. Nel frattempo ho partecipato alla Polini 12 pollici Italian Cup per non perdere l’allenamento in sella. Poi è arrivata l’occasione nel Ninja Trophy”.

Quest’anno la SSP 300 viene sostituita, nel CIV, dalla Sportbike: cosa pensi della nuova categoria?

“Alla luce della mia esperienza con la Ninja 400, sono a favore della nuova categoria. Può essere una serie maggiormente propedeutica alle categorie superiori”.

Ti vedremo all’opera in questo contesto?

“Per quanto mi riguarda sono nella stessa situazione di fine 2023: c’è il rischio di restare a casa. Se così sarà, ho già deciso: smetterò definitivamente di correre”.

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