La numero uno del team Sekhmet Racing ci ha raccontato in esclusiva la propria esperienza, facendoci scoprire il mondiale femminile da un'altra prospettiva
La grande novità di quest'anno nel paddock del mondiale Superbike è stata chiaramente l'introduzione del WorldWCR, mondiale tutto al femminile in grado di suscitare grande curiosità nei confronti degli appassionati. La prima stagione è andata in archivio con il titolo conquistato da Ana Carrasco dopo un fantastico epilogo sul circuito di Jerez de la Frontera, ma il motociclismo al femminile non si è limitato soltanto alla pista.
E' il caso ad esempio di Maddi Patterson, la quale ha preso parte al WorldWCR fondando il proprio team, il Sekhmet Racing, con cui ha schierato due Yamaha R7 affidate alla statunitense Mallory Dobbs e alla britannica Jamie Hanks-Elliott, subentrata a stagione in corso all'infortunata Lissy Whitmore. Abbiamo chiesto a Maddi qualcosa in più su questa nuova avventura: ecco cosa ci ha raccontato in esclusiva.
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Maddi, com'è stata questa prima stagione da Team Manager nel mondiale femminile?
“Questa prima stagione è stata un vero e proprio rollercoaster di emozioni. Sognavo di avere un team nel mondiale e sono riuscita a crearlo partendo da zero, abbiamo imparato tantissimo sia io che i membri della squadra ma al contempo ci sono stati tanti aspetti migliorabili, alcuni momenti difficili e troppe cadute. Quel che è certo, è che si tratta di un bel punto di partenza da cui ripartire il prossimo anno e pur non essendo soddisfatta al cento per cento, sono orgogliosa di ciò che è stato fatto. Sicuramente c'è tantissimo lavoro da fare in vista della prossima stagione, ma sono felice di aver fatto parte di questo prima storica edizione del mondiale femminile”.
Quanto è complicato ricoprire un ruolo del genere?
“Ci sono momenti in cui penso che fare la Team Manager sia il peggior lavoro del mondo, perché bisogna gestire le emozioni, restare lucidi e instaurare rapporti umani senza però essere troppo compassionevoli, gestendo al contempo anche altri aspetti complessi come il budget della squadra, il personale che lavora insieme a te ed il rapporto con i media. A volte occorre compiere anche scelte dure, ma per quanto possa sembrare complicato, ho dimostrato che con grande impegno si può fare e sono felice di essere stata anche una fonte d'ispirazione per altre persone”.
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Come giudichi il rendimento delle tue pilote?
“Non sono delusa dai risultati delle mie pilote, ma so che avrebbero potuto ottenere decisamente di più pur essendosi impegnate molto e credo che anche loro ne siano consapevoli. Adesso non sarà facile separarsi da loro visto che durante la stagione si passa tantissimo tempo insieme e si instaura un rapporto umano importante, ma come detto fare la Team Manager richiede anche di essere dura a volte”.
Pur essendo arrivata come sostituta a stagione in corso, Jamie Hanks-Elliott se l'è cavata egregiamente...
“Jamie è stata sorprendente pur essendo entrata in squadra a stagione in corso. Ha cominciato a Portimao venendo presa di mira, visto che in Gara 1 è stata buttata giù da un'altra pilota e in Gara 2 le è caduta una pilota davanti costringendola a finire in ghiaia, ma ci ha stupito la sua competitività e sicuramente, con una stagione completa e il giusto allenamento, può diventare una seria contendente per le posizioni in Top 10. D'altronde si tratta di una ragazza che arriva da una famiglia racing, sua nonna è stata la prima donna a salire sul podio al TT e i suoi genitori hanno vinto il mondiale Sidecar perciò conosce bene questo ambiente”.
E Mallory Dobbs?
“Mallory è arrivata al mondiale dopo aver corso nel MotoAmerica con una Ducati Hypermotard (nella Super Hooligans, ndr) e sicuramente è stato uno step molto complicato da affrontare, con tantissimi aspetti a cui abituarsi. E' stata dura entrare nella mentalità europea, completamente diversa da quella americana, ma ha ottenuto qualche buon risultato e sono contenta per lei perché sicuramente questa stagione le ha permesso di acquisire maggior consapevolezza nei propri mezzi”.
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Ora che la stagione è giunta al termine, cosa ne pensi del WorldWCR?
“Lo pensavo all'inizio della stagione e lo ribadisco ora che è giunta al termine: ciò che interessa agli appassionati è lo spettacolo offerto dalle gare e non importa che in pista ci siano uomini o donne. Questo campionato ha dimostrato che ci sono ragazze estremamente talentuose in grado di regalare grande spettacolo e l'esempio lampante di ciò è stato l'ultimo round a Jerez. Le gare sono state fantastiche e il titolo si è deciso all'ultima curva dell'ultimo giro della corsa conclusiva, perciò meglio di così sarebbe stato impossibile. Sicuramente occorre un po' di risalto in più da parte del promoter e di Yamaha che fornisce le moto, ma la base è davvero buona”.
E adesso è già arrivato il momento di pensare al 2025: conosci già i piani della tua squadra?
“Il mio sogno dodici mesi fa era quello di avere un team nel mondiale e sono riuscita a renderlo realtà, ma è stato soltanto un punto di partenza e non di arrivo. Con il supporto degli sponsor e dei nostri partner, proveremo a spingerci oltre non limitandoci soltanto al WorldWCR. Tra un anno si parlerà del team Sekhmet come una realtà anche in altri ambiti, ma ora mi sento una privilegiata. Sono partita tenendo un ombrello una decina d'anni fa e ora ho un mio team, credo sia questa la vittoria più grande in questo momento”.
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