MotoGP, Lorenzo: "Tifosi divisi tra me e Rossi? Quasi odio, come tra Real e Barcellona"
Il maiorchino è tornato a parlare di quell'anno in cui vinse il suo terzo titolo iridato, ma l'atmosfera fu tutt'altro che serena...

Pubblicato il 2 ottobre 2024, 13:17 (Aggiornato il 2 ottobre 2024, 13:58)
Dopo le dichiarazioni di Valentino Rossi a Mig Babol in cui ha ripercorso gli ultimi GP del 2015, quando perse il titolo iridato a favore di Jorge Lorenzo e con, secondo lui, lo zampino di Marc Marquez, si continua a parlare di quell’anno. Ora a dire la sua è stato Jorge Lorenzo, nel suo podcast Dura La Vita, che ha raccontato alcuni episodi spiacevoli causati da tifosi di Rossi.
Gli insulti ricevuti da tifosi "rossisti" e spagnoli
Lorenzo nel 2015 a Valencia ha vinto il suo terzo titolo iridato di MotoGP, ma l’atmosfera non è stata solo di festa. Alcuni tifosi spagnoli del nove volte iridato sono stati tutt’altro che sportivi e il maiorchino ha raccontato: “Io e Marquez siamo arrivati al parco chiuso e l'80% del pubblico spagnolo ci fischiava perché erano ‘rossisti’. Ore dopo, mentre festeggiavo il titolo con la mia famiglia, c'erano circa 50 tifosi (dietro i cancelli del circuito) che insultavano mia madre, dicendo qualcosa come che gli avevo rubato il campionato”.

La rivalità di quegli anni non ha niente a che vedere con quella di oggi
Lorenzo è stato uno degli avversari più agguerriti di Valentino Rossi, questo anche perché erano compagni di squadra, due galli nello stesso pollaio, ed era stato messo addirittura un muro nel box a “separarli”. La loro rivalità ha quindi toccato momenti epocali: “I tifosi erano molto divisi. Direi che ci fosse quasi dell’odio, come si vede nel calcio, per esempio tra il Real Madrid e il Barcellona. Quel 2015 è stato super drammatico, fortissimo in termini di emozioni e rivalità. Niente a che vedere con adesso. Prima entravi nel paddock e notavi quella rivalità tra Rossi, Lorenzo e Márquez”.
Perché quel titolo 2015 è straordinario per Lorenzo
Infine Lorenzo ha parlato di quel terzo titolo, che per lui ha un sapore davvero molto speciale: “È il titolo di cui mi sento più orgoglioso. Non ho guidato il campionato in nessuna gara fino all'ultima. Ho sofferto davvero e ho combattuto fino alla fine perché quell’anno ho avuto molta sfortuna. Ma non ho gettato la spugna”.
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