Valentino Rossi: "Malesia 2015? La cosa più brutta successa in carriera"

Valentino Rossi: "Malesia 2015? La cosa più brutta successa in carriera"© Gold&Goose

All’interno del podcast Mig Babol, il Dottore è tornato a parlare delle cose accadute quell’anno, partendo da quella gara in Argentina…

16.09.2024 10:33



Rossi racconta: “Nel 2015 sapevo che i miei rivali principali erano Marquez e Lorenzo. Nella prima gara in Qatar, alla prima curva Marquez va dritto e io l’avevo interpretato un po’ come un segnale, come quando a Jerez nel 2006 mi ha steso Elias. Essendo molto superstizioso. Vinsi in Qatar, poi ci fu il GP delle Americhe e poi andammo in Argentina, ma è lì che iniziò la bega con Marquez”. Il 19 aprile si schierano in pista e Rossi continua: “Lui aveva montato la gomma media, io la dura. La dura Bridgestone al posteriore sulla Yamaha, se riuscivi a metterla in temperatura, ti faceva volare. Nel corso della gara ho recuperato terreno su di lui, avevo un grande ritmo, avevo sorpassato Lorenzo e Dovizioso, siglavo un giro veloce dietro l’altro. Quando l’ho raggiunto stavo andando molto più veloce di lui, era una formalità ormai passarlo anche se era Marquez. Mancavano due o tre giri”. Ma prima di raccontare il duello, poi finito male, specifica: Fino a quel momento eravamo sempre andati d’accordo.

Poi riprende: “Gli ho preso la scia sul rettilineo, in staccata lo passo bene, arrivo forte, entro in curva a destra e lui avrà pensato: ‘L’unica possibilità che ho è di andargli addosso’. Io ero davanti e cerca di stendermi, mi viene addosso in pieno. Lo fa apposta per provare a buttarmi giù. Non voleva perdere. Io ritorno nella mia linea ma purtroppo ci tocchiamo: tu me la dai, io te la ridò e poi lui è caduto. Da lì il nostro rapporto è andato in frantumi. Lì ancora continuava a far finta di andare d’accordo con me e a leccarmi il culo. Poi siamo arrivati ad Assen”.

E qui si apre un nuovo capitolo della loro rivalità, un capitolo importante dove viene decretata la parola fine. Siamo spettatori di un’altra gara in cui il pesarese e lo spagnolo ne avevano più degli altri, un duello incredibile dove entrambi volevano vincere e tutto si riduce come da copione all’ultimo giro. Rossi racconta: “Arriviamo lì e lui è tosto, non mi molla. Arriviamo all’ultima ‘esse’ e io ho pensato ‘lui sicuramente ci prova, provo a entrare il più forte possibile e vediamo come va’. La butto dentro e già non so se ci stavo, ma nonostante questa staccata esagerata lui proprio mi viene addosso. Perché lui fa così. E mi ha buttato fuori. Io appena l’ho sentito arrivarmi addosso, senza avere tanta scelta, sono andato dritto, ho tagliato la ‘esse’ e ho vinto.

A quel punto c’è stato il confronto al parco chiuso: “Lui era incazzato nero, con una faccia che non gli avevo mai visto e mi dice: ‘Facile vincere così che tagli’, e io gli rispondo: ‘Mi sei venuto addosso cosa devo fare?’ Lui sosteneva che così non fosse corretto e io gli dissi: ‘Devi essere obiettivo, se mi vieni addosso e mi butti nella ghiaia cosa devo fare, farti vincere?’ Da lì è finita”. Il rapporto tra i due si è raffreddato completamente e il Dottore ha aggiunto: “Secondo me il gioco vale se tu cerchi di entare il più forte possibile ma per fare la curva, se tu da dietro stacchi solo per venirmi addosso e non te ne frega niente della curva… Da lì è nata tutta la lite”.

A quel punto la rivalità però è diventata ingestibile, tanto che Rossi ha raccontato: “Ho poi saputo che lui e soprattutto il suo manager Alzamora andavano nel paddock a dire: ‘Noi non lo vinciamo più il titolo, ma non lo vincerà neanche lui’. L’hanno detto a della gente spagnola che l’hanno riferito a dei miei amici spagnoli e mi hanno messo in guardia. E anche Uccio continuava a dirmelo di stare attento…" La profezia, poi, si è avverata.

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