Il primo weekend del 2024 non ha mutato i valori in campo tra le case, con le giapponesi faticosamente a punti. Yamaha deve trattenere Quartararo, Honda punta sul "tester" Marini
Che non bastasse un inverno per riportare in alto i colori giapponesi era abbastanza chiaro ma, nel ve ne fosse bisogno, nella domenica del Qatar è arrivata la prima conferma ufficiale del nuovo anno. Nel fine settimana di apertura della stagione 2024 infatti sia Honda che Yamaha hanno vestito i panni delle comparse, costantemente fuori dalla top ten.
In casa Yamaha c’è fretta, o almeno ci dovrebbe essere. Mentre Honda ha già perso il suo capitano – non serve fare il nome – a Iwata possono ancora puntare sulla loro prima guida ossia Fabio Quartararo, che ha lasciato però il Qatar più deluso di prima.
La M1 in versione 2024 ha infatti acquisito cavalli, merito del lavoro di Luca Marmorini ed il suo staff, ma nel complesso il lavoro da fare per Massimo Bartolini – arrivato da Ducati per vestire i panni del direttore tecnico – sembra ancora tanto. “Sappiamo quale sia il nostro problema – ha raccontato Quartararo nel corso del weekend di Lusail – ma non sappiamo come migliorare. Con poca aderenza siamo lenti, in qualunque condizione”. E se sin dalle prove le cose non sono andate bene nulla è cambiato tra Sprint e gara, con il francese primo tra i “giapponesi” sia sabato che domenica ma comunque – comprensibilmente – affranto, tanto da evidenziare come “siamo più lontani che mai dai nostri avversari. Noi abbiamo fatto dei passi in avanti ma i rivali di più”.
Nella testa di Fabio probabilmente l’idea di cambiare aria si fa sempre più costante, e le prestazioni di Alex Rins – 17° sabato e 16° domenica – sono la conferma che il potenziale di Yamaha attualmente non consente ai piloti di ambire alla top ten, nonostante un inizio arrembante come quello di Quartararo domenica, prima che il calo degli pneumatici non arrivasse a spegnere le sue speranze.
Se Yamaha piange ad ogni modo Honda non ride, dato il primo weekend del nuovo corso è stato piuttosto incolore. A tenere il più alto possibile il nome della casa alata ci ha pensato Johann Zarco, il grande acquisto della stagione scorsa del team LCR, capace di chiudere la gara di domenica in scia a Quartararo.
Un risultato che non regala particolare motivazione, ma perlomeno il sentimento generale rispetto a Yamaha pare essere più ottimistico. “Pare che vi sia stato un cambiamento” ha ammesso ad esempio Joan Mir, reduce da un 2023 dove “ho avuto lo stesso pacchetto per tutto l’anno, ed è stato difficile da gestire”.
Più sereno di quanto si potesse immaginare è sembrato anche Luca Marini, per il quale dalla caduta in Q1 pressoché tutto è andato nel modo sbagliato, con un ultimo ed un penultimo posto tra sabato e domenica. “Le problematiche avute credo siano di rapida risoluzione” il commento di Luca, che al momento pare stia ragionando più da tester che da pilota, cercando di fornire ad ingegneri e tecnici il maggior numero di informazioni.
Sia per Honda che per Yamaha le principali differenze con gli avversari in termini di crescita dovrebbero arrivare nel corso della stagione, quando le concessioni permetteranno alle due case giapponesi test illimitati e sviluppo sul motore. Per ora, invece, la “coppa Giappone” sembra l’unico obiettivo possibile.
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