Marc sulla corsa: "Regalerò il mio casco a Nicolò, Pecco resta il riferimento". Il vincitore: "Ho spinto sempre, così ci si gode la moto". Iannone: "Pochi si aspettavano tale risultato da me"
La Race of Champions doveva essere la ciliegina sulla torta del World Ducati Week ed effettivamente, in termini di adrenalina e spettacolo, ha rispetto le attese. Pecco Bagnaia si è confermato al top come due anni fa mentre Marc Marquez è subito salito sul podio, pur senza polemiche. Il sorpasso su Nicolò Bulega del resto ha avuto come conseguenza – tra le altre – la caduta del romagnolo, i cui esami a spalla e clavicola sinistra hanno per fortuna dato esito negativo.
“Andrò da Nicolò e gli regalerò il casco che ho usato in gara – ha spiegato Marc - voglio chiedergli se vi è stato o meno un contatto, dato che non l’ho percepito. Ho solo sentito il rumore della moto che grattava a terra. Non so se ha frenato in maniera più aggressiva del solito per chiudere la linea, ma in ogni caso le gare sono le gare, e abbiamo avuto una conferma anche al via, dove è non mancato il caos. Nicolò stava facendo una bella gara e spero sia fisicamente a posto”.
Duello a parte Marc non può che sorridere relativamente al suo WDW, tra l’abbraccio del pubblico e l’ottimo allenamento in sella alla nuova Panigale V4.
“Bellissimo sentire tutto il calore del popolo Ducati. Lo spirito della Casa è quello di dare il massimo e spremere la moto sempre, e così ci si diverte. In questo weekend inoltre ho utilizzato le Pirelli per la prima volta: all’inizio della gara sono stato un po’ lento perché non conoscevo la moto e nemmeno le gomme; mentre nel finale la confidenza è cresciuta e sono stato veloce E’ incredibile quanto questa moto stradale abbia delle prestazioni simili ad una MotoGP”.
Marquez non manca nemmeno di sottolineare la velocità di Pecco, pur pregustando il duello del prossimo anno.
“Non ho problemi a riconoscere che ora Pecco è il riferimento della MotoGP e della Ducati. E’ un grande pilota dal quale cercherò di imparare, per avvicinarmi a lui il più possibile. Se avrei provato lo stesso sorpasso su Bagnaia? Certo, mi è sembrata una manovra naturale e dunque nulla di folle. Questa era una giornata di festa e mi dispiace che Nicolò sia caduto: quando metti dei piloti in pista l’adrenalina è alta, e la gara è vera”.
Una gara vera appunto, dove Bagnaia è stato ancora una volta impeccabile. Non serviva certo la Race of Champions per capire il valore del campione del mondo in carica, ma sotto il sole di Misano è arrivato una ulteriore conferma.
“Bellissimo sentire le urla dei tifosi durante la corsa – racconta Pecco – e posso dire che non ci poteva essere un test migliore di questo per la nuova Panigale. Credo che questa moto possa aiutare gli amatori, specie con il suo sistema di frenata integrale. In generale è più facile della precedente: a Portimao ad esempio l’ultima curva è sempre stata complicata perché la moto spesso si muoveva, mentre ora la nuova Panigale sembra in generale molto più stabile”.
Il piemontese racconta poi la gara, dove il suo passo rapido e costante è stato ancora una volta l’arma vincente.
“Ho dato tutto. Volevo godermi la moto e l’unico modo per farlo era spingere: ho controllato il margine su Andrea e da un giro all’altro questo era sceso da 1.5 a 0.3, così ho dovuto spingere anche di più".
Non va infine dimenticato Andrea Iannone, che un po’ come a Phillip Island pochi mesi fa è salito sul podio a sorpresa, confermando di non aver perso lo smalto.
“Non credo che molti si aspettassero questo risultato da me – conferma Andrea – ma sono felice sia di essere sul podio che del feeling provato in sella. Pecco ha gestito tutto alla perfezione: sono stato alle sue spalle per tutta la corsa e non era facile pensare ad un attacco. Sono comunque contento della mia prestazione, sono tornato a correre insieme ai migliori del mondo dopo tanto tempo”.
Vedendo uno Iannone in tale condizione viene da chiedersi se davvero l’abruzzese non meriti una nuova chance in MotoGP, ma il primo a smorzare i toni è proprio il portacolori Go Eleven.
“Con le moto stradali tutto è più semplice. Pecco è la dimostrazione che serve un’alchimia perfetta con il team per vincere in MotoGP: io non guido una MotoGP dal 2019 e le moto sono cambiate tanto. Mai dire mai ad un ritorno in MotoGP, ma al momento non credo sia una opzione realistica, e voglio ottenere il massimo in Superbike”.
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