Diplomazia. A Madonna di Campiglio, sede ormai storica dell’annuale presentazione del Team Ducati MotoGP, la parola perfetta per sintetizzare i due giorni dell’evento è sembrata proprio questa. Sorrisi, strette di mano, battute scherzose, dichiarazioni d’intenti per il “bene comune” Ducati. Frasi da fair play e rispetto reciproco per ciò che l’uno o l’altro hanno fatto nella storia della top class del Motomondiale. Pecco Bagnaia e Marc Marquez hanno iniziato così la loro convivenza, più o meno forzata (a seconda del lato da cui si guarda), nel team più desiderato del Mondo. In cosa, tutto questo, sia destinato a trasformarsi al momento dello spegnimento del primo semaforo rosso della stagione, lo scopriremo soltanto l’1 marzo in Thailandia, con la gara Sprint che inaugurerà questo attesissimo 2025. La sensazione di rivivere un déjà vu è fortissima.

La Ducati come la Yamaha con Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, impegnata (per scelta sua) a dover gestire due campioni con la C maiuscola. Ma soprattutto due caratteri forti e spigolosi, ambiziosi e consapevoli del proprio talento. Con qualche potenziale motivo di attrito in più tra i due, se si pensa di chi è “figlio” Bagnaia, sportivamente parlando. O se si pensa al potere che, nonostante non vinca il titolo da cinque anni, continua ad avere oggi Marquez nel paddock della MotoGP.

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Duello in “rosso”

Un potere che fino a qualche anno fa era in altre mani. È innegabile che questo duello in “rosso” sia destinato ad avvicinare tanti nuovi appassionati alle gare e a risvegliare nei vecchi qualcosa che (non ce ne voglia Jorge Martin) si era un po’ perso negli ultimi anni: la rivalità vera, il dualismo, il tifo nell’accezione più pura (e, speriamo, pulita) del termine. Un aspetto imprescindibile, negli sport individuali come il nostro. BUONA LETTURA!