Stefano ha vinto al debutto con la Yamaha R9: “Abbiamo messo il primo pezzo del puzzle. Masia? Non sapevo della penalità, ma la corsa l'ho vinta io”
Al termine di una emozionante prima manche del mondiale Supersport sul circuito di Phillip Island, Stefano Manzi è riuscito a conquistare il successo portando immediatamente alla vittoria la nuova Yamaha R9. Il riminese, due volte vice campione della categoria, ha battuto Jaume Masia (poi penalizzato) di un soffio sotto la bandiera a scacchi centrando un risultato che fino alla Superpole sembrava qualcosa di difficilmente raggiungibile vista la partenza dall'ottava casella, ma una volta tirata giù la visiera il numero 62 ha dimostrato di essere ancora tra i grandi favoriti nella lotta al titolo; ecco le sue parole al termine di Gara 1.
“Ad essere onesti, fino a poco prima della gara l'umore non era dei migliori e pensavo di voler impacchettare tutto per tornare a casa”, ha scherzato Stefano comprensibilmente felice. “E' normale fare un po' di fatica visto che è il primo weekend di gara con una moto nuova, ma in qualifica nonostante l'ottavo posto eravamo molto vicini ai primi come distacco. Questo trionfo mi rende felicissimo, ma si tratta soltanto di un primo pezzo del puzzle e dobbiamo continuare a lavorare per migliorare la R9 in tanti aspetti, anche se cominciare così è davvero fantastico”.
SBK, tegola per Yamaha: Rea non correrà neanche a Portimao
“Con il balance of performance che livella le prestazioni, sembra che alcune moto siano più veloci di altre sul dritto ma in realtà non è un grosso problema per noi al momento”, prosegue il riminese. “Per quel che riguarda la nostra moto, credo che l'aspetto su cui abbiamo ancora parecchio margine sia la ciclistica visto che stiamo scoprendo come si comporta la R9 pista per pista senza riferimenti. In alcuni punti, come alla curva 4 e alla 6, facevo più fatica a girare rispetto ad altri piloti, ma come detto abbiamo margine”.
“Il pit stop è andato alla grande, i meccanici sono stati velocissimi a cambiare le gomme anche se ho perso un po' di tempo all'ingresso della pit lane”, ha poi aggiunto il numero 62 parlando del flag to flag. “Era palese che Masia avesse recuperato troppo terreno, ma non sapevo della sua penalità perciò ho lottato come se nulla fosse. Alla fine, davanti a tutti sotto la bandiera a scacchi ci sono passato io in ogni caso grazie ad un bel sorpasso alla curva 10. Ci abbiamo messo la “cazzimma”, senza quella non si può vincere”.
MotoGP: Martin presente a Buriram, ma sarà poco più di un test
Link copiato