Il turco di BMW ha chiuso la due giorni di test australiana in ritardo rispetto alle Ducati di Bulega, Petrucci, Iannone e Bautista. Inoltre sono molte le questioni da sciogliere
Marco Pezzoni
19 feb 2025
Spesso si dice che “vincere è difficile ma confermarsi lo è ancora di più”. E questo vale per tutti, BMW inclusa che ha un compito ancora più arduo dopo aver centrato il primo titolo assoluto in SBK a seguito anni di investimenti ed una mano sotto forma di super concessioni lo scorso anno da parte di Dorna.
Quello passato non è stato certo il più facile degli inverni per BMW, avendo dovuto fare i conti con la perdita delle super concessioni a seguito della vittoria del titolo. Super concessioni che hanno riguardato soprattutto il telaio, oggetto di chiarimenti da parte di Ducati mentre da Monaco erano convinti di poterlo implementare sulla nuova M1000RR da presentare al via della stagione 2025.
Proprio su questo argomento ha parlato Toprak a margine della prima giornata australiana, lanciando una frecciata a Ducati rea, secondo lui di aver fatto in modo che alla BMW venisse tolto il telaio “super concesso”: “Diciamo che Ducati è molto forte nel fare cambiare le regole. Con il pacchetto che avevamo prima tutto era più facile, ma il pacchetto 2025 non è male pur non essendo ancora al 100%. E’ strano che ogni anno cambino le regole ma siamo ancora forti, e dobbiamo ancora compiere delle prove per migliorare. Ad oggi sento le stesse sensazioni di un anno fa su questa pista. Le regole sono regole, usiamo la moto nuova e lavoriamo per migliorare.”
E’ chiaro che la caduta nella prima giornata del test australiano è proprio figlia di questa situazione, ovvero un telaio nuovo che ancora non si sposa del tutto con la M1000RR 2025 e questo comporta un rischio maggiore per Toprak per tenere il ritmo delle Ducati che si sono dimostrate imprendibili nella due giorni a Phillip Island.
Prova ne è la due giorni australiana in vista del primo weekend di gara stagionale, con le due M1000RR di Toprak e Van Der Mark indietro rispetto alle Ducati più veloci di Bulega, Iannone, Petrucci e di un Bautista voglioso di rifarsi dopo la stagione 2024.
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