Manzi: "Stavo per fare il gommista, poi la svolta. VR46? Grato, ma dovevo uscire prima"

L'INTERVISTA - Stefano a 360°: "Ho pensato due volte di smettere, trovarmi senza né moto né supporto ha acceso la luce. Sono maturato più tardi di altri. Fenati? Sono andato avanti"

20.02.2025 ( Aggiornata il 20.02.2025 11:15 )

I rivali e l'episodio con Fenati

Bulega e Montella sono arrivati in SSP all’incirca con te e sono già saliti in SBK, anche senza vincere il titolo nel caso di Yari. Come ti fa sentire questa cosa?
 
“Sicuramente vedendo che loro hanno compiuto il salto penso che piacerebbe anche a me, non lo nascondo. Negli ultimi due anni però ho dovuto aggiustare diverse cose intorno a me, che vanno oltre il risultato sportivo. Il “ritardo” deriva anche da tutto questo, ma è meglio sistemare tutti gli aspetti e poi andare avanti, senza farlo per forza e rischiare di tornare indietro. Per il mio percorso restare in SSP un altro anno era la scelta giusta. Guardo Montella e Bulega con un pizzico di invidia ma è invidia buona: sono contento per loro e sono consapevole sia di averci battagliato che di aver raccolto risultati simili”.
 
Perché un team dovrebbe scegliere Manzi per la SBK?
 
“Perché punterebbe su un cavallo vincente (ride ndr)”.
 
Ultima cosa: cosa ti resta di quel giorno a Misano con Fenati in Moto2?
 
“E’ stato più il cinema mediatico intorno a creare il tutto. Con lui non avevo rapporti prima e ho continuato a non averli, ma la cosa non mi ha toccato dentro. Le persone pensano al gesto, ma venendo io dal cross so che in quel mondo capita spesso di buttarsi fuori, quindi la cosa non mi ha preso particolarmente, non ho gli incubi la notte o penso che potrebbe riaccadere. Mi è scivolata addosso e sono fortunato, dato che se una cosa del genere ti si attacca addosso può essere grave. Ne parlo tranquillamento, non mi dà fastidio”.

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