La Superbike alla scoperta del Sud America

Con la tappa in Argentina, la categoria vive il debutto in questa zona del Mondo: basterà per trovare nuovi fans e aumentare la popolarità?

La Superbike alla scoperta del Sud America

Mirco MelloniMirco Melloni

9 ott 2018 (Aggiornato alle 16:09)

La Superbike va alla scoperta dell'America del Sud, l'unica zona del pianeta che non aveva ancora “esplorato”, e creandosi un nuovo sbocco spera di poter fermare l'emorragia a livello di popolarità che sembra inesorabile. Con la tappa in Argentina, sul circuito di El Villicum (così nuovo che si sta ancora lavorando a ritmi serrati per completare i lavori), il Mondiale delle derivate dalla serie va per la prima volta in Sudamerica, ampliando così i primi confini. Dopo aver vissuto tappe in Europa, Asia, Africa – a Kyalami – ma anche Oceania, con i primi anni in cui si gareggiava anche in Nuova Zelanda, senza contare l'Australia con il debutto a Oran Park prima di approdare a Phillip Island. 

Lo sciopero: in America, la Superbike aveva vissuto gli inizi tra il circuito statunitense di Brainerd – nel Minnesota – e in Canada a Mosport Park, dove nel 1991 i piloti ufficiali diedero vita a uno sciopero per lamentarsi delle scarse condizioni di sicurezza del tracciato. Poi la SBK ha fatto tappa a Laguna Seca, dal 1995 al 2004 e poi dal 2013 a oggi, con l'intermezzo nello Utah, a Miller Park, dove si è corso tra 2008 e 2012 (nella foto, Carlos Checa che trionfa nel 2011, anno dell'ultimo titolo Ducati). 

I verdetti: la Superbike inaugurerà El Villicum, circuito lungo poco più di quattro chilometri e mezzo con due lunghi rettilinei, uno dei quali di 1150 metri. Sarà qui che Chaz Davies difenderà il secondo posto iridato dall'attacco di Michael Van der Mark (salito a -26), e sarà qui che Sandro Cortese cercherà di chiudere i conti nella Supersport, dove si trova a +11 su Julez Cluzel.

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