Moto dei Miti: il sogno diventa realtà

Passione per le due ruote e desiderio di ricordare ciò che il motociclismo è stato e ciò che i motociclisti, campioni e non, hanno fatto. Un museo dove le moto riposano ma sembrano pronte a correre...

Moto dei Miti: il sogno diventa realtà

Riccardo PiergentiliRiccardo Piergentili

23 nov 2017 (Aggiornato alle 00:48)

CIVITA CASTELLANA - Moto dei Miti. Per comodità potremmo definirlo museo ma è qualcosa di diverso, di più “vivo”, perché i pregiatissimi “pezzi” al suo interno sono perfettamente funzionanti e per ogni moto sono addirittura disponibili ricambi e accessori, originali e racing. Moto dei Miti è un viaggio tra il presente e il passato della produzione di serie, della Superbike e della MotoGP. Moto dei Miti è uno strumento, che il suo ideatore, Genesio Bevilacqua, titolare del Team Althea, vorrebbe utilizzare per avvicinare i giovani al mondo delle ruote, oppure come luogo d’incontro per collezionisti di moto d’epoca o che hanno lasciato un segno indelebile nel libro del motociclismo. Non c’è un biglietto d’ingresso ed è anche questo che rende Moto dei Miti fascinoso. Questo immenso garage, che racconta tanta storia delle due ruote” è un luogo dedicato a chi è appassionato di moto o a chi vuole diventarlo.

VIP - All’inaugurazione, hanno partecipato tanti personaggi che hanno lavorato insieme a Genesio Bevilacqua, da Carlos Checa, che col Team Althea ha vinto un titolo iridato Superbike in sella alla Ducati, a Marco Lucchinelli, passando per Virginio Ferrari, Roberto Gallina e Raffaele De Rosa, tanto per fare alcuni nomi. A Moto dei Miti, però, sono saliti sul palco anche molti piloti meno noti ma non per questo meno appassionati di due ruote e di corse. Alberto Rota, Fabio Biliotti, Giuliano Zera, Giancarlo Rossi, Duilio Damiani. Personaggi che non sono diventati campioni del mondo, che molti non hanno conosciuto attraverso i media ma grazie alle ricerche su google ma che hanno messo la moto al centro della loro vita e che, per dare sfogo alla loro passione, si sono sacrificati e si sacrificano ancora oggi.

DALLE CORSE ALLA PRODUZIONE DI SERIE - Continuando a parlare di moto, come non citare la Morbidelli (in apertura) con cui Paolo Pileri (il pilota e l’uomo che Bevilacqua considera il suo maestro) vinse il titolo iridato della 125 nel 1975, oppure le Ducati MotoGP di Casey Stoner e Loris Capirossi, la Suzuki 500 di Marco Lucchinelli e, ovviamente, la Ducati di Carlos Checa. Dal racing alla produzione di serie, con le Honda NR750 e Honda RC30, oltre a tutte le bicilindriche di Borgo Panigale e a quelle Bimota che per anni hanno alimentato la passione di tutti quei motociclisti che sognavano delle sportive giapponesi più pregiate e più a punto dal punto di vista ciclistico. Ci sarebbe molto altro da aggiungere e tanti aneddoti da raccontare. Molto presto, troverete tutto questo in edicola, su Motosprint.

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