Francesco Batta: il 2011 sarà difficilissimo

Calano gli investimenti, dobbiamo rinnovarci noi
Francesco Batta: il 2011 sarà difficilissimo

Pubblicato il 26 novembre 2010, 10:47

Il Team Suzuki Alstare, con Leon Haslam, è stato il vero antagonista dell’Aprilia, questo non è valso a Francesco Batta, manager della squadra, un maggiore impegno da parte dei giapponesi per il 2010, anzi, la Suzuki ha ridotto l’impegno costringendolo a schierare una sola moto. E a rinunciare ad Haslam, lasciandolo libero di passare alla BMW.

La crisi si fa sentire, e il bel sogno delle 7 Case costruttrici impegnate in Superbike, con 14 piloti ufficiali, vacilla, per l’impegno dimezzato della Suzuki, ma anche per l’uscita di scena della squadra Ducati ufficiale, che sui successi in Superbike ha costruito la fortuna delle sue supersportive, eppure se n’è andata accusando il regolamento, che penalizzerebbe le bicilindriche. Un nuovo regolamento lo vorrebbe anche Batta. Ma di che tipo?

«Non dico di correre con le Superstock, ma quasi. Oggi che il mercato deve confrontarsi con una frenata epocale, oggi che ci sono molti meno soldi di ieri, il regolamento va adattato a questa situazione. Dobbiamo tornare indietro, e nessuno deve barare».

Barare?
«Avete visto una solo moto verificata nell’intero campionato? A qualcuno è stato smontato il motore? Non mi risulta. E non ditemi di fare reclamo. Li avrei tutti addosso. Sono sempre io, il “cattivo”».

Che controlli chiede, Batta?
«Chiedo il pieno rispetto dell’omologazione, il controllo dell’elettronica e che le gomme vengano sorteggiate. Qui la FIM è latitante, Vito Ippolito, il suo presidente, non sa nemmeno cosa sia la Superbike. Non ce l’ho con l’Aprilia, ce l’ho con la FIM che ha omologato in corsa il loro kit per la distribuzione ad ingranaggi e poi lo ha vietato per il prossimo anno».

Come vede, Batta, il Mondiale SBK di domani?
«A livello di investimenti la Superbike non sarà più quella di due anni fa; la aspetta un 2011 difficilissimo, ma ha la forza per riprendersi. Però ribadisco, bisogna fare un passo indietro. Il Mondiale SBK non ha una storia così lunga da non poter essere flessibile. Se ripensata bene, fra tre anni la Superbike avrà di nuovo 36 partenti».

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