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MotoGP: Bagnaia e il peso delle cadute | Quella (S)Volta Che
Non conta quanto si cade, ma quando: lo sa bene Pecco, a terra soltanto nove volte nel 2024, ma troppo spesso nei momenti sbagliati
Giovanni Cortinovis
20 gen 2025
Proprio come le azioni societarie, anche le cadute si pesano, non si contano. La celebre frase di Enrico Cuccia spiegava che spesso non è significativo quante azioni appartengano ai vari soggetti, se questo non si traduce nel controllo della società. Allo stesso modo non importa se un pilota è caduto più spesso di un rivale se però ha sofferto meno ribaltoni nei momenti che mettevano in palio punti.
Emblematico è stato l’esito della MotoGP 2024: Pecco Bagnaia è caduto nell’intera stagione nove volte, eppure è incappato in otto “zero” stagionali, mentre Jorge Martin è caduto 15 volte ma non ha preso punti soltanto in quattro delle 40 corse, Sprint incluse.
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Bagnaia e le cadute nel momento sbagliato
Il torinese si è confermato poco incline all’errore: da quando gareggia in classe regina non ha mai totalizzato più di 14 cadute in una stagione e in quattro annate su sei è addirittura rimasto sotto la doppia cifra. Nel 2021 e 2023 è infatti caduto sette volte, nel 2020 otto e quest’anno nove, mentre all’esordio, nel 2019, e pure nel 2022, anno del suo primo titolo MotoGP, finì gambe all’aria 14 volte.
Invece Martin pare più soggetto a scivolate e la sua media è soggetta a oscillazioni pressoché nulle da una stagione all’altra: nel 2021, al debutto in MotoGP, cadde 14 volte, in entrambi gli anni pari 15 volte e quando fu vice campione del Mondo 16 volte. Tante ma non tantissime, considerando che nel 2024 ben nove piloti sono finiti a terra più spesso di lui. Il record stagionale l’ha fatto segnare Pedro Acosta con 28 cadute, più di quante ne aveva complessivamente patite nel biennio in Moto2 con il Team KTM (ma con telai Kalex) Ajo: 15 errori nel 2022, al debutto nella classe intermedia, e sette nel 2023, 22 in tutto. Con lui sul “podio” delle cadute stagionali in MotoGP si ritrovano i fratelli Marquez: Marc secondo con 24 e Alex terzo con 21. L’otto volte iridato ha fatto peggio soltanto in due annate nella classe regina: nel 2023 con 29 cadute e nel 2017 quando malgrado i 27 errori vinse il titolo con 37 punti di vantaggio su Andrea Dovizioso.
Da settembre, però, quando iniziò la fase decisiva di quel campionato, Marc non sbagliò più la domenica, ottenendo tre successi, un secondo, un terzo e un quarto posto, mentre il forlivese patì un ritiro, un tredicesimo e un settimo posto che lo condannarono. Dopo la lunga assenza del 2020 per l’infortunio all’omero patito a Jerez, Marquez senior è caduto tantissimo: 22 volte nel 2021, 18 nel 2022, 29 nel 2023 e 24 nell’ultima annata, per un totale del quadriennio di 93, come il suo numero di gara. Anche Alex sbaglia parecchio e per il terzo anno di fila ha totalizzato 21 cadute, dopo che nel 2021 era finito a terra diciannove volte e l’anno precedente 14. In un lustro in MotoGP ha assommato 96 cadute, decisamente parecchie, sia per i rischi a cui sottopone il suo corpo che per il budget del team che deve provvedere ai ricambi dei pezzi distrutti. Lo stesso ragionamento vale per i piloti Honda: Joan Mir è caduto diciassette volte, Johann Zarco quindici, Taka Nakagami sette e Luca Marini quattro. Il francese ha però raccolto 55 punti, il giapponese 31, il maiorchino 21 e il fratello di Valentino Rossi appena 14.
E pensare che Marini è stato il primo pilota della MotoGP a cadere in un GP nel 2024, nel sabato mattina in Qatar. Ha concesso il bis il venerdì in Portogallo, e il tris al quarto round, nella Sprint di Jerez. Nei restanti 16 GP Luca è finito gambe all’aria una sola volta, alla terza curva della gara in Indonesia, nella carambola innescata da Jack Miller.
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