Polvere di Stelle: la dinastia Maffeis

Polvere di Stelle: la dinastia Maffeis

Bernardo fu il capostipite, imparando i segreti della tecnica nell’officina di Figini e Lazzatti. Ma fu il fratello Carlo a compiere le imprese alla guida

10.06.2022 ( Aggiornata il 10.06.2022 11:15 )

Altre volte in questa rubrica mi è capitato di parlare di storie motociclistiche legate a consanguinei: dai fratelli Werner che a Parigi nel 1896 fondarono la prima vera industria di moto, ai Collier, che tre anni dopo diedero vita alla Matchless, senza dimenticare i fratelli Castiglioni, che in tempi molto recenti salvarono dal fallimento la Aermacchi-Harley Davidson rilanciandola con il marchio Cagiva.

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Maffeis


Mi sono accorto però di aver trascurato una famiglia italiana che, dal periodo pionieristico fino al 1935, diede al motociclismo nazionale più di ogni altra. Il cognome? Maffeis. Nell’ambiente motoristico milanese già alla fine del 1800 era noto il nome di Bernardo Maffeis, il più anziano di tre fratelli, tutti presi dalla passione per i nuovi veicoli motorizzati, con particolare riferimento a quelli a due ruote. Bernardo aveva lavorato con Luigi Figini, che a Milano, con il socio AlfredoLazzatti, nell’officina di via Moscova 70 produceva biciclette dal 1881, e nel 1898 aveva realizzato la prima motocicletta italiana.

Con un simile maestro, Bernardo Maffeis ebbe modo di imparare tutti i segreti della moderna tecnica e, una volta consapevole delle capacità raggiunte, non resistette alla tentazione di mettersi in proprio. Si racconta che già nel 1895 avesse costruito un suo motore, il che non è affatto assurdo, visto dove lavorava, ma in mancanza di prove, la data che conta nella sua biografia è il 1903, anno in cui aprì un’officina e iniziò a produrre e vendere motociclette con il suo cognome come marchio.

Ovviamente, condividendone la passione, i suoi fratelli minori, Carlo e Miro nell’ordine, assecondarono la suadecisione e gli diedero una mano a trasformare l’officina in una piccola fabbrica. Il primo modello fu una monocilindrica con il motore belga Sarolea da 2 CV con il quale lo stesso Bernardo partecipò ad alcune gare, ma subito si vide costretto a smettere l’attività agonistica per seguire meglio l’azienda, visto che l’aspetto amministrativo interessava poco o nulla i suoi fratelli.

Sia Carlo che Miro volevano soprattutto correre e fu Carlo a guadagnare la prima vittoria nell’edizione 1903 della celebre corsa in salita Susa–Moncenisio, seguita in quello stesso anno da numerose altre affermazioni, fra cui la “100 Chilometri” al Trotter di Milano e i circuiti di Verona e Rimini. Nel catalogo della marca Maffeis figuravano, oltre al modello motorizzato Sarolea, anche altri con propulsori Minerva, anche questi prodotti in Belgio e venduti in Italia dalla ditta milanese Barnett & Scotti. In seguito a una mutazione societaria, soltanto Scotti rimase a capo di questa azienda, che cessò l’importazione dei Minerva, distribuì invece propulsori tedeschi e diventò produttrice di suoi motori marcati Barscott, fornendoli anche alla Maffeis. E fu appunto con una Maffeis- Barscott che nel 1904 Carlo continuò la serie delle vittorie sia in circuito che nei velodromi.

Le fonti che riportano con precisione la cronologia delle gare dell’epoca e le relative classifiche sono poche, frammentarie e spesso si contraddicono, come tutto ciò che riguarda gli sport disputati prima dello scoppio della Grande Guerra, la portata della cui tragedia mise in ombra o addirittura cancellò la maggior parte degli avvenimenti precedenti.

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