Polvere di Stelle: quando Torino era capitale

Grazie alle iniziative industriali dei Ladetto e di Blatto, il capoluogo piemontese visse un periodo di grande fermento tra le due guerre mondiali

Polvere di Stelle: quando Torino era capitale

Luigi RivolaLuigi Rivola

9 mag 2022

Torino, così vicina alla Francia, ebbe naturalmente il ruolo di protagonista nella nascita in Italia delle industrie motociclistiche, automobilistiche, aeronautiche e nell’organizzazione delle primissime corse.

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Un flusso di marchi nascenti


Rigat, SIAMT, Della Ferrera, Borgo, Garabello, Fongri, sono i marchi torinesi più noti fra quelli che prosperarono sul nascente mercato motociclistico, tutti fondati da artigiani di genio elettrizzati dall’aria effervescente che si respirava nel capoluogo piemontese nei primi vent’anni del secolo scorso. Un continuo flusso d’aria che valicando le Alpi portava novità su novità, meraviglie su meraviglie, eccitando la fantasia dei tecnici che a Torino non mancavano, e che a loro volta avevano idee su come migliorare, come per dispetto, ciò che i francesi proponevano come insuperabile. Fra questi, tre nomi che oggi quasi più nessuno ricorda: Giovanni ed Emilio Ladetto e Angelo Blatto.

Tanto per cambiare… la loro fama era maturata, prima della Grande Guerra, nell’ambiente aeronautico, quello su cui maggiormente era puntata l’attenzione dei tecnici e anche degli organi di informazione. Nel 1910 si ebbe notizia di un nuovo monoplano costruito da tali meccanici Gilli e Aloisi e dotato di un motore rotativo a sette cilindri di 8000 cm³ della potenza di 50 CV, progettato da Giovanni Ladetto. Questo stesso motore fu mostrato, alla terza Esposizione internazionale di Aeronautica di Parigi nel 1911, dove fu oggetto di notevole attenzione della stampa tecnica per le sue caratteristiche originali che lo distinguevano dalle tante copie del rotativo Gnome Rhône, il più apprezzato del momento.

Battezzato LUOT, questo motore però non risulta mai uscito dalla fase prototipale. Poi venne la guerra e, una volta conclusa, si riavviò a Torino e in gran parte dell’Italia settentrionale lo sviluppo di tutti i rami dell’industria meccanica, e in particolare quella dei mezzi di trasporto motorizzati.

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