La polemica in MotoGP sull’abbassatore Ducati rinnova la tradizione delle schermaglie nel Motomondiale: ricordate il confronto NSU-Moto Guzzi a metà anni ‘50?
La supremazia tecnica della NSU nel 1954 creò comunque malumori e forti delusioni in Italia, e la stampa specializzata non mancò di farsene portavoce. In occasione del GP Nazioni, in programma l’11 e il 12 settembre, l’attesa di una rivincita di MV e Moto Guzzi era vivissima, pur nella consapevolezza che la NSU non avrebbe fatto regali a nessuno.
Ma nel corso delle prove Rupert Hollaus – già matematicamente campione del Mondo della 125 – rimase vittima di una caduta che gli costò la vita e la NSU decise di ritirarsi dal GP, imitata in questo dalla Guzzi, che alla vigilia della corsa aveva annunciato che avrebbe partecipato con una sola moto ufficiale affidata a Ken Kavanagh.
La classe 250 del GP Nazioni vide dunque una dura battaglia fra soli piloti privati: molti in sella alle Guzzi Albatros, contrastati da alcuni avversari di lingua tedesca alla guida di NSU monocilindriche derivate dalle “Sport Max” di serie. Vinse l’inglese Arthur Wheeler su Guzzi, davanti al compagno di marca Romolo Ferri e al tedesco Kurt Knopf su NSU. Qualche giorno dopo, dagli ambienti della Casa di Neckarsulm cominciarono a circolare voci sull’effettiva cilindrata delle Guzzi, voci che ormai non potevano più essere verificate, ma che furono più che sufficienti a generare aspre polemiche.
A queste si aggiunse il comunicato con cui la marca tedesca annunciava il ritiro ufficiale dal Motomondiale a partire dal 1955, quando avrebbero partecipato, con il suo marchio sul serbatoio, soltanto moto private derivate dalle Sport Max. Due le motivazioni del ritiro: la necessità di concentrarsi sugli sforzi industriali (soprattutto nello sviluppo del motore Wankel) e la constatata mancanza di avversari in grado di battere le loro moto.
Sulla rivista “La Moto”, il direttore, Giovanni Luraschi, pubblicò un editoriale di fuoco contro le supposizioni della NSU sulla cilindrata delle Moto Guzzi a Monza e anche contro le ragioni del ritiro addotte nel comunicato. “La prima ragione è senza dubbio logica – scrisse – almeno fino a un certo punto, ma la seconda dimostra ancora una volta che la tanto vantata serietà tedesca è una leggenda che non sempre ha solide basi nella realtà”.
Quanto alle voci malevole sulla regolarità della vittoria di Wheeler, Luraschi fu altrettanto pesante: “Quando la NSU fu battuta a Monza dalle Guzzi, espresse il dubbio che le Guzzi fossero maggiorate, ma lo espresse parecchi giorni dopo la gara, quando sapeva che nessun controllo era più possibile e quando sapeva che qualunque smentita avrebbe lasciato nel pubblico tedesco qualche dubbio. Scrivemmo allora che la NSU doveva imparare a perdere e ora dobbiamo scrivere che la NSU deve pure imparare come si comporta una Casa che vince”.
Da Neckarsulm arrivò puntualmente una risposta: “Abbiamo letto il n. 28 della vostra rivista e siamo veramente sbalorditi per la veemenza con cui vi scagliate contro la NSU e ci attribuite tutte le peggiori qualità…”.
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