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Volumetrici e centrifughi, con azionamento meccanico o fluidodinamico, a compressione interna oppure a lobi
Massimo Clarke
17 feb 2025
Per le moto, gli anni d’oro della sovralimentazione risalgono a prima del secondo conflitto mondiale. A dominare la scena furono i compressori a lobi (Roots) e quelli a palette (Cozette, Zoller, Centric, ecc.). I primi sono costituiti da due rotori a due o tre lobi che si sfiorano senza toccarsi e senza entrare in contatto con le pareti del carter nel quale sono alloggiati. Il rendimento è discreto (nell’esecuzione tradizionale in genere non supera il 60%) e il flusso è fortemente pulsante. Nel tempo sono apparse diverse “variazioni sul tema”. Di recente la Eaton con i suoi TVS a rotori dalla geometria spiraliforme (l’avvitamento è arrivato a 170°) ha raggiunto rendimenti dell’ordine del 75%. I compressori a palette, realizzati in un gran numero di versioni, comportano parti mobili soggette a strisciamento. Diffusi in passato, oggi sono praticamente scomparsi, anche perché sono complicati e hanno un rendimento non proprio esaltante. I compressori Lysholm, o a doppia vite, sono eccellenti sotto tutti gli aspetti ma hanno un costo elevato. Sono a flusso assiale, con due rotori aventi profili coniugati: il loro rendimento può essere superiore al 75%.
I compressori centrifughi sono stati a lungo impiegati diffusamente sulle auto americane sia da corsa (dominavano a Indianapolis) che di serie. Di recente sono stati riproposti in versioni più evolute e alcuni sono disponibili nel mercato delle parti speciali. Nomi come Vortech, Rotrex e Procharger si sono aggiunti al classico Paxton e sono ben noti a molti appassionati. Il loro rendimento è alto, ma per fornire pressioni di sovralimentazione elevate questi compressori devono girare molto forte.
Negli anni Ottanta hanno sperimentato la sovralimentazione volumetrica a comando meccanico la Morini (a palette autolubrificanti) e la Ducati. Più recentemente la Horex ha proposto su una versione del suo sei cilindri a V stretto un compressore centrifugo, dello stesso tipo che a un certo punto è stato adottato di serie, sui modelli H2, dalla Kawasaki. Del prototipo Honda ICE a tre cilindri abbiamo infine scritto qualche settimana fa.
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