EWC, Flavio Ferroni: “Suzuka? Risultato magico, volevo una emozione di questo tipo” | ESCLUSIVA

Il pilota abruzzese, dopo stagioni difficili, ha centrato domenica scorsa in Giappone il suo primo podio nell'Endurance

EWC, Flavio Ferroni: “Suzuka? Risultato magico, volevo una emozione di questo tipo” | ESCLUSIVA
© FIM Endurance World Championship EWC

Marco PezzoniMarco Pezzoni

8 ago 2025

Entrato a far parte del team Aviobike-Revo M2 dal Bol d’Or dello scorso anno, Flavio Ferroni è stato poi confermato nel nuovo team Aprilia Revo-M2 insieme a Kevin Calia e Simone Saltarelli (oltre a Luca Vitali per le 24h).

Dopo stagioni difficili, l’abruzzese ha trovato la sua dimensione nell’Endurance ed il podio di Suzuka di domenica, primo in carriera per lui, è stato il coronamento di un lungo percorso di sfide che lo hanno portato fino alla grande gioia giapponese.

Flavio ha avuto il grandissimo onore di chiudere la gara arrivando al traguardo di Suzuka con tutti i fuochi d’artificio e le luci dei tifosi giapponesi in tribuna, una emozione grandissima vissuta in prima persona. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente ed ecco quello che ci ha raccontato della gara

Flavio, raccontaci un po’ le emozioni del tuo primo podio in Endurance e il primo del team a Suzuka

Sì esatto, è sia il mio primo podio nell’Endurance che il primo podio per noi in questa stagione. E’ stato veramente molto bello ed emozionante, non ce lo aspettavamo. Siamo arrivati in Giappone senza esperienza, gli altri avevano già fatto dei test, non avevamo grosse aspettative. Ci siamo trovati bene, abbiamo lavorato tanto per la gara e poi è arrivato questo podio che tanto aspettavamo dall’inizio di stagione.”

Di fatto siete arrivati per il test ufficiale del 30 luglio…

Abbiamo girato martedì, il mercoledì è stato di pausa e il giovedì è iniziato il weekend vero. Abbiamo provato solo di martedì, qualche team aveva l’esperienza dell’anno scorso mentre i giapponesi che sono di casa come Team Etoile avevano fatto già gli altri test, anche la Honda #41 aveva fatto i test. Noi non avevamo molti dati alla mano, non è stato subito facile sia perché non conoscevamo la pista e sia perché dovevamo sistemare la moto. E’ stato abbastanza impegnativo.”

Com’è stato il tuo primo approccio a Suzuka?

E’ stato bello, la pista mi è piaciuta molto. Me l’aspettavo più grande, più ampia. Invece è stretta e non è così veloce, sono curve una dietro l’altra. Non è come il Mugello che è molto larga, guidata e tecnica. Veramente bella, è una pista storica. Adesso ho capito perché tutti parlano di questa pista. Ho capito perché viene definita la “Gara delle Gare”, è una gara che ha tanta storia, su un circuito storico, si percepisce davvero l’impegno che mettono le Case giapponesi come Honda e Yamaha, si vede che per loro è una gara importantissima, tutto il contesto è speciale.”

Com’è stata la gestione del caldo durante la gara?

Al primo cambio pilota c’è stata una scenetta simpatica tra Kevin, Simone e me. Kevin che ha detto a Simone “pensa a una cosa difficile e moltiplicala per 10”, Simone quando è tornato al box prima di darmi la moto ci ha pensato un attimo su cosa dirmi e poi mi ha detto “è lo sforzo più difficile della mia vita”, io mi sono detto “andiamo bene, molto rassicurante prima di entrare” (ride). Sicuramente è tosta, mi ero preparato tanto per questa gara, cercavo di allenarmi nelle ore più calde per replicare il più possibile quello che poteva essere lo sforzo della gara. E’ stata dura, lo stint è lungo quasi un’ora, il caldo è assurdo. Più che altro è l’umidità, anche dentro il casco si fa fatica a respirare.”

Mi dicevano Michele e Simone del problema che avete avuto della moto spenta prima della 130R per via delle altissime temperature…

Ci siamo spaventati quando si è spenta la moto per un attimo, per fortuna poi è ripartita. E’ andato tutto bene. Sì è spenta poco prima dell’ingresso box.”

Com’è stato l’arrivo in notturna al traguardo?

Per me è stato veramente super emozionante. In notturna, una atmosfera magica, sulle tribune c’erano tutte le luci. E’ il traguardo della “Gara delle Gare”, la pista tutta illuminata intorno…Per me è stata una emozione grandissima, tra le più forti che ho vissuto nella mia vita. Gli ultimi anni non sono stati bellissimi per me, ero alla ricerca di una soddisfazione così di un podio da tanto tempo. E’ arrivato finalmente, solo le persone vicino a me sanno quanto sia stato duro andare alla ricerca di questi risultati e di tornare sul podio, una cosa che attendevo da tanto e tornare a sentire quelle emozioni è stato bellissimo. E’ stata una esplosione di gioia. Questo risultato è stata una emozione grandissima ma farlo insieme a degli amici prima ancora di essere compagni di squadra e ad un team con dei ragazzi così rende tutto ancora più magico.”

Qual è stato il momento più difficile della gara?

Forse verso la fine, l’ultimo stint perché non ero tranquillissimo. Ero abbastanza teso, la terza posizione era salda ma ho sempre avuto il pallino in testa che l’Endurance non è finita fino alla bandiera a scacchi. Mancava l’ultimo passo ma sembrava il più duro. L’ultimo stint a livello mentale è stato il più duro, era più corto, meno minuti. Mentalmente è stata dura, avevo il timore che potesse andare tutto in fumo per qualsiasi cosa. Superata la bandiera a scacchi è stato un sollievo ed una esplosione di gioia. Le safety car hanno sfalsato l’ultimo stint.”

Questo podio è una spinta in più per finire bene la stagione e pensare al 2026

Sì esatto, arriviamo con lo spirito giusto al Bol d’Or. L’obiettivo è quello di fare bene, l’anno scorso siamo andati bene fino al problema al motore alla 19^ ora. Siamo stati tutta la gara davanti, peccato che sia sfumato all’ultimo un buon risultato. Abbiamo i dati dell’anno scorso ed una buona base di partenza per il setting, andiamo carichi con la voglia di chiudere la stagione nella maniera migliore. Non so quale possa essere l’obiettivo finale perché non so come siamo messi a livello di classifica, c’è da fare il meglio possibile. La 24h regala tanti punti che pesano a livello di classifica facendola bene.”

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