EWC, Randy Krummenacher tra presente e futuro: “Il mio camp? Cerco di tirare fuori il meglio dai piloti che ho con me”
Lo svizzero, assente dalla gara per l’infortunio, si è raccontato ai nostri microfoni parlando soprattutto del progetto legato ai giovani piloti

Marco Pezzoni
Pubblicato il 25 giugno 2025, 07:31
Mentre era in corso di svolgimento la 8h di Spa, nella sala stampa del tracciato belga abbiamo fatto una bella chiacchierata con Randy Krummenacher, pilota del Tati Team AVA6 Racing che ha dovuto seguire la gara da fuori a causa dell’infortunio rimediato durante i test di giovedì (una vertebra fratturata, cortesia di un highside alla Double Gauche).
“Ho dei dolori ma anche guardare la gara dalla sala stampa mi fa male. L’incidente? Ha iniziato a piovere un po’ ma sentivo che c’era grip, sono rimasto fuori. Non ho calcolato bene che da una parte c’era l’asfalto nuovo che comunque tiene tantissimo anche quando piove, dall’altra parte c’era l’asfalto vecchio, sono arrivato alla Double Gauche e mi sono trovato quasi sul ghiaccio, non potevo fare niente. Ho avuto un highside molto forte, mi sono rotto la vertebra T5 e ho bisogno del busto per un mese. Cercherò di esserci per Suzuka.”
21 Racing School, il progetto parallelo di Randy e Serena
Nel 2018 Randy e Serena fondano la “21 Racing School” una scuola piloti che ha l’obiettivo di offrire eventi pensati in base ai vari livelli di esperienza dei partecipanti. Del progetto ne abbiamo parlato sia con Kiko, Marketing Manager della 21Racing, che con Serena e Randy.
Kiko: “Ci saranno delle belle sorprese per il team 21. Il 21 Racing Team diventerà quasi un hub per gli eventi e allargare la visione e crescere nuovi piloti attraverso l’educazione, un livello più avanzato di una Academy.”
RK: “E’ da sette anni che facciamo eventi flat track, che è il mio allenamento generale. Con il flat track qualsiasi motociclista riesce a controllare meglio la moto, anche in strada, lo aiuta ad essere più sicuro ed automaticamente più veloce. L’anno scorso abbiamo iniziato anche ad avere dei camp settimanali a casa nostra con i piloti che hanno la possibilità di vivere la vita da pilota professionista. In tanti ragazzi giovani c’è talento, hanno girato tutta la vita in moto, la parte fisica e mentale e mangiare in certe situazioni è stata ignorata. A livello nazionale bastano il talento e saper andare in moto, ma anche solo andando in Spagna questo non basta perché diventa tanto importante anche l’allenamento fisico e mentale quanto il girare in moto. Stando a casa con noi imparano tanto e si rendono conto che non è solo tutto divertimento ma è anche lavoro duro.”
Con i dovuti paragoni è quello che fa Rossi con la sua Academy…
S: “In qualche punto è simile ma abbiamo idee di sviluppo anche ulteriori che valgono solo per i piloti.”
RK: “Lui sicuramente porta la sua esperienza ai giovani, un po’ quello che faccio io ma a quelli più giovani ancora. Da lui arrivano già dei piloti che hanno vinto qualcosa, noi facciamo più da talent scout.”
E’ bello che piloti ancora in attività comincino a porre le basi per il futuro
Kiko: “Non solo, cercano un ponte di collegamento tra quello che è l’immagine e la realtà delle cose. Il crescere ed educare è una cosa che domani sarà itinerante. Stiamo chiudendo accordi con alcuni comuni in Italia.”
RK: “Dando l’accesso al flat track posso insegnare a tutti la tecnica del come si va in moto, è una svolta molto forte per qualsiasi motociclista. Sono molto trasparente, non ho segreti. L’esperienza che ho la insegno a tutti, è una cosa rara perché tanti la fanno diversamente. Cerco di tirare fuori il meglio dai piloti che sono con me, e con questi camp cerchiamo di far vivere a loro dei giorni belli.”
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