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Dan sta disputando la sua prima stagione da pilota ufficiale nel team Yoshimura SERT: “Possiamo vincere il titolo. Non penso più ad un eventuale doppio impegno”
25 lug 2024
La 8 Ore di Suzuka di quest'anno si è conclusa con una fantastica terza posizione per il team Yoshimura SERT e, se per Albert Arenas si è trattato dell'esordio nel mondiale endurance, per il compagno di squadra Dan Linfoot è stata la miglior esperienza nella prestigiosa corsa di durata sul tracciato giapponese. Il pilota britannico si sta confermando come uno dei migliori interpreti della specialità in sella alla Suzuki GSX-R1000R e, intervistato direttamente in circuito, non ha nascosto né le proprie ambizioni, né i piani per il futuro della sua carriera: ecco cosa ci ha raccontato.
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“Non è stata la mia prima 8 Ore di Suzuka, ma è stata la prima edizione in cui ho avuto una vera chance di lottare per la vittoria difendendo i colori di un vero e proprio top team come Yoshimura SERT”, ha spiegato Dan. “Essere un pilota ufficiale richiede un cambio di mentalità, perché bisogna entrare in sintonia con squadra e compagni di equipaggio facendo in moto che tutto vada per il verso giusto se si vuole puntare alla vittoria in ogni round”.
“Se dovessi descrivere la 8 Ore di Suzuka in una sola parola, quella sarebbe “incredibile”, perché lo è sotto ogni aspetto”, prosegue l'ex-BSB. “La pista è stupenda, correre qui di notte è magico e l'atmosfera che si respira non c'è in nessun altro evento nel mondo. Mentirei se dicessi che il caldo non rappresenta un problema in una gara del genere, ma tutto sommato è qualcosa di gestibile”.
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Difendendo i colori di un top team come Yoshimura SERT, Linfoot ha capito di dover puntare in alto: “Quando abbiamo vinto la 24 Ore di Le Mans mi sembrava di sognare ad occhi aperti, ma è stato fondamentale restare lucidi e concentrati in vista degli appuntamenti successivi. Anche a Spa siamo andati alla grande e siamo arrivati qui a Suzuka da leader di campionato, anche se sapevamo che non sarebbe stato facile mantenere il primo posto vista la presenza di molti team altamente competitivi e l'assenza di Gregg Black per infortunio. In ogni caso, abbiamo centrato il podio e ora possiamo puntare al titolo al Bol d'Or”.
“L'aspetto più importante di una gara endurance credo sia lo spirito di adattamento, perché si guida una moto che va condivisa con altri due piloti e quindi occorre trovare il giusto compromesso che permetta a tutti di essere competitivi nonostante le differenze di peso e altezza”, ha aggiunto. “In più, è fondamentale riuscire a comunicare con i compagni durante il pit stop condividendo le sensazioni provate durante l'ultimo stint effettuato. E' qualcosa che non esiste nelle gare sprint, ma è anche questo il bello di una corsa di durata”.
“Per diversi anni ho cercato di avere un doppio impegno tra endurance e gare sprint, specialmente nel contesto del BSB, ma ora il mondiale EWC è diventato il focus della mia carriera. Non penso ad un eventuale ritorno nelle gare brevi, ma solo a migliorare il mio rendimento qui con l'obiettivo di diventare campione del mondo”, cnclude Linfoot con le idee chiare.
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