CIV, Delbianco: “Corriamo con la stessa moto del 2024, non voglio venire screditato”

Al termine del weekend di Misano, il pilota DMR Racing risponde a chi lo accusa di vincere solo grazie alle concessioni

Mathias CantariniMathias Cantarini

28 lug 2025 (Aggiornato il 29 lug 2025 alle 07:43)

Grazie alla doppietta al Misano World Circuit e al doppio inciampo del primo rivale per il titolo Michele Pirro, Alessandro Delbianco ad Imola tra poco più di un mese avrà il primo match point per conquistare il suo primo titolo italiano.

CIV: Delbianco fa doppietta a Misano, allungo decisivo verso il titolo

Delbianco: “Quando sbagliavo era colpa mia e ora che vinco…”

Sette successi su otto gare disputate, un percorso quasi perfetto per Alessandro Delbianco che - fin dai test invernali – ha messo in pista una velocità e una costanza mai mostrata prima d’oggi. Se infatti in passato il pilota DMR Racing era riuscito a lottare con Michele Pirro in diverse occasioni, portando la corsa al titolo all’ultima gara, mai era apparso così costante e soprattutto veloce. Per la prima volta nella sua carriera da quando ha debuttato nel CIV Superbike, Delbianco sta disputando la sua seconda stagione con lo stesso team e la stessa squadra (e al terzo anno in sella alla Yamaha R1). 
Un titolo che dopo il round di Misano si sta avvicinando portando con se però anche diverse polemiche e voci all’interno del paddock del Dunlop CIV. Il romagnolo ha voluto però, al termine di Gara 2, dire la sua su quanto sta accadendo e quale sia realmente la situazione tecnica attuale: "Ne sento tantissime in questo periodo e un po’ mi dispiace", ha esordito Delbianco. "Nel nostro sport spesso non si danno i meriti ma anzi si cerca di screditare il lavoro degli altri". Il pilota DMR Racing è poi andato nel dettaglio delle polemiche sorte per via delle “concessioni” che secondo alcuni sarebbero il motivo del dominio di questa stagione di DB52: "Stiamo davvero correndo con la moto dell’anno scorso, non abbiamo nemmeno comprato la moto nuova. Il motorista è lo stesso, i meccanici sono gli stessi, gli ingegneri sono gli stessi e anche la maglia che usiamo nel box è la stessa dell’anno scorso – ha precisato la tabella tricolore - Corriamo con la stessa moto e la stessa squadra, abbiamo lavorato bene ed abbiamo fatto uno step, come lo fanno tutti i piloti".
Negli ultimi 4 anni, Delbianco ha terminato al secondo posto in campionato tre volte, dimostrando come da diverso tempo sia il rivale numero uno del collaudatore Ducati MotoGP: "Sono da anni vicino a Pirro. Con il team e Yamaha abbiamo costruito un percorso di crescita, vorrei che ci fosse dato merito di questa cosa". Il pilota DMR Racing si è poi tolto qualche sassolino dalla scarpa su chi negli anni passati lo ha criticato e oggi non riconosce il suo miglioramento: "Quando sbagliavo prima era facile dire 'Va beh, è Alessandro'. Ora andiamo forte e non mi piace che la gente dica 'vince per le concessioni', che per altro non abbiamo". A questo punto DB52 ha voluto chiarire una volta per tutte da dove nasce la polemica: "Continuo a leggere e sentire gente sostenere che abbiamo delle concessioni ma non è così. Yamaha ha si ricevuto delle concessioni, ma si parla di quattro anni fa. Addirittura prima ancora che corressi con loro, la moto da allora è sempre quella e ci tengo a specificare questa cosa". Per chiarire ogni dubbio in fondo all’articolo alleghiamo il documento tecnico relativo alle concessioni permesse per ogni modello, in questo caso proprio quello relativo a Yamaha. 
Come si legge nel documento (consultabile a questo link), l’unica nuova concessione – evidenziata in rosso – è la possibilità di utilizzare le nuove appendici aerodinamiche omologate nel modello 2025. Il resto delle modifiche concesse (link modificato e la possibilità di modificare le boccole cuscinetto sul cannotto e l’asola del perno ruota posteriore) sono state introdotte nel 2021 quando Niccolò Canepa corse nel CIV proprio per sviluppare la R1 per la serie tricolore. "In questo momento abbiamo un pacchetto che permette a me, DMR Racing e Yamaha di essere veloci come è stato per Michele, Barni e Ducati. Non voglio che la gente screditi il lavoro che abbiamo fatto", ha concluso poi Delbianco.

 
 

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