Elia ha corso con il nuovo prototipo CR&S salendo subito sul podio: “E' un work in progress ma la base è buona. L'Esercito? Bello portare in alto i loro colori”
Come sempre, il Campionato Italiano Velocità regala tantissimi spunti e motivi d'interesse. Uno di questi riguarda la classe Moto3, nella quale a Misano è scesa in pista la CR&S schierata dal team Smash91 Racing affidata ad un pilota ormai esperto quale Elia Bartolini. Si tratta di una moto sviluppata in collaborazione con Roberto Pattoni dal punto di vista tecnico (figlio del mitico Giuseppe Pattoni, fondatore della Paton) e ancora in stato embrionale, ma nelle mani del classe 2003 si è rivelata immediatamente molto competitiva nella serie tricolore conquistando il podio in tutte e tre le gare disputate sul circuito romagnolo. Abbiamo perciò chiesto ad Elia qualcosa in più a riguardo: ecco cosa ci ha detto in esclusiva.
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Elia, vederti nuovamente in Moto3 è stata un po' una sorpresa...
“In effetti, anche se stavamo discutendo da un po' a proposito della nostra partecipazione alla Moto3, questa prima gara è rimasta in forse fino ad un paio di giorni dall'inizio del weekend salvo poi decidere di scendere in pista”.
Cosa ci puoi dire della nuova moto?
“Si tratta di una moto estremamente nuova, è un progetto nato da CR&S (acronimo di Café Racers & Superbikes, ndr) in collaborazione con Roberto Pattoni. Ci sono tante realtà e molte persone con cui lavorare, ma il clima mi piace e trovarsi in un ambiente del genere per un pilota è sempre molto stimolante”.
Nelle tue mani è sembrata competitiva fin da subito: confermi?
“Chiaramente per ora si tratta di un enorme work in progress e c'è molto margine di miglioramento, soprattutto se si considera che in questo primo weekend abbiamo utilizzato i motori dell'anno scorso, ma la base è ottima come dimostrano i podi ottenuti in tutte e tre le gare qui a Misano”.
Nello scorso biennio con Lucky Racing, ora con CR&S: ormai sei diventato uno specialista nello sviluppo delle moto.
“Mi piace molto aiutare le squadre a sviluppare le loro moto. E' una sfida in più, ma è divertente ed è un motivo d'orgoglio portare in alto diversi modelli, specialmente perché essere chiamati dalle squadre come tester in gara significa avere la loro fiducia ed è una bella responsabilità”.
C'è anche un'altra novità: cosa si prova a portare in pista i colori dell'Esercito?
“Essere entrato a far parte del gruppo sportivo dell'Esercito è qualcosa di davvero speciale, si tratta sia di un gruppo che di una grande famiglia e sono felicissimo del fatto che abbiano deciso di supportarmi, perciò mi auguro di portare in alto questi colori”.
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