Alessia rivive “quel maledetto giorno”

“Pagherei oro per una passeggiata”
Alessia rivive “quel maledetto giorno”

7 ott 2013

Alessia Polita è tornata a casa, a Jesi, e sta affrontando la sua nuova vita, dopo l’incidente del 15 giugno scorso, che l’ha lasciata paralizzata. Su Facebook ha pubblicato una lunga, bella, lettera aperta. Eccola. C’è che la pioggia ci mette un po’ del suo, che la realtà si presenta ogni mattino anche senza mettere la sveglia, si, perché l’ ultima sveglia che ho messo è stata quella del 15 giugno, alle ore 7.47 precisamente, mi piaceva mettere il 47 da per tutto, (anche sul mio casco la sera prima, avevo messo il suo adesivo Eddi 47), si viveva in simbiosi, 47 di quà 51 di lá... Due piloti... Stessa passione, certe volte ci si guardava negli occhi e nemmeno ci si parlava, perché ci capivamo al volo. Fatto sta che spesso mi viene in mente quel maledetto giorno.... Quel 15 che messo al contrario sarebbe un 51; ma si che poi questi sono piccoli dettagli che vuoi guardare per trovare il calcolo matematico del tuo incidente e dire che era tutto scritto e non si poteva evitare. Quelle piccole e maledette coincidenze che ti danno un perché a quanto successo... 9.00 spaccate entro in pit lane, lo trovo lì, davanti al suo box che mi guarda passare, mi saluta con uno dei suoi unici meravigliosi sorrisi e con senso di “mi raccomando” mi lascia scorrere davanti ai suoi occhi... Il “mi raccomando” aveva il suo significato, perché avevamo parlato ore la sera prima di addormentarci, sui piccoli problemi di assetto che non avevo risolto, e che finalmente era la mia ultima gara, ero stanca di fare conti con soldi che non c’erano più, se si cadeva, avevo problemi anche per cambiare i pezzi,era diventato pesante, amavo le moto, ma avevo scelto di terminare, la mia ultima gara e poi lo avrei seguito ovunque, fatto sta che lui con fare da uomo mi aveva detto che dove non arrivava la moto, dovevo metterci del mio... Ma va be la mia è una guida, anzi era una guida millimetrica, ero un pennello, poche sbavature e quasi nessun traverso, quindi avevo bisogno per guidare forte, di una moto messa a perfezioni per me. Percorro in tutta tranquillità, ma con tutta la concentrazione possibile,curva 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12,13,14,15..... E arriva la 16, ore 9.07 .... Lo schianto! Quel terribile volo che mi ha rovinato la vita davanti ai suoi occhi.... Pagherei in primis per non avergli fatto vedere il mio incidente in diretta davanti ai suoi occhi,tutto, pur di sentire di nuovo quell adrenalina che ti toglie il fiato dietro quella griglia di partenza, altrettanti soldi pur di vedere quel semaforo spegnersi e ammucchiarsi in 40 dentro una curva... Pagherei l’oro del mondo anche per una semplice passeggiata tra il paddock... Ormai completi io e lui... Un pilota deve essere pronto a tutto... Ma questo scusatemi è surrealismo!... E sapete perché... Il continuo già lo sapete.

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