Evgeny Bobryshev: "Siamo per la pace"

Evgeny Bobryshev: "Siamo per la pace"© L.Resta

Nel fine settimana è arrivata la sentenza della FIM che di fatto taglia fuori da qualsiasi competizione motociclistica tutti i piloti russi in attività. La notizia è paradossalmente stata comunicata ad alcuni di loro ad attività appena svolta, come nel caso di Vsevolod Brylyakov che al termine della manche di qualifica del Gran Premio di Lombardia, ha saputo della sua sospensione

10.03.2022 11:46

Tra i piloti russi ancora in attività ce n’è uno che ha frequentato a lungo il paddock della MXGP, essendo per buona parte della sua carriera anche pilota Factory Honda e HRC, Evgeny Bobryshev. Il pilota di Kondrovo, 150 km a ovest di Mosca, risiede stabilmente da più di 15 anni in Olanda, dove il suo manager Harry Van Houten, lo accolse all’inizio della sua carriera.

L'ultimo Gran Premio disputato nel 2021 a Lommel

Dalla Russia con amore


Bobby, come è amichevolmente chiamato nell’ambiente crossistico, vincitore di un Gran Premio nel 2011 e terzo assoluto nel 2015, secondo al Nazioni 2015 e all'ultimo del 2021 a Mantova, vincitore di un campionato olandese di motocross, di uno italiano e due volte di quello inglese, si è sempre distinto per i modi gentili e per la simpatia innata che ispira in chi lo conosce da vicino ed ora si trova messo, come i suoi connazionali, fuori da tutte le competizioni. Lo abbiamo raggiunto per farci raccontare come stanno le cose.

Bobryshev ha sempre corso con il 777 in 450 @Hrc

Bobryshev: "Ci stiamo adoperando per inviare aiuti umanitari"


“E’ una situazione paradossale che mi sta distruggendo lentamente. Io e la mia famiglia non abbiamo nulla a che fare con quello che sta succedendo e anzi, ci stiamo adoperando per inviare aiuti umanitari alla popolazione civile ucraina che si trova in questa situazione di assoluta emergenza. Siamo preoccupati per loro e cerchiamo di fare il possibile. Mio suocero è ucraino e mia moglie lo è per metà. Abbiamo una parte della famiglia che in questo momento è a Energodar e oltre che preoccupati, ci sentiamo anche impotenti”.

Da sempre a suo agio sui terreni morbidi, il russo è sulla sabbia che ecelle

"In pratica non posso esercitare la mia professione"


“Ho contattato la federazione olandese per gareggiare in quello che considero il mio paese ora, visto che ci vivo da più di 15 anni. Mia moglie ha il passaporto olandese, le mie due figlie sono nate in Olanda, studiano lì, dove viviamo ed hanno passaporto olandese ed io stesso, oltre ad avere la carta d’identità olandese, corro da anni con licenza inglese. In questo momento però non posso correre, in pratica non posso esercitare la mia professione che da qualche anno consiste nel partecipare a gare di campionato inglese e olandese ma la cosa più grave è che ricevo in continuazione minacce e insulti in quanto russo”.

Valkenswaard 2018, condizioni quasi "russe" per i piloti con neve e freddo

"Ci siamo espressi chiaramente attraverso i social"


“Mi sono espresso chiaramente attraverso i miei canali social, condannando quello che sta succedendo in Ucraina ma a parte alcuni amici, per risposta ricevo solo insulti. E’ una situazione davvero assurda, anche mia moglie si è espressa a favore della pace ma ha dovuto discutere sui social persino con persone che ci conoscono e che sanno come la pensiamo. Paghiamo solo per il fatto di essere nati nel nostro paese e sinceramente sta iniziando a diventare una situazione pesante. I nostri genitori sono in Russia, non possiamo vederli e non sappiamo nemmeno quando potranno venire da noi o noi andare da loro. Parte degli investimenti di una vita stanno andando in fumo e tutto questo senza poter fare assolutamente nulla, se non aiutare i civili che hanno più bisogno di tutti.”

Con la Honda a Teutschenthal dove ha vinto il suo unico Gran Premio @HRC

"Sono russo, certo, ma che colpa ne ho?"


“Sono un padre ed un marito, sono russo, certo ma che colpa ne ho di quello che sta accadendo? Io vorrei solo poter fare il mio lavoro e continuare a guadagnarmi da vivere così, correndo, cosa che non potrò fare ancora a lungo considerata la mia età. Spero davvero con tutto il cuore che si possa trovare presto una soluzione e che si possa tornare a parlare invece di sparare. Voglio scrivere al presidente della FIM e al direttore del CMS della FIM per metterli a conoscenza della mia situazione”.

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