Troviamo onesto e doveroso tributare quanto ottenuto dai piloti italiani a Le Mans, seppur precisando che nelle principale classi un rendimento così basso mancava da ben quattri anni. Ma il paddock iridato è costituito pure dalla MotoE, categoria elettrica in cui hanno primeggiato piloti dello Stivale. Punta della pattuglia nostrana, Mattia Casadei: il team LCR, trionfante col francese Johann Zarco, ha salutato il Bugatti portando a casa doppio motivo di soddisfazione.
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Mattia Casadei si è aggiudicato la seconda manche, Andrea Mantovani e Kevin Zannoni si sono presi rispettivamente una piazza d'onore, Alessandro Zaccone si è goduto un bel terzo posto. Bottino importanti per gli azzurri della MotoE, categoria caratterizzata dalla Ducati V21L ed equipaggiata da pneumatici Michelin.
Perché, la domanda, questa classe attira poco pubblico? Anzitutto, bisognerebbe verificare cosa significhi "poco": i dati sono sempre relativi ad altri dati. Certo, se si paragona alla MotoGP, arriva subito una risposta: nel panorama mondiale a due ruote, oggi, niente e nessuno avvicina oggi la Regina.
Oltre ai già citati e premiati, la categoria vede al via piloti italiani di alto livello. Nicholas Spinelli, Lorenzo Baldassarri, Alessio Finello, Matteo Ferrari, Tommaso Occhi, Raffaele Fusco e, non guasta, il sammarinese Luca Bernardi. Qui abbiamo titoli nazionali, iridati - Ferrari è stato campione MotoE - vittorie internazionali e chi più ne ha ne metta.
Sì, lo sappiamo: queste corse sono silenziose, durano poco e vengono disputate a orari "strani". Entriamo in un ambito di esigenze e gusti personali, dai quali ne rimaniamo fuori. Però, è giusto dire questo: il tricolore a Le Mans è sventolato orgoglioso, pazienza se in pochi (ma buoni) se ne sono accorti.
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