Test MotoGP, Honda non si arrende: RC213 V stravolta in due mesi

Lavoro incessante per titolari e collaudatori, prestazioni scarse: le Concessioni aiutano poco, o gli ingegneri devono capire come sfruttarle?

Test MotoGP, Honda non si arrende: RC213 V stravolta in due mesi

Mirko ColombiMirko Colombi

Pubblicato il 29 aprile 2024, 12:47

Il maniglione montato sulla RC213 V di Stefan Bradl ha immediatamente fatto pensare quanto sia alta l'impegno in Casa Honda. Particolare che, al pari della carena ridisegnata, spiegano la volontà di recuperare il grosso gap patito ad oggi. A Jerez ci sono 5 piloti in azione, concentrati su novità e parti già provate: il colosso HRC mica si arrende, anzi. Vuole tornare regina della MotoGP.

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Test Motogp, RC213 V stravolta in due mesi: prototipo praticamente rifatto daccapo

Due mesi, anzi, meno di due mesi. Questo è il lasso di tempo utilizzato dagli ingegneri giapponesi per ricostruire daccapo il prototipo dell'Ala Dorata, che di allori al momento ne conta pochi in bacheca, se non quelli già ottenuti. Vedere Joan Mir e Luca Marini arrancare per la zona punti o addirittura rimanerne fuori, è onta da rimuovere presto.

Grosso lavoro pure il team LCR, al pari di Repsol ufficiale. Con l'aggiunta di Stefan Bradl, la presenza in pista a Jerez è importante, come evidenti sono le modifiche  apportante, riguardanti l'anteriore della moto, le carene e il codone. Carbonio, carbonio, carbonio.

L'evoluzion relativa alla gestione elettronica e propulsore sono invisibili, ma si sentono: l'erogazione, ritenuta troppo aggressiva, è stata addolcita. L'obiettivo consiste nel limitare al massimo i problemi dichiarati dai piloti, ovvero, trazione in piega e in rettilineo.

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