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17 ago 2025
Si allunga la striscia di successi di Marc Marquez, sesto successo consecutivo nei GP e vantaggio sul fratello che sale a 142 punti. In Austria è caduto anche uno degli ultimi tabù di Marc che al Red Bull Ring era stato battuto all’ultima curva per tre stagioni consecutive (2017 e 2019 da Andrea Dovizioso e nel 2018 da Jorge Lorenzo).
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Finalmente è arrivato il successo al Red Bull Ring, cosa si prova?
“Sono felice, almeno non me lo chiederete più ogni volta che arriviamo in Austria. Come ho detto giovedì, questa volta non avevo scuse. Guido la moto rossa contro la quale ho perso tre volte di fila all’ultima curva”.
L’ottimo inizio di gara di Bezzecchi ha cambiato i tuoi piani?
“La mia intenzione era quella di andare subito al comando della gara ma ho perso tempo lottando con Pecco nei primi due giri. Ho provato subito ad attaccare Marco, perché quando guidi vicino a qualcuno su questa pista non puoi frenare come vuoi e sei obbligato ad usare tanto il freno posteriore in accelerazione, mi sono accorto che stavo consumando troppo il posteriore nella prima parte di gara e allora l’ho lasciato andare e ho fatto raffreddare le gomme. Quando ho visto che la sua moto ha iniziato a muoversi sono tornato all’attacco”.
Mentre poi nel finale si è rifatto sotto Aldeguer, stavi gestendo il vantaggio?
“Non ero sotto controllo, onestamente mi ero dimenticato del gruppo dietro perché avevo visto sulla tabella che erano lontani tre secondi. A un certo punto ho letto +1.8 ma non sono riuscito a leggere il nome, quando poi ho passato Marco ho visto due nomi sulla pit board e il secondo era quello di Aldeguer. Non mi ha sorpreso perché tra i piloti Ducati è quello più bravo a gestire la gomma, a quel punto ho spinto al massimo e sono riuscito a non farlo mai scendere sotto gli otto decimi”.
Credi che Aprilia sia migliorata tanto in queste ultime gare, soprattutto vedendo i risultati anche delle altre Ducati?
“Nella prima parte di stagione per gran parte delle gare le Ducati sono state tutte davanti. Oggi, rispetto a quando sono arrivato in MotoGP, le case in difficoltà hanno più concessioni per poter migliorare le proprie moto. L’obiettivo del campionato è ovviamente avere più moto diverse davanti, ma l’obiettivo di Ducati è quello di continuare a vincere gare. Al momento è vero che non tutte le Desmosedici sono davanti, però anche oggi ha vinto una Ducati e un’altra è arrivata seconda”.
Stoner ha detto che sei in vantaggio rispetto agli altri piloti perché hai imparato a guidare quando l’elettronica era meno importante di oggi. Sei d’accordo?
“Quando sono arrivato in MotoGP, l’elettronica della Honda era migliore di quella che stiamo utilizzando ora perché non c’era un software “chiuso” ma era completamente libero. Ora tutti i piloti hanno parametri simili, tra la Honda e la Ducati che sono le moto che ho guidato posso dire che quella della Desmosedici lavora molto bene e ci rende la vita più facile. Ma non puoi usare l’elettronica per essere più veloce, solo per essere più sicuro e costante. Se vuoi usarla per essere veloce non sei sulla giusta strada”.
Guarderai i dati di Fermin per capire come mai nel finale di gara andava così forte?
“Questo weekend ho guardato i suoi dati del terzo settore perché era l’unico pilota che era più veloce di me nonostante ci fossero due curve a sinistra e solo una a destra e mi sono chiesto “cosa sta succedendo?”. Ho visto che lui faceva molta più velocità di percorrenza e con le carcasse delle gomme che avevamo in questo fine settimana era qualcosa che dovevi fare se volevi essere veloce. Così ho cercato di copiarlo in quelle due curve mentre per il resto abbiamo due stili di guida differenti per cui ho continuato con i miei riferimenti”.
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