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23 giu 2025
Il successo di Marc Marquez ha mantenuto l’imbattibilità al Mugello del team Ducati ufficiale ma ha interrotto la striscia di cinque successi – tra Sprint e GP – di Francesco Bagnaia. Le difficoltà del piemontese non sembrano risolte ma come confermato da Michele Pirro sono i piccoli dettagli a fare la differenza e spesso sono i più difficili da sistemare.
MotoGP, pagelle Gran Premio d'Italia: Marc Marquez nuovo padrone del Mugello (e di casa Ducati)
Il Mugello negli ultimi tre anni era stata casa di Francesco Bagnaia, cinque successi su altrettante partenze considerando anche le Sprint e soprattutto una superiorità mai messa in discussione da nessun avversario. Nemmeno da Jorge Martin che lo scorso anno venne battuto anche da Enea Bastianini con un sorpasso alla Bucine all’ultimo giro. Dopo i segnali positivi di Aragon con un Pecco terzo al traguardo ma con delle carte finalmente buone in mano da poter giocare “in casa”, il banco che in questo caso è il compagno di box ha rovesciato il tavolo facendo “asso, primiera e settebello” o meglio per tornare a parlare di moto: pole, vittoria nella Sprint e successo nel Gran Premio.
Se Gigi Dall’Igna è il papà delle Desmosedici, Michele Pirro può essere considerato il padrino, per le sue mani infatti sono passate tutte le creature dell’ingegnere veneto prima di arrivare ai piloti ufficiali. Domenica parlando del GP appena concluso ci ha raccontato: “I due Marquez sono in forma come hanno dimostrato in questo inizio di stagione, sparavamo che Pecco al Mugello con l’aria di casa riuscisse a fare un altro piccolo step invece purtroppo i risultati sono gli stessi e dobbiamo cercare di capire cosa ci sta sfuggendo. Noi ci stiamo impegnando tutti dando il massimo per lui però ancora non ci siamo riusciti. Dispiace perché sapevamo quanto fosse importante fare bene qui, siamo riusciti però a mettere sia nella Sprint che in gara tre Ducati sul podio e quindi il progetto è buono”. Un weekend difficile per Pecco che però arriva dopo che ad Aragon si erano visti dei passi in avanti, soprattutto viste le dichiarazioni del due volte iridato MotoGP che facevano sperare in un weekend da protagonista: “Ad Aragon c’era stato qualcosa ma comunque ha finito terzo, qui nella Sprint ha finito ancora terzo e nella gara che era più lunga ha finito quarto perché Diggia ha fatto un’ottima gara. Non lo vedo un step avanti o indietro rispetto ad Aragon, siamo allo stesso punto”.
Si è dibattuto molto in questo inizio di stagione sulle differenze tra la GP24 e la GP25, su quale moto sia migliore e quale sia peggiore ma non si è mai fatta chiarezza: “Quello che posso dire è che voi accentuate molto di più le differenze delle moto” ci ha fermato Pirro. “L'anno scorso c'erano delle differenze importanti, quest'anno non è che non ci abbiamo provato ma non era facile migliorare il pacchetto della 2024. Vi assicuro che per uno che le ha guidate un po’ tutte come me le differenze sono minime”. Se queste differenze sono così minime, perché Pecco ha sensazioni così differenti rispetto allo scorso anno e soprattutto quando si è arrivati a metà stagione, come è possibile che persistano gli stessi problemi? “Come dico sempre agli ingegneri il problema più grosso è che il feeling del pilota è un dato che non si riesce a misurare” ci ha risposto prontamente il collaudatore Ducati MotoGP. “Il feeling del pilota sono i tempi e le sensazioni che lui ha e questi dati loro non li hanno. Dobbiamo continuare a lavorare per cercare di farglielo ritrovare”. Siamo al nono weekend di ventidue, cosa può accadere? “Siamo a metà mondiale e Pecco ci ha abituato a grandi rimonte, è chiaro che si deve scontrare contro il pilota più forte della storia che sta vivendo questa stagione in maniera molto serena e questo rende tutto più facile”.
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