Case come la Ducati avranno lo sviluppo congelato del propulsore, Aprilia onora il numero 1, KTM cerca la vittoria smarrita, Honda vuole ritrovare sì stessa
Bello il shakedown, ma i tifosi attendono i "veri" test della MotoGP. Giornate malesi calde e importanti a Sepang, perché a chiudere, per certi versi, un capitolo. I propulsori verranno congelati nello sviluppo sino alla stagione 2026, ultima in termini di cilindrata "mille". Ad eccezione di chi nel regolamento Concessioni appartiene alla fascia D, o di eventuali unità completamente nuove. Honda e Yamaha chiamate in causa.
Rossi a Bagnaia: "Posso darti un consiglio? Evitare di cadere nelle trappole"
Fateci caso, nel titolo qui sopra è assente il punto di domanda. È ovviamente attesa la sfida tra Pecco Bagnaia e Marc Marquez, "promessi sposi" durante la presentazione 2025, accordati per fornire e condividere più dati possibili ma, e lo si auspica, rivali per la corona di classe.
Sarà duello pure nei test, a suoni di giri veloci?
Entrerà in campo la strategia, malgrado ogni singolo settore verrà monitorato dai rispettivi staff. Una cosa è chiara: chi ben comincia, è a metà dell'opera. Il sigillo nel box Rosso va messo, chi lo farà?
Il numero 1 già lo ha, ma non è stato guadagnato in pista, bensì nella manovra di mercato tra le maggiormente discusse della MotoGP. Aprilia e Jorge Martin e la tabella più ambita possono ambire al mondiale 2025? Analizzando brevemente la situazione, rispondiamo "no".
Però, ne promettiamo grandi cose. Lo spagnolo può davvero infastire le Desmosedici, idem Marco Bezzecchi. Il rinnovato progetto RS-GP, il rimpolpato staff e la fede nei colori pongono la Mora di Noale quale ipotetica seconda forza del campionato, con la possibilità di figurare da prima più volte
La vittoria in gara - il Gran Premio domenicale - manca dal 2022. Troppo tempo. Fu Miguel Oliveira a portare in alto la RC16 che, a parte podi, una Sprint nel 2023 e qualche sprazzo 2024, ha poi dimenticato cosa significhi vincere. Male, anche perché sono altri i conti negativi dell'azienda.
Nell'anno del crack economico-finanziario, invece, potrebbero arrivare somme soddisfazioni. Prevederlo potrebbe sembrare folle, ma vedrete: le quattro orange si faranno valere, e agli avversari più di tanto non dispiacerà. Se ci pensiamo un po', chi vorrebbe che la Casa austriaca uscisse? E quale sarebbe il solo modo - soldi inclusi - per restare?
Le intenzioni di Iwata sono serie. All'ufficiale Monster Energy è affiancato il Prima Pramac, per quattro arrabbiate M1 con cui risalire la china. La Yamaha ritrova, finalmente, doppia squadra. E, per giunta, si concede il lusso di far girare Andrea Dovizioso, deputato allo sviluppo del nuovo schema V4, questo aperto nelle possibilità di lavorazione.
Augusto Fernandez ulteriore tester, a dimostrazione di come il doppio collaudatore sia quasi d'obbligo in MotoGP. Ne è sprovvista Ducati, appartenente alla fascia A del Regolamento Concessioni. Nemmeno Aprilia lo ha, ma in Trackhouse "danno una mano" al meglio delle possibilità.
Perso lo storico sponsor Repsol, è arrivata la Castrol, già presente in LCR. Piccola la scritta sulle RC213 V ufficiali che, visti da davanti, potrebbero sembrare Ducati. Anche la classifica farà confondere le idee? No, giammai lo giureremmo. A meno che Luca Marini e Joan Mir tirino fuori il coniglio dal cilindro.
Uno periodo così negativo in Honda mai lo avevano vissuto, perlomeno se parliamo di MotoGP. Appartenere alla fsscia D suona come onta, ma è così. Quest'anno già solo un podio significherebbe "miglioramento", ma vedremo se il podio arriverà. Altrimenti, è dura.
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