Fermin Aldeguer, Ai Ogura e Somkiat Chantra si confrontano con il salto di categoria: per tutti, l’inizio è stato con una caduta nei test del Montmelò
Con l’esigenza anche “geopolitica” di piazzare un pilota asiatico sulla seconda moto di Lucio Cecchinello, ecco la promozione di Somkiat Chantra, reduce dal passo indietro del 2024, chiuso fuori dalla Top 10 della Moto2 e senza podi. Quello del primo thailandese della MotoGP, con tanto di debutto nella gara di casa, è il profilo più esotico dei tre rookie. Il sempre sorridente Somkiat dovrà cancellare parecchi dubbi tuttavia la RC213V non sembra l’alleata ideale per farlo. A Barcellona, Chantra ha girato a soli tre decimi da Ogura, nonché a due da Jack Miller, seppure sul fondo della classifica. Dovrebbero essere questi i nomi con i quali il ventiseienne si confronterà.
La MotoGP è “dotata” di porte girevoli, e come ogni campionato – basti pensare agli sport di squadra con promozioni e retrocessioni – prevede un ricambio. Per tre rookie entrati ci sono tre titolari divenuti collaudatori, Aleix Espargaró, Augusto Fernandez e Nakagami. E ci sono piloti sulla graticola. Detto di Raul Fernandez, il 2025 è un’ultima chiamata per Miller: dopo Honda, Ducati e KTM (quattro anni da ufficiale) per Jack è arrivata – pressoché all’ultimo minuto – l’offerta Yamaha, o per meglio dire di Pramac, con Paolo Campinoti felice di riaccogliere un pilota che ha contribuito all’ascesa del team toscano. Il tutto nonostante una decisa flessione dell’australiano in termini di risultati, specialmente nel 2024, in cui Jack è stato il terzo pilota della pattuglia KTM alle spalle di Brad Binder e Acosta. Come per Chantra anche per Miller (comunque vincitore di quattro GP) il passaporto è stato un salvagente nelle agitate acque del mercato.
Come Miller necessita di “ossigeno” Joan Mir, le cui istantanee relative al titolo del 2020 iniziano a ingiallirsi, di fronte a un presente che parla di un pilota davvero in difficoltà, tra cadute e risultati deludenti, complice una Honda in crisi. L’HRC ha però rinnovato la fiducia allo spagnolo fino a fine 2026. Discorso non dissimile per un altro pilota in cerca di conferme come Maverick Viñales, che – a meno di spiacevoli cambi di trama extrasportivi – conta su un accordo pluriennale con la KTM, quarta fermata di una carriera in MotoGP fatta di successi e vertiginosi flop, con separazioni spesso dolorose.
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