All'inizio era la più difficile da portare al limite, mentre ora è la più competitiva della griglia: andiamo a ripercorrere la storia della Desmosedici fino ad oggi
E' ormai innegabile che la Ducati Desmosedici sia diventata la moto più competitiva in assoluto in MotoGP, visto che per occupare le posizioni di vertice è ormai pressoché obbligatorio essere in sella ad una delle moto della Casa di Borgo Panigale. In particolare, quest'anno Ducati ha conquistato la vittoria in tutti i Gran Premi della stagione ad eccezion fatta per quello di Austin, vinto da Maverick Vinales con l'Aprilia, ma per arrivare a questo incredibile livello di competitività la Ducati ha fatto una lunga gavetta: andiamo a ripercorrere la sua storia nella top class del Motomondiale.
Cassano su Marquez: "Senza infortunio avrebbe disintegrato i record di Rossi"
Il debutto in gara della Ducati Desmosedici avvenne nel 2003, ovvero nella prima stagione in cui l'intera griglia era formata dalle nuove MotoGP dicendo definitivamente addio alle “vecchie” 500. Con Loris Capirossi e Troy Bayliss alla guida, vennero ottenuti immediatamente risultati di rilievo tra cui la prima vittoria, arrivata per mano dello stesso “Capirex” nel GP di Barcellona, ma la moto, nata da un team di tecnici capitanato da Filippo Preziosi e dotato di soluzioni uniche come la distrubuzione desmodromica del motore ed il telaio a traliccio era decisamente più aggressiva rispetto alle rivali giapponesi e risultò particolarmente complicato portarla al top con costanza.
La musica cambiò nel 2007, anno di enormi cambiamenti sia per Ducati che per la MotoGP stessa, la quale passò alla cilindrata di 800cc al posto delle 1000. In sella alla Desmosedici arrivò Casey Stoner, che si dimostrò incredibilmente competitivo e in grado di spingere oltre ogni limite la nuova GP7 in cui il motore divenne il fulcro della ciclistica visto che sia il telaio anteriore che quello reggisella erano collegati ad esso, estremizzando una soluzione in sviluppo già da un paio d'anni. Casey conquistò la bellezza di dieci vittorie e, soprattutto, un titolo mondiale tuttora considerato tra i più sorprendenti e spettacolari della storia. L'australiano trionfò in altre tredici occasioni tra il 2008, il 2009 (anno in cui debuttò anche il forcellone in carbonio) e il 2010, ma con il suo passaggio in Honda iniziò un'era a dir poco buia visto che solo lui sembrava in grado di poter portare quella Ducati al limite.
Prosegue nella prossima pagina
1 di 2
AvantiLink copiato