Il maiorchino ha ripercorso la sua carriera: "Dopo il 2015 cercavo nuovi stimoli. Nel 2018 firmai con Honda, ma cinque giorni dopo vinsi al Mugello"
Christian Caramia
9 dic 2024 (Aggiornato il 10 dic 2024 alle 10:47)
Gli appassionati di motociclismo ricorderanno bene quanto avvenuto in MotoGP nel 2016, quando Jorge Lorenzo decise di lasciare la Yamaha e abbracciare la sfida Ducati a partire dalla stagione successiva.
Durante il suo biennio a Borgo Panigale il maiorchino collezionò un totale di tre successi e sei podi, un bottino inficiato dalle iniziali difficoltà di adattamento alla Desmosedici e dagli infortuni che minarono la sua avventura in rosso. Tanto da spingerlo a firmare con Honda per la stagione 2019, che si rivelò poi l’ultima del #99 in classe regina.
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Un periodo delicato della sua carriera che il cinque volte iridato ha ripercorso all’interno di un documentario firmato DAZN. ‘Il primo approccio arrivò da parte di Gigi Dall’Igna nel 2014. È sempre stato un mio grande sostenitore, abbiamo lavorato insieme in Derbi e Aprilia. Sapeva che se la moto fosse stata di mio gradimento, avrei vinto, ma mi disse chiaramente che la moto non era pronta" ha detto Lorenzo a proposito dei primi approcci con la Rossa, avvenuti ben prima del suo reale approdo in Italia. Pochi mesi dopo la situazione cambiò, la Ducati iniziò a diventare più competitiva e realmente attrattiva per l'allora pilota Yamaha: “A fine 2015 cercavo nuovi stimoli dopo tanti anni con la Casa di Iwata, anche perché non mi fu mostrato troppo entusiasmo dopo il titolo di quell'anno. Era chiaro che i media preferivano che vincesse Valentino. Chiamai Gigi Dall'Igna e da lì iniziò tutto. Certo, forse pensavo che il mio adattamento sarebbe stato più veloce – ha detto Jorge a proposito delle sue difficoltà iniziali in sella alla Ducati – era una moto che spingeva di più in rettilineo, era molto stabile in frenata, ma sostanzialmente non aveva la percorrenza in curva della Yamaha. Volevo guidare la Desmosedici come la M1 e per questo non andavo forte” ha spiegato.
La situazione migliorò gara dopo gara: “Alla fine del 2017 terminai positivamente la stagione, la Ducati era contenta delle mie prestazioni e pensavo che nel 2018 la stagione sarebbe iniziata ancora meglio. Ma accadde il contrario”. L’inizio della seconda annata in rosso fu infatti sfortunato, con due zeri nelle prime quattro uscite: “In più ebbi la sfortuna di ritrovarmi in quella famigerata caduta a Jerez (che coinvolse Daniel Pedrosa e Andrea Dovzioso, ndr) e di buttare fuori il mio compagno di box, il contendente di Marquez per il titolo".
La situazione nel box divenne più tesa. “Tutto ciò li fece diventare impazienti, infatti si cominciava a parlare della possibilità che Danilo Petrucci potesse sostituirmi. Stavano ottenendo gli stessi risultati, ma lui costava dieci o undici volte meno di me. Quando mi ritrovai con le spalle al muro, presi il telefono e chiamai direttamente Alberto Puig”. In quel momento Lorenzo firmò con la Honda per il 2019: “Nessuno lo sapeva. Poi arrivammo al Mugello e cinque giorni dopo la firma tornai a vincere” il ricordo del 37enne a proposito del trionfo nel GP d’Italia 2018.
Ma era ormai troppo tardi per tornare indietro.“Sapevo che prima o poi la Ducati sarebbe diventata la migliore perché Gigi Dall'Igna è una persona molto intelligente, molto testarda che ha reso vincenti tutti i progetti intrapresi”, ha concluso Lorenzo.
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