L'INTERVISTA - Lo storico capotecnico di Aleix spiega: "Se serve si porta materiale, senza fare 1000 test. Sappiamo cosa significa risalire dal basso, lo abbiamo già fatto in Aprilia"
Il mercato MotoGP in ottica 2025 non ha regalato grandi colpi solo tra i piloti titolari, perché anche il parco dei tester ha fatto i conti con importanti novità. Ne sa qualcosa Honda, che per tornare in alto ha offerto il ruolo di collaudatore ad Aleix Espargarò, che insieme a Romano Albesiano – nuovo Direttore Tecnico HRC – promette di portare un know-how nuovo e qualche info dall’Italia, sponda Aprilia.
Espargarò non sarà comunque l’unico elemeno nuovo nel box del test team Honda, dato che il catalano ha voluto con sé un suo meccanico di lunga data e soprattutto Antonio Jimenez, capotecnico di fiducia di Aleix con un passato in Honda, e proprio Antonio ci ha raccontato i primi passi del duo sul pianeta HRC.
“Abbiamo a che fare con un grande cambio di sistema e di filosofia rispetto ad Aprilia ed al sistema italiano - apre Jimenez - in generale. Aleix si è trovato comodo sulla moto, ma c’è tanto da fare: ora lui è un collaudatore ed io un capotecnico di un test team, quindi servirà un cambio mentale, ma vogliamo lavorare per aiutare la Honda a tornare in alto. Io ed Aleix sappiamo cosa significa risalire dal basso dato che abbiamo vissuto tale esperienza in Aprilia: spero sia possibile replicare tutto questo”.
Che moto sta guidando Aleix?
“La moto di Bradl, quindi un mezzo con già qualche novità rispetto a quelli che hanno disputato la stagione 2024. Nulla di rivoluzionario, ma in generale parliamo di una moto con i suoi limiti, che dobbiamo cercare di portare ad un livello superiore. E’ presto per fare delle valutazioni, per ora dobbiamo raccogliere dati per il Giappone”.
Quali sono i limiti della moto che ha riscontrato Aleix?
“Difficile dirlo, dato che parliamo di una moto con telaio e carattere del motore diverso rispetto all’Aprilia, e serve tempo. Ha guidato la Honda come più o meno guidava l’Aprilia, ed il tempo sul giro di Barcellona non è stato male. Ora dobbiamo capire i punti forti ed i punti deboli della moto, per poi mettere tutto insieme ed andare avanti. Ad esempio Aleix è rimasto colpito dalle doti della moto in partenza”.
Tu, Aleix ed Albesiano formato un trio molto promettente.
“Siamo tutti partiti da un punto ed arrivati ad un altro, quindi mi aspetto di formare nuovamente un ottimo gruppo. Insieme ovviamente al resto del personale di Honda, che mi hanno subito fatto una ottima impressione”.
Spesso si è detto che l’attuale problema di Honda è la mentalità, specie se paragonata a quella europea. Pensi che il “blocco Aprilia” possa aiutare a mutare questo trend?
“Non so se riusciremo ma spingeremo per farlo. Con Romano ho potuto lavorare in un certo modo: se c’è bisogno devi portare materiale, senza fare 1000 test, a meno che non si parli di sicurezza. Su certi aspetti si può e si deve essere veloci, ed è quello che vogliamo trasmettere alla casa. Non fare le cose senza pensare, ma pensare più velocemente”.
Qual è il primo aspetto della moto su cui lavorare secondo te?
“Per me un po’ tutto ad essere onesto, dato che tutto è legato. Oggi la MotoGP è formata da tanti punti che si connettono tra loro. E’ quasi un bene avere tanti piccoli problemi collegati tra loro piuttosto che uno grande: in Aprilia abbiamo fatto un grande passo in avanti quando abbiamo sistemato l’erogazione del motore e la potenza. In quel momento anche tutto il resto è arrivato”.
Mir a Barcellona ha raccontato di come Espargarò fosse sorpreso del distacco risicato dalla vetta, in relazione ai tanti problemi. Che ne pensi?
“Credo che Joan sia stato contento di avere una opinione simile alla sua da parte di Aleix, soprattutto in ottica sviluppo futuro della moto. Quando sei un pilota titolare non hai tempo per provare tutte le novità, quindi sia per lui che per Marini avere Aleix sarà molto utile. Il test team Honda ora è molto forte”.
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