Il gradino più alto di un Gran Premio manca dall'inizio del 2023 e la crisi di vendite stringe la morsa: RC16 ed economia torneranno ad alti livelli?
Ci sono almeno due bilanci da sanare in ambito KTM. In primis, l'azienda e il Gruppo Pierer Mobility cercano investitori per colmare una falla economico-finanziaria causata da scarsi dati di vendita e spese rivelatesi infruottuose. In seconda istanza, urge (ri)mettere mano al progetto MotoGP, perché l'ultima vittoria risale al principio del 2023. Il contingente orange vive un momento sbiadito.
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Dopo una stagione di transito previa vestizione rossa GASGAS Tech3 e la tabella 31, Pedro Acosta torna in arancio, riprendendosi il "suo" numero 37. Doppiamente iridato - Moto3 edizione 2021, Moto2 annata 2023 - il ventenne murciano ha nel box Factory volti noti, già al suo fianco nel percorso di carriera. Autore di medaglie e podi nel campionato di debutto, il nativo di Mazarròn vuole solo vincere. E vincere. Ci riuscirà?
Brad Binder idem, anche perché è stato proprio lui a portare per l'ultima volta al successo domenicale la RC16. Era Jerez di circa 18 mesi orsono, da considerare una epoca fa nelle corse ad alto livello. Contrattualizzato quasi a vita per la Casa austriaca, il biondo e barbuto sudafricano torna a contatto con Aki Ajo, team manager finlandese che conosce molto bene ambiente, dinamiche ed esigenze. Cancellare la delusione 2024 è in cima alla lista dei desiseri.
Ogni volta che Maverick Vinales si trovi nell'inedita situazione di carriera, palesa entusiasmo a fior di pelle. E spara paragoni: per esempio, la KTM è già meglio dell'Aprilia, malgrado abbia provato la RC16 in una sessione di test e guidato la RS-GP per ben tre stagioni e mezzo, gara più, gara meno. Fece così anche nel passaggio da Suzuki a Yamaha, da Yamaha ad Aprilia. Una specie di Ibrahomovic della MotoGP.
Enea Bastianini ha cominciato col botto, nel senso che, a seguito di una scivolata, la sua moto è stata raccolta col cucchiaino. Mentre il romagnolo ruzzolava "tranquillamente" nelle vie di fuga, il prototipo numero 23 impattava contro le barriere del Catalunya Circuit. Risultato: se si salva qualcosa è un miracolo, è quasi tutto da buttare. Non da buttare le prove compiute, in cui l'ex Ducati si è reso conto di alcune cose: la Desmosedici è inarrivabile. Per ora.
Semmai cercaste una MotoGP curata in ogni dettaglio, rigorosa e ancorata a principi e filosofie aziendali, puntate sula RC16. D'accordo, la KTM è ergonomicamente spigolosa, e le linee costruttive rispecchiano quanto impostato nello sviluppo nel periodo recente: traiettorie spezzate, risicate, con stop and go ad avere la meglio su percorrenza e rotondità.
Caratteristiche di Brad Binder e Jack Miller? Sì, ma loro stessi hanno ammesso che, se possibile, sarebbe meglio girare attorno alla curva e non risultare "triangolari". Ci ha provato Pedro Acosta, accortosi della spinosa questione della pressione di gonfiaggio gomme Michelin: lavorare su cariche di azoto, valvole e sensori è bello, tuttavia complicato. Quando si sbaglia, si esce dal seminario.
Di cavalli ne ha il propulsore teutonico, la noia è però metterli a terra dal primo all'ultimo. Si è agito sugli ordini di scoppio, nella originale fasatura mix tra Screamer e Big Bang. Merito degli ingegneri e di una gestione elettronica raffinata, mentre definiremmo oltremodo sofisticato il pacchetto aerodinamico. I piloti hanno braccia spalle distrutte a fine giornata. A proposito: per addomestica una erogazione ritenuta violenta, è stato realizzato un impianto di scarico rivisto, in aiuto a un motore versione evoluta.
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