“Il progetto Yamaha Moto2 è molto bello, con due piloti interessanti e di gran talento” commenta il Team Manager di Prima Pramac alla vigilia dei test di Barcellona
Prima del test di Barcellona in programma domani e che lo vedrà nella consueta veste di Team Manager di Pramac ma con il nuovo corso Yamaha, Gino Borsoi ha raccontato ai media tutta la felicità per l’impresa compiuta con Jorge Martin, vincere il titolo iridato da Team Indipendente.
“E’ stata una stagione eccellente, bella e speciale – esordisce Borsoi – e incredibile per tutta la squadra. Abbiamo lavorato meglio dell’anno scorso, partendo subito forte in ogni gara e cercando di fare meno errori dell’anno scorso. Come abbiamo lavorato durante tutto l’anno si è visto perché alla fine abbiamo vinto il titolo.”
Gino ha lavorato con Martin fin dalla Moto3 quando era nel team Aspar Mahindra in coppia con Bagnaia e già allora ha capito il valore dello spagnolo nel corso degli anni. “Sapevo che fosse un talento già quando era con me in Aspar insieme a Bagnaia, è una storia incredibile iniziata tanti anni fa. E’ come se lì si fosse aperto un cerchio per poi chiudersi ieri con il Mondiale. L’anno scorso a favore di Pecco e quest’anno a favore di Jorge con una stagione incredibile, iniziando insieme in Moto3 e finendo insieme in MotoGP.”
Poi aggiunge: “Il Martin di adesso è completamente differente da quello di Aspar, quello che è rimasto di quel Jorge è il suo essere aggressivo, con una guida spettacolare. Lo guardavo con ammirazione perché ha una guida che ti fa innamorare, era stupendo vederlo. Dalla Moto3 alla MotoGP ha mantenuto quella guida aggressiva e spettacolare e quel modo di fare le curve.”
Sulla chiave della stagione spiega: “La parte difficile è stata proprio gestire questa stagione, siamo una squadra satellite con una gran struttura e con tutto il supporto di Ducati. Il numero di persone che ha il team ufficiale Ducati all’interno del box è molto maggiore rispetto al nostro, il passaggio di informazioni è maggiore anche se ci sono incroci di dati, abbiamo sempre ricevuto tutto da parte di Ducati, non ci è mancato nulla. La chiave del successo è stata restare uniti come una famiglia e crederci dal primo minuto. L’anno scorso ci siamo arrivati vicini sfiorandolo solamente e quest’anno ci abbiamo messo tutta la mano. Dall’inizio sapevamo che avremmo lottato per il Mondiale anche quest’anno, Martin ha iniziato molto forte e quando si ha un pilota forte con un gran talento poi si vince il titolo."
Sul momento più difficile spiega: “Non ho mai dubitato della stagione e di Martin, ho visto la sua evoluzione dall’inizio alla fine, ha svoltato soprattutto dal lato mentale e ogni volta era più forte e concreto facendo meno errori e sapeva quello che doveva fare in ogni gara. Il confine tra il buono ed il cattivo è molto sottile, è facile fare degli errori e Martin ne ha commessi meno.”
In merito a gestire il lato focoso di Martin aggiunge: “Il Jorge delle ultime gare aveva già capito come gestire la situazione, se lui se la sentiva gli ho detto di fare quello che voleva. Trattenere un pilota è peggio, fermarlo lo si induce all’errore. Sapevo che non avrebbe fatto errori, ci ha fatto divertire.”
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