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La nostra intervista alla voce storica della classe regina prima del GP decisivo per il titolo: "Possibilità? 90 a 10 in favore di Jorge"
Christian Caramia
14 nov 2024
La sfida per il titolo della top class del Motomondiale, quella tra Pecco Bagnaia e Jorge Martin, si appresta a vivere il suo atto finale in quel di Barcellona, sede scelta per sostituire il tracciato di Valencia danneggiato dalla recente alluvione. Un cambio di location che non dovrebbe mutare i valori in campo, almeno secondo Guido Meda, vice direttore di Sky Sport e voce storica della MotoGP in Italia. “Barcellona è una pista più bella da guidare rispetto a Valencia, è certamente più tecnica e veloce, ma si tratta di un cambiamento che non sposterà gli equilibri in pista – ci ha raccontato Meda – perché Jorge e Pecco restano i riferimenti. Al Montmelò non mi aspetto sorprese”.
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Bagnaia ha vinto sinora 10 GP, ma insegue Martin a -24. Come giudichi la stagione del campione del Mondo uscente?
“Se il Mondiale non avesse le Sprint Bagnaia sarebbe davanti, ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Sul bilancio del piemontese pesano gli errori e incidenti patiti durante la stagione, in più mettiamoci anche che la Sprint non è il suo terreno di caccia preferito. La doppia cifra di Gran Premi vinti dimostra però che l’italiano non è un tre volte titolato per caso. Bagnaia è un fenomeno, entrato definitivamente nel novero di piloti come Valentino Rossi, Giacomo Agostini, Mick Doohan, Casey Stoner e tutti quei campioni lì”.
Sempre a proposito di Pecco: cosa pensi delle sue parole alla vigilia del finale di stagione, quando si era dichiarato contrario a correre in quel di Valencia, anche a costo di perdere il Mondiale?
“Pecco si è esposto in un contesto nel quale il pilota ha più convenienza a stare abbottonato che esprimersi liberamente, andando addirittura contro il pensiero originario della Federazione e del suo presidente. Ha dimostrato di avere gli attributi”.
Martin, invece, sembra un pilota più maturo e solido rispetto al passato.
“Confermo. Credo che Jorge abbia lavorato sulla sua mentalità, smussando i lati focosi del suo carattere che lo rendevano incline all’errore. In questa MotoGP devi essere intelligente e l’umiltà di capire come e dove migliorare: lui l’ha fatto”.
Torniamo a Marc e Pecco: come vedi la convivenza tra i due nel box ufficiale Ducati a partire dal 2025?
“Fatico a immaginarla, al momento. Istintivamente direi che Marquez è uno abituato a occupare gli spazi, incaricandosi di guidare lo sviluppo della moto. Ma ora Marc entra in un ambiente dove il lavoro è indirizzato da un altro, cioè lo stesso Bagnaia: in Ducati dovranno essere bravi a trovare soluzioni di compromesso tra i due, per avere una Desmosedici buona per tutti e non ripetere quanto accaduto in Honda, dove avevano progettato una moto domabile solo dal #93. A Borgo Panigale hanno le capacità per riuscirci. Il resto lo faranno i risultati: Marc sa di non avere più 20 anni e non è più sfrontato come una volta, mentre Pecco è un pilota equilibrato di natura, quindi ci sono le condizioni per evitare la prospettiva di uno scontro frontale. Certo, il confronto sarà tirato e mi sento di dire che sarà la loro stagione. Ma senza dimenticare l’Aprilia: a Noale stanno lavorando pesantemente sulla moto del 2025 e hanno ingaggiato due ducatisti, lo stesso Jorge Martin e Marco Bezzecchi”.
Concludiamo tornando al finale di Barcellona. Quante percentuali di vittoria assegna ai due contendenti?
“Direi 90 a 10 in favore di Martin”.
Da Rossi-Hayden a Bagnaia-Martin: quando i titoli MotoGP si decidono all'ultimo GP
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