Oggi, tredici anni fa, il numero 58 scattava dalla griglia di partenza per l'ultima volta a Sepang. Un incidente fatale gli farà perdere la vita, ma lo renderà leggenda
Dal 2011, il 23 ottobre è diventata una data decisamente buia per il motociclismo e, in particolare, per il Motomondiale. Quella sfortunatissima domenica andò in scena il Gran Premio della Malesia sul circuito di Sepang e, pochi minuti dopo il via, in seguito ad un tragico incidente in cui venne investito da Valentino Rossi e Colin Edwards, Marco Simoncelli perse la vita.
L'amatissimo pilota romagnolo stava disputando la sua seconda stagione in MotoGP in sella alla Honda del team Gresini e, pochi giorni prima, aveva conquistato il suo miglior risultato in carriera nella classe regina a Phillip Island, dove chiuse in seconda posizione dopo un fantastico duello con Andrea Dovizioso. La prima vittoria sembrava ormai vicina, ma purtroppo il destino scelse un epilogo diverso.
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Quel che è certo, è che Marco era uno dei piloti più apprezzati in assoluto all'epoca e il suo ricordo resta tutt'ora indelebile nel cuore di ogni appassionato. Ironia della sorte, poi, l'incidente avvenne proprio in quel Sepang International Circuit su cui nel 2008 aveva chiuso la gara in terza posizione assicurandosi il titolo mondiale nella classe 250. Un trionfo che l'aveva reso celebre anche per la dichiarazione in cui disse che “vincere il mondiale è sempre bello, anche in c**o ai lupi”.
Al di là di tutto, però, il numero 58 resterà sempre legato a Simoncelli e il suo ricordo non svanirà mai. Come dimostrano il team SIC58 Squadra Corse capitanato dal padre Paolo, impegnato in Moto3, in MotoE, e il circuito di Misano intitolato alla sua memoria. Un grande pilota ed un altrettanto grande personaggio, di cui si sente tutt'ora la mancanza nel paddock del Motomondiale.
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