MotoGP, Stoner attacca Valentino: "Rossi provocò Marquez nel 2015"

Il due volte iridato è tornato a parlare della rivalità tra il Dottore e Marc: "Tutti incolpano lo spagnolo, dimenticando che fu l'italiano a iniziare"

Christian CaramiaChristian Caramia

16 lug 2024

Sempre schietto e senza peli sulla lingua, Casey Stoner non ha mai alcun problema a esporre i propri punti di vista sulla MotoGP del presente e del passato. E lo ha fatto di nuovo all’interno del podcast Ducati Diaries, in cui il due volte iridato è tornato a parlare di Valentino Rossi e della rivalità tra quest’ultimo e Marc Marquez scoppiata nel 2015.

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Rossi-Marquez, Stoner attacca Valentino


A proposito di quella stagione passata alla storia per la quinta corona di Jorge Lorenzo e per la faida tra Valentino e Marc, Stoner ha dichiarato: "Tutti incolpano Marquez, dimenticando che fu proprio Rossi a innescare la guerra mediatica. Prima erano anche amici, poi Marc ha reagito, ma ricordiamoci che fu Valentino a stuzzicarlo, provocando il peggior pilota possibile perché era più rapido e forte. E avrebbe potuto fargli perdere il titolo" ha dichiarato l'australiano.

Tutto ciò che ha fatto nel 2015, un Mondiale che avrebbe potuto vincere, è stato punzecchiare il peggior pilota sulla griglia per farlo: qualcuno che poteva batterlo, che poteva essere più veloce di lui e che poteva buttarlo fuori da una gara o dal Mondiale” ha incalzato Casey, secondo cui Rossi mise in atto la tattica sbagliata pur di centrare il decimo titolo mai arrivato: “Non capisco perché creare rivalità, eppure quando si invecchia, lo si dovrebbe capire meglio”.

Un comportamento, quello del Dottore, già in visto nelle stagioni precedenti secondo Stoner: "Era capace di entrare nella mente degli altri piloti, ma le nuove generazioni impararono i suoi trucchi e come aggirarli. Ecco perché credo che nel 2015 abbia sbagliato”. E ancora: “Valentino aveva grande influenza, si rischiava di finire nella lista nera. Qualcosa di simile è accaduto anche con Pedrosa, che è stato rivalutato in seguito. Sono amico di Dani. Il nostro rapporto è andato oltre le sfide per il titolo, ho solo rispetto per lui. All'inizio, come me, era considerato troppo serio e attento ai risultati anziché interessato a fare lo showman". Parole destinate a far parlare a lungo.

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