MotoGP, Ingordigia Rossa

La scelta di Marquez come compagno di Bagnaia mette la Ducati ancora più al centro della scena...

MotoGP, Ingordigia Rossa

13 giu 2024

Prima Iannone-Dovizioso. Poi Lorenzo-Dovizioso. E poi ancora Bagnaia-Bastianini. Dal 2025 sarà Bagnaia-Marquez... Diciamoci la verità, in casa Ducati amano mettere il "pepe" sulla loro MotoGP. Ce li immaginiamo, Domenicali, Dall'Igna, Tardozzi e Grassilli, mentre discutono su chi buttare giù dalla torre tra Enea Bastianini, Jorge Martin e Marc Marquez. «Siamo la Casa più invidiata, quella che monopolizza le vittorie, i podi e le sfide per il titolo mondiale da più di un anno. La stampa parla sempre di noi per manifesta superiorità. Ma nella lotta tra Pecco, Martin, Marc ed Enea manca un po' di brio. Manca il gusto di un duello epico, quello che ha sempre fatto la storia del Motomondiale: Agostini-Hailwood, Rainey-Schwantz, Rossi-Biaggi...quello che potrebbe farci tornare leggenda. Come possiamo fare per avere ancora di più i riflettori puntati addosso?».

Il piano di Ducati: una mossa azzardata o vincente? 

Basta mettere insieme, nello stesso box, due piloti agli antipodi. Da una parte un fenomeno trentenne, uno dei magnifici della "vecchia generazione", otto titoli mondiali, una storia da film, un sorriso da Joker. Dall'altra il leader della nuova leva, 27 anni, padrone degli ultimi due anni, faccia pulita, uomo Ducati delle prime ore.

è una mossa azzardata, quella di Borgo Panigale. Ma, proprio per questo, assolutamente rispettabile. Una scelta che però si porterà dietro il fardello pesante di tutte le possibili conseguenze del caso: la rottura di un equilibrio nel box, la messa in discussione di una leadership consolidata. Il ritorno, anche se virtuale, della vecchia sfida Marquez-Rossi (Bagnaia è uomo nato e cresciuto in VR46). Mica poco.

C'è anche un ulteriore aspetto da non sottovalutare: finora, in casa Ducati, la tensione dei piloti al box in situazioni potenzialmente esplosive non è mai stata un valore aggiunto. A Borgo Panigale servirà dimostrare di aver fatto tesoro delle vecchie "storie tese". Perché i riflettori puntati addosso innalzano certamente la percezione del sè sul palco, ma se troppo potenti le luci rischiano di dar fastidio agli occhi, compromettendo il monologo.

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