MotoGP, Jorge Lorenzo si apre e confessa: “Dopo molte stagioni di MotoGP ero un po’ 'bruciato'”

Sono un perfezionista e volevo sempre di più dal mio sport, dedicavo 6-7-8 ore al mio sport e facevo anche 1 ora di stretching prima di dormire” ha dichiarato il maiorchino

Marco PezzoniMarco Pezzoni

27 lug 2025 (Aggiornato il 29 lug 2025 alle 07:44)

Il Lorenzo-pensiero sulla paura, le peggiori cadute e Assen 2013

Anche i più grandi campioni possono avere paura, e Lorenzo non è stato da meno. Il maiorchino nel corso della sua carriera ha affrontato diverse brutte cadute, con la paura di finirla anzitempo. “A nessuno piace farsi male, perché è umano, a nessuno piace stare in ospedale per l’operazione e poi il recupero. Ci sono persone più coraggiose ed altre meno, noi piloti siamo persone coraggiose.”

Parlando delle cadute ammette: “Ho avuto tante cadute brutte. In Thailandia nel 2018 mi si è grippato il motore, quella in Cina all’esordio in MotoGP nel 2008 è stata brutta, a Laguna Seca mi sono ri-fratturato entrambe le caviglie e poi quella di Assen del 2019 nella quale mi sono schiacciato due vertebre alla curva 7. A differenza della caduta di Marquez dell’altra volta, io sono entrato di schiena ed al contrario, ho iniziato a rotolare di testa e in uno dei giri mi sono schiacciato le vertebre.

Lorenzo ricorda anche la celeberrima Assen 2013 con il ritorno in pista 24h dopo l’operazione alla clavicola sinistra: “Prima di quella caduta ero in un punto molto alto della mia carriera sia fisicamente che a livello di guida, avevo vinto due gare e nel test di Aragon avevo disintegrato il record della pista, mezzo secondo più veloce di Rossi. Mi ero detto che ad Assen avrei vinto facile essendo la mia pista preferita. Giovedì mattina ero carichissimo, nelle FP2 piove a dirotto. Volevo chiudere davanti anche quel turno, a metà pista avevo casco rosso nel settore veloce di Assen, purtroppo non ho visto che ero vicinissimo alla riga bianca, molto scivolosa. Sono passato dall’essere primo ad un volo tremendo, mi sono alzato con un dolore lancinante alla clavicola. Ho pensato che il mio campionato fosse finito, la mia clavicola era rotta in sette pezzi. Sono stato al centro medico del tracciato, dove mi hanno fatto la radiografia alla spalla, la mia clavicola sinistra non poteva sopportare altre fratture. Il Dottor Mir mi ha suggerito di aspettare il lunedì post weekend per l’operazione, il dolore era talmente forte che non passava nemmeno sotto anti dolorifici, allora ho pensato di prendere un aereo privato ed andare in un altro ospedale per farmi operare. A Barcellona mi hanno operato alle 4 della mattina del venerdì, quando mi sono svegliato stavo così bene rispetto al giorno prima che ho pensato di tornare in pista. Ho comunicato la cosa a mia mamma, a Wilco Zeelenberg ed all’ufficio stampa di Yamaha, si sono convinti. Ho preso di nuovo l’aereo privato, sono tornato ad Assen e ho fatto quel miracolo. Ancora non capisco come sia riuscito a fare quella impresa.”

Poi aggiunge: “Ho chiuso al quinto posto. Sono tornato al motorhome e c’erano tutti i cameramen e fotografi pronti. Con il mio fisioterapista ho fatto delle flessioni e ho visto che ce la facevo, nel warm up sono partito molto cauto finendo poi con un casco rosso. In gara sono partito dodicesimo grazie al mio tempo del giovedì, alla prima curva ero già nono, poi settimo, sesto ed infine quinto. Ho passato Crutchlow prendendogli la quarta posizione e stavo anche andando a prendere Rossi, Marquez e Pedrosa, per 2-3 giri ero anche più veloce di loro ma poi ho cominciato a sentire il calo degli antidolorifici e Crutchlow mi ha passato. Il vantaggio che avevo su Bradl era sufficiente per gestire il finale di gara. Per ottenere il fit per la gara ho dovuto fare 10 flessioni a terra per verificare la tenuta della placca.

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