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Yamaha Mondiale: la favola triste di Jarno Saarinen

Il campione che veniva da lontano seppe incantare con il suo stile di guida innovativo e la semplicità fuori dalla pista, dove lui e la moglie Soili costituivano l'intero team. Divenne Campione del Mondo prima di incontrare il destino assieme a Pasolini nella carambola di Monza

Yamaha Mondiale: la favola triste di Jarno Saarinen
© Archivio Motosprint/GpAgency

Dario BallardiniDario Ballardini

20 mag 2022

La carriera di Jarno


Come Rod Gould nel 1970 e Phil Read nel 1971. Come Saarinen, che alla Yamaha ha legato tutta la sua storia iridata. Esordì nel Motomondiale con una YDS3 250 nel GP di casa e non sfigurò: 11° al traguardo. Era il 1968 e lui aveva 22 anni, tanti al giorno d’oggi, il giusto allora, in tempi in cui non si mettevano in sella i ragazzini. L’anno successivo Jarno acquistò una Yamaha 250 SD5 usata e la modificò profondamente nel telaio e nel motore, perché studiava ingegneria e tecnicamente era molto preparato; nel Mondiale corse saltuariamente ma bastò per farsi conoscere e benvolere da tutti, indipendentemente dai risultati poco signifi cativi. Doveva ancora imparare e non era una cosa tanto semplice sui circuiti di allora, fra i muri di Brno, le rocce di Abbazia, il passaggio sulle rotaie di Imatra e i guard-rail di Salisburgo.

Fu il 1970 l’anno della svolta, per lui e per Soili. Già, perché non si può parlare di Jarno senza parlare di Soili Karme. Fidanzata prima, moglie poi, dolce compagna sempre. Cuoca, infermiera, cronometrista, aiuto meccanico e manager. Bellissima e nemmeno lo sapeva. Lo seguiva ovunque, era la sua ombra e il suo team. Si sposarono nella cattedrale della loro città, Turku, l’ultimo giorno del 1970, e la mattina successiva erano già in viaggio per Graz, Austria, dove in inverno Saarinen lavorava alla Puch. Quell’anno fu decisivo: ad aprile si era laureato in ingegneria meccanica, poi finalmente si era comprato un furgoncino destinato soltanto alle corse, e una Yamaha TD2 250 con la quale ottenne i primi punti iridati e finì il campionato al quarto posto; corse anche nella 125 con una Puch Tunturi modificata da lui stesso, e a dicembre si sposò.

Nel 1971 con l’appoggio di Arwidson & Co., importatore finlandese della Yamaha, ottenne le prime vittorie iridate: Cecoslovacchia e Italia nella 350, classe che lo vide concludere il campionato al terzo posto, mentre nella 250 vinse in Spagna, dove fu anche secondo nella 50, schierato dalla Kreidler.

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