Tutto o niente, Acosta: “Meglio 10 giri nei migliori che una gara nel gruppo”

Tutto o niente, Acosta: “Meglio 10 giri nei migliori che una gara nel gruppo”© Luca Gorini

Forse il pilota che più ha dato spettacolo, Pedro risale fino al quarto posto per poi scivolare in classifica dopo aver bruciato le gomme

10.03.2024 ( Aggiornata il 10.03.2024 21:00 )

Il rookie spagnolo ha veramente impressionato tutti nella sua prima gara in carriera in MotoGP, solo tre anni fa Pedro Acosta debuttava nel motomondiale andando a sfiorare la vittoria al debutto partendo dalla pit line. A poco più di 1000 giorni di distanza da quella gara Acosta ha lottato ad armi pari coi migliori piloti al mondo.

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Meglio un giorno da leoni che centro da pecora

Un modo di dire che rispecchia a pieno lo spirito con cui Pedro Acosta ha deciso di affrontare la sua prima gara in MotoGP: “Penso che sia meglio fare dieci giri con i primi che guidano al limite, mantenendo il loro ritmo e vedendo cosa fanno per guidare così che fare tutta la gara decimo senza vederlo”. Non si è dunque preoccupato lo spagnolo dell’usura gomme che è poi arrivata a mostrare il conto nell’ultima parte di gara: “Abbiamo fatto molta più esperienza perdendo tutto il grip, derapando a ogni curva nel finale e giocare coi migliori che se avessi gestito la gomma”. Nessun problema fisico, fortunatamente, per il diciannovenne del team RedBull GasGas Tech3: “Ho fatto un disastro con la gomma posteriore, ma anche quello è positivo, arrivo a Portimao con più esperienza e più informazioni. Nei replay di curva 10 si vedeva il fumo quindi ero proprio alla fine della gomma”.

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Nuovo abbassatore e mani piccole

I movimenti del braccio sinistro non erano dunque per far riposare il braccio come si sospettava ma a sbloccare il nuovo abbassatore portato per la gara da GasGas. A confermarlo è lo stesso Pedro Acosta ai microfoni dei colleghi di Sky: “È vero che la forza sul braccio sinistro è calata un po’ ma perché per la gara abbiamo ricevuto un nuovo sistema di abbassamento del posteriore che è più difficile da sbloccare sul rettilineo ma non ho perso terremo per la mancanza della forza. Spostavo il braccio vistosamente perché avendo una mano non molto grande non arrivavo alla leva per sbloccarlo”.

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Tra sogno e pressione

A 19 anni e dopo solo tre stagioni di motomondiale, dove ha conquistato ben due titoli mondiali, Pedro Acosta si è trovato catapultato in MotoGP. Ciò nonostante in gara ha dimostrato di saper attaccare ma anche di sapersi ben difendere: “È vero che la mia linea è più estrema ma mi serviva per non fare molto sliding alla 9 e anche perché così gli altri avrebbero fatto più fatica a passarmi. Ho giocato con questo perché anche per me non è facile correre con Marquez alle spalle”. A metà gara “El Tiburon” ha passato Marc Marquez ma in quei momenti accade tutto così velocemente che non ha nemmeno avuto tempo di pensarci: “La verità è che non avevo tempo di pensare a nulla, solo a guidare. Essere in pista con loro è come essere al Ranch con Vale, sei sempre circondato da campioni ed è normale la prima volta avere un po’ di pressione”.

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