MotoGP, il GP d’Italia “da dentro” la vita di un Marshall

Alla vigilia del Gran Premio del Mugello abbiamo intervistato uno dei 400 commissari di gara che rendono possibile lo svolgimento delle gare
MotoGP, il GP d’Italia “da dentro” la vita di un Marshall

Tra le migliaia di persone e maestranze che ruotano attorno al GP Italia ci sono figure più in vista di altre, ma una su tutte ricopre – silenziosamente – uno dei ruoli più importanti del weekend. Senza i Marshall, infatti, nessuna gara potrebbe prendere il via: ogni commissario di gara ha la sua storia, i suoi racconti e chi frequenta le piste sa bene quanto ricca sia l’aneddotica: “È un’attività pesante, che richiede passione e ovviamente sacrificio” esordisce Andrea Carpi, 43 anni, che dalla bulloneria in cui lavora si “trasforma” in uno dei 400 commissari sparsi per i 5245 metri del Mugello.

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Quando inizia il lavoro per un commissario di pista? 
Per la MotoGP alle 6.30 bisogna essere in sala radio per le assegnazioni, e si lascerà la postazione soltanto 12 ore dopo. Quando arriviamo, dormono ancora tutti, sia i piloti che gli spettatori accampati nei prati. Abitando a Scandicci, in occasione di questi eventi dormo sul furgone in circuito”.
Dormendo in pista hai modo di vivere “da dentro” il weekend. 
Arrivando il giovedì sera, è bello vedere la trasformazione della pista, il venerdì mattina ci sono poche tende, poi dal sabato inizio a vedere il pubblico arrivare e le persone continuano ad aumentare fino al sabato sera quando inizia il vero delirio prima delle gare”. 
Qual è stato il tuo primo GP da commissario?
Il “debutto” nel GP Italia è stato nel 2022, un anno strano poiché la pista non era animata dal grande pubblico. Ora si è tornati a vedere tantissime persone, come ai tempi di Valentino”.
Come funziona l’assegnazione delle postazioni? 
Finora sono sempre stato alla 17bis (in uscita dall’Arrabbiata 2), ovviamente conoscersi tra persone nella stessa postazione è fondamentale, e Antonio Canu (il direttore di gara, nde) cerca di non modificare le “squadre”. Tra di noi c’è grande affiatamento e anche se si passano pochi giorni insieme, poi ci si tiene in contatto per tutto l’anno”.
Già, ma come si inizia a fare il commissario? 
Io ho iniziato un po’ per caso, mi hanno chiesto se volevo fare il corso e poco dopo ero in pista. Oggi la vivo come la mia vocazione”.

 

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