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20 giu 2025
Tra le migliaia di persone e maestranze che ruotano attorno al GP Italia ci sono figure più in vista di altre, ma una su tutte ricopre – silenziosamente – uno dei ruoli più importanti del weekend. Senza i Marshall, infatti, nessuna gara potrebbe prendere il via: ogni commissario di gara ha la sua storia, i suoi racconti e chi frequenta le piste sa bene quanto ricca sia l’aneddotica: “È un’attività pesante, che richiede passione e ovviamente sacrificio” esordisce Andrea Carpi, 43 anni, che dalla bulloneria in cui lavora si “trasforma” in uno dei 400 commissari sparsi per i 5245 metri del Mugello.
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Quando inizia il lavoro per un commissario di pista?
“Per la MotoGP alle 6.30 bisogna essere in sala radio per le assegnazioni, e si lascerà la postazione soltanto 12 ore dopo. Quando arriviamo, dormono ancora tutti, sia i piloti che gli spettatori accampati nei prati. Abitando a Scandicci, in occasione di questi eventi dormo sul furgone in circuito”.
Dormendo in pista hai modo di vivere “da dentro” il weekend.
“Arrivando il giovedì sera, è bello vedere la trasformazione della pista, il venerdì mattina ci sono poche tende, poi dal sabato inizio a vedere il pubblico arrivare e le persone continuano ad aumentare fino al sabato sera quando inizia il vero delirio prima delle gare”.
Qual è stato il tuo primo GP da commissario?
“Il “debutto” nel GP Italia è stato nel 2022, un anno strano poiché la pista non era animata dal grande pubblico. Ora si è tornati a vedere tantissime persone, come ai tempi di Valentino”.
Come funziona l’assegnazione delle postazioni?
“Finora sono sempre stato alla 17bis (in uscita dall’Arrabbiata 2), ovviamente conoscersi tra persone nella stessa postazione è fondamentale, e Antonio Canu (il direttore di gara, nde) cerca di non modificare le “squadre”. Tra di noi c’è grande affiatamento e anche se si passano pochi giorni insieme, poi ci si tiene in contatto per tutto l’anno”.
Già, ma come si inizia a fare il commissario?
“Io ho iniziato un po’ per caso, mi hanno chiesto se volevo fare il corso e poco dopo ero in pista. Oggi la vivo come la mia vocazione”.
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